(ted. Brixen) Comune della prov. di Bolzano (84,8 km2 con 19.786 ab. nel 2007), alla confluenza dell’Isarco con la Rienza, a 559 m s.l.m. Notevole centro commerciale sulla linea ferroviaria del Brennero, luogo di cura e di villeggiatura primaverile e autunnale. Attività industriali nei settori della lavorazione del legno (mobili), meccanico (apparecchi fototecnici), tessile e alimentare. Centrale idroelettrica in caverna. Nei dintorni, sviluppata la viticoltura.
Ricordata nell’827 col nome di Pressena (più tardi Brixina), nel 901 fu concessa dall’imperatore Ludovico il Fanciullo al vescovo di Sabiona (Säben) presso Chiusa, i cui successori vi si trasferirono definitivamente nel 992. Sede dell’omonimo principato vescovile dal 1027, ne seguì le sorti sino alla sua secolarizzazione nel Tirolo austriaco (1803). Nel 1797 la occuparono brevemente le truppe francesi del generale B.-C. Joubert. Nel 1806 fu incorporata alla Baviera, nel 1814 passò all’Austria; l’occupazione italiana data dal novembre 1918.
Bressanone Concilio di B. Convocato da Enrico IV re di Germania come ritorsione alla sentenza di scomunica lanciatagli da Gregorio VII il 7 marzo 1080, riunì pochi vescovi e un solo cardinale, Ugo Candido, allo scopo di sostituire Gregorio VII, dichiarato simoniaco e eretico, con Guiberto arcivescovo di Ravenna (Clemente III antipapa, 25 giugno 1080).