BRENO (A. T., 20-21)
Comune della provincia di Brescia, posto nella media Val Camonica (Oglio) tra Edolo e Lovere. Il capoluogo, che è situato a 334 m. s. m. sulla sinistra dell'Oglio, a 65 km. da Brescia, è centro agricolo e commerciale abbastanza importante. Gran parte del comune (vasto 58.94 kmq.) è occupato da prati e pascoli (kmq. 32,83) e da boschi (kmq. 8,31); notevole è l'area sterile (kmq. 14,52); esiste anche qualche vigneto e diffusa è la coltivazione di alberi da frutto; l'industria si occupa della lavorazione della seta. Il commercio (soprattutto di transito) ha molto guadagnato con la costruzione della linea ferroviaria Brescia-Edolo; a Breno ha luogo dal 20 gennaio al 2 febbraio un'importante fiera. Gli abitanti, che erano 3410 nel 1881 e 3862 nel 1911, sono diminuiti a 3437 nel 1921. Di essi 1685 dimoravano nel capoluogo, 358 e 403 nelle frazioni di Pescarzo e Astrio, poste sul pendio del monte Puillo (rispettivamente a m. 530 e 403). Abbastanza diffusa è l'emigrazione temporanea. Di recente sono stati aggregati a Breno i comuni di Braone e Losine.
Monumenti. - La chiesa di S. Antonio, forse del sec. XV, ha nella facciata un bel portale del sec. XVI, con una lunetta che ha tracce di affreschi della maniera di Giovanni Pietro da Cenno (fine sec. XV). Nell'interno, affreschi dello stesso nella vòlta del coro e medaglioni mal conservati del Romanino. Nella chiesa di S. Salvatore, con bel portale e campanile del sec. XVII, si conserva un paliotto intagliato della scuola dei Fantoni (sec. XVII). Affreschi attribuiti a Giovanni Pietro da Cemmo e datati 1500 si trovano pure nella chiesa di S. Valentino. Sono notevoli gli avanzi d'un castello medievale ripetutamente rimaneggiato nei quali sono i resti di una chiesa di S. Michele, di architettura, lombarda.
Storia. - Monete e manufatti romani rinvenuti presso l'abitato ne attestano le origini antiche. Si sa che i Franchi, abbattuta Cividate, si fortificarono nel castello di Breno che divenne da allora centro di tutta la Val Camonica. Il Barbarossa concesse alla comunità privilegi (1164) poi confermati da Arrigo VII (1311). Passò in dominio degli Scaligeri (1319) e successivamente dei Visconti (1337) finché, impadronitasene Venezia, rimase - quasi costantemente - sotto il dominio di questa per oltre 3 secoli (1427-1797), nonostante i ripetuti tentativi dei Visconti per riconquistarla. Detronizzata dalla sua posizione di capoluogo della valle nel 1797 quando la Val Camonica fu divisa in tre parti, Breno fu reintegrata nel suo grado solo nel 1801 quando la Val Camonica veniva assegnata a Bergamo ponendosi però in tal modo un ostacolo alla naturale tendenza del paese verso Brescia, alla quale fu riunita solo nel 1860, dopo la liberazione della Lombardia. A Breno si organizzarono negli anni 1848, 1859, 1861, 1866 azioni di aiuto alle imprese guerresche del Risorgimento.
Bibl.: G.B. Guadagnini e F. Odorici, Memorie storiche della Valcamonica, Brescia 1867; G. Rosa, La Valle Camonica nella storia, Breno 1881; R. Putelli, Le chiese di Valcamonica, I: Chiese di Breno, Breno 1909; id., Intorno al castello di Breno, Breno 1915; Elenco degli edifici monumentali, XII, Roma 1917.