KENNELLY, Brendan
Poeta, romanziere e drammaturgo irlandese, nato a Ballylongford, nella contea di Kerry, il 17 aprile 1936. Nel 1971 ha insegnato al Barnard College di New York e l'anno successivo al Swarthmore College della Pennsylvania. Intrapresa la carriera accademica, dal 1973 insegna Letteratura moderna al Trinity College di Dublino, dove si era laureato. Nel 1967 ha ottenuto il premio di poesia AE Memorial cui ha fatto seguito, nel 1988, lo Harveys, premio speciale della critica. La produzione letteraria di K. è vastissima e spesso di grande pregio. I suoi più interessanti contributi critici sono quelli su P. Kavanagh − il poeta della generazione precedente che ha esercitato un'influenza basilare su tutti i rappresentanti della nuova, felice stagione della poesia irlandese − e su D. Mahon, che incarna oggi il "perspicace, reticente umanesimo" che anima la migliore poesia dell'Irlanda del Nord, teatro della lotta di liberazione dall'occupazione britannica.
K. ha curato il Penguin book of Irish verse (1970; seconda ediz. ampliata 1980), proponendo una scelta originale della poesia irlandese dalle origini ai giorni nostri. Il suo recente interesse per il teatro è testimoniato dall'antologia Landmarks of Irish drama (1988). Sono anche da ricordare le traduzioni di poesia gaelica, ora raccolte in Love of Ireland: poems from the Irish (1989), e i due romanzi giovanili The crooked cross (1963), sul natio Kerry, e The Florentines (1967), sulle prime avvisaglie della contestazione giovanile nelle università inglesi.
Ma K. è innanzitutto poeta, e le raccolte pubblicate a tutt'oggi − più di venti − lo confermano come una delle voci più alte della lirica irlandese. Ricorderemo: My dark fathers (1964), Collection one: getting up early (1966), Good souls to survive (1967), Dream of a black fox (1968), Love cry (1972), The voices (1973), Shelley in Dublin (1974), A kind of trust (1975), Islandman (1977), A small light (1979), The boats are home (1980) e The house that Jack didn't build (1982). Nel 1990 è uscita la raccolta A time for voices: selected poems 1960-1990.
Dall'iniziale abbandono lirico in cui la lingua rasenta spesso l'ovvietà del cliché, K. passa ad affrontare i temi della tormentata storia del suo paese e della sua gente, e il lessico si fa implacabilmente preciso. Il poeta s'impegna a esprimere l'anima irlandese, ''colonizzata'' e pertanto negata dalla cultura inglese dominante. Raccontare la storia dal punto di vista dei vinti, dare loro voce è lo scopo profondamente sovversivo del poeta, che dev'essere "comico" perché "tragedia è solo commedia abortita, mai completamente nata". Nella sua opera più complessa e affascinante, il poema Cromwell (1983), una serie di sonetti magistralmente intessuti di dati storici, documenti, stralci di lettere, storie e leggende del folklore, K. si fa sciamano, terapeuta dell'Io collettivo, mettendo in scena con una inesauribile vena dissacratoria quello psicodramma che è la storia del rapporto tra Irlanda e Inghilterra: il fantasma del Lord Protettore Oliver Cromwell tormenta la coscienza e la vita del piccolo irlandese di tutti i tempi, M.P.G.M. Buffùn Esq. Scrive lo stesso K.: "Il metodo è imagista, non cronologico. Mi è sembrato il modo migliore di rappresentare un ''rapporto'' che ha creato un tragico pasticcio".
Dopo Cromwell, K. sposta la propria ricerca e sperimentazione poetica alle radici della civiltà occidentale, sempre privilegiando il punto di vista dell'''altro'', sia esso la donna o Giuda, emblematica figura di carnefice-vittima. K. riscrive in chiave moderna e con grande successo di pubblico e di critica la trilogia Antigone (1986), Medea (1988) e The trojan women (1990). Nel 1991 è uscito il lungo poema intitolato Judas.
Bibl.: F.R. Paci, Era nuda e vide, in Nuova Rivista Europea, a. viii, 44 (gennaio 1984); R.A. Barone, Buff - Uno, Nessuno, Centomila - Le voci del poeta irlandese, in Annali della Facoltà di Lingue e Letterature Straniere, Bari 1985; C. De Petris, Brendan Kennelly's Cromwell or the comic hero, in Le forme del comico, a cura di C. Marengo Vaglio, G. Cortese, P. Bertinetti, Torino 1990.