BRAZZI
Famiglia di artisti che fa capo a Cristoforo (Cristofano), nominato in alcuni documenti della metà del sec. XVI per lavori eseguiti a Siena. In tali carte egli è detto "muratore di Piagenza", ma non ci sono note le vicende che lo condussero da Piacenza a Siena, dove pare che morisse di morte violenta "per ferite" nel 1545.
Suo figlio Lorenzo nacque nel 1521; fu il primo della famiglia a dedicarsi alla pittura. Detto "il Rustico", fu quasi certamente il responsabile della trasformazione del cognome, per i suoi discendenti, in Rustici (mentre i discendenti di suo fratello Calisto continuarono a chiamarsi Brazzi). Il soprannome derivava dal suo aspetto; secondo il Mancini, che lo conobbe vecchio, "pareva un Esopo o, per dir meglio, un satiro addomesticato... ma buono faceto, burlevole e d'ingegno...", e per questo fu detto anche "il Cirloso".
Estrosità e bizzarrie documentate d'altronde da numerose controversie che il Rustico ebbe con i suoi concittadini, nonché da alcuni curiosi episodi, riferiti dal Mancini e dal Romagnoli, per i quali ebbe anche a scontare un periodo di prigionia. Questo per quanto riguarda l'uomo; per ciò che concerne la figura dell'artista, si sa che fu scolaro del Sodoma e sono attestate opere eseguite da lui fra il 1550 e l'anno della sua morte. Ma fu un'attività discontinua, lavorando egli ora di stucco, ora in affresco. Un merito particolare gli viene attribuito dalle fonti nell'esecuzione delle grottesche, il che concorda con le descrizioni del suo carattere che in quel tipo di decorazione trovò certamente un facile sfogo alla vivace fantasia. Lo attestano - in parte, perché molto ritoccate - le grottesche nella seconda e terza volta della loggia della Mercanzia in Siena. Resta inoltre di lui un affresco col Cristo in pietà del Monte di Pietà di Siena, eseguito nel 1571 e quindi ultima opera sua; anch'essa tuttavia è stata ampiamente restaurata e non può darci la misura del suo valore pittorico originale. Certo è che, se pure eccelse nelle fantastiche bizzarrie delle grottesche, fu per il resto un pittore ritardatario che ben poco attinse all'arte del suo maestro Sodoma.
Secondo il Milanesi, morì a Siena il 10 giugno 1572 e fu sepolto sotto l'altare di S. Pietro Martire in S. Domenico, dove furono poi sepolti anche gli altri discendenti della famiglia; ma due documenti di pagamento (cfr. Thieme-Becker) del 18 luglio 1572 e del 29 ott. 1573 contrastano con questa data.
Suoi figli furono Cristoforo, detto il Rusticone e Vincenzo; figlio di quest'ultimo fu Francesco detto il Rustichino; essi sono i fondatori della famiglia Rustici, che si estinse a Siena con Giovanni nel 1824. Dalle carte dell'ultimo discendente, già consultate dal Romagnoli, e da altri elementi, il Milanesi derivò l'albero genealogico (in Vasari).
Fonti e Bibl.: Siena, Bibl. Comunale, codice L.II.8: E. Romagnoli (sec. XIX), Biografia cronologica de' bell'artisti senesi..., VII, cc. 139 ss.; G. Mancini, Considerazioni sulla pittura, a cura di A. Marucchi, I, Roma 1956, p. 191 (per Lorenzo); G. Milanesi, in G. Vasari, Le vite..., VI, Firenze 1878, pp. 410 s.; S. Borghesi-L. Banchi, Nuovi docum. per la storia dell'arte senese, Siena 1898, p. 534, 546(per Lorenzo); U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, XXIX, pp. 234 s. (sub voce Rustici).