BRATISLAVA (già Presburgo, dal tedesco Pressburg, ungherese Pozsony; A. T., 59-60)
Dal 1919 capoluogo e centro politico amministrativo, culturale e industriale della Slovacchia, e principale porto d'esportazione della Repubblica Cecoslovacca verso l'oriente.
È situata a 30° 44′ E. e a 48°9′ N., a 164 m. s. m., sul versante sud-orientale dei Piccoli Carpazi, coperti da vigneti e da boschi, sulla sponda sinistra del Danubio, che scorre qui ad un'altezza di 132 m. s. m. Sopra la città si ergono in posizione dominante le caratteristiche rovine del castello, con quattro torri. Sulla sponda opposta del Danubio, unita al resto della città con un ponte di ferro, è la testa di ponte di Petržalka, al confine ungherese e austriaco, con sobborghi, la stazione della ferrovia elettrica per Vienna e un grande parco. In Bratislava si trovano la rappresentanza dei Ministeri degl'interni, del commercio, dell'igiene, dell'istruzione, nonché i principali uffici provinciali delle finanze, delle ferrovie, della giustizia e della guerra.
Bratislava è sede dell'università slovacca J. A. Komenský, nonché di scuole secondarie slovacche, tedesche e ungheresi.
L'università fu fondata nell'anno 1919, quando Bratislava, con la pace di Trianon, diventò città slovacca, iniziando così un'epoca nuova, nella quale da città provinciale diventa presto un grande emporio commerciale di confine. La città, che nel 1910 aveva circa 70.000 abitanti, si sviluppa rapidamente, cosicché nel 1928 ne ha più di 100.000, dei quali il 50% Cèchi e Slovacchi, il 27% Tedeschi e il 17 oÓ Magiari; il resto appartenenti ad altre nazionalità.
Di fronte alle altre città slovacche Bratislava ha una posizione sfavorevole; vantaggiosa ne è invece, e simile a quella di Vienna, la situazione nei riguardi del commercio internazionale. Essa, infatti, è, sul Danubio, il più importante porto cecoslovacco per l'Oriente. Giace all'antico incrocio delle strade commerciali che conducono dal sud al nord e all'incrocio delle linee mondiali Berlino-Bratislava-Budapest-Parigi e Vienna-Bratislava-Budapest (Orient express). Per la repubblica cecoslovacca Bratislava è centro del commercio del vino e delle macchine agricole, nonché sede della cosiddetta Fiera danubiana.
L'attività industriale è svariata e in continuo aumento; è esercitata l'industria del legname, vi sono stabilimenti tessili, elettrotecnici (Siemens-Schuckert), una fabbrica di munizioni, grandi fabbriche di cioccolato, zuccherifici, ecc.
Monumenti. - La cattedrale di S. Martino di stile gotico fu iniziata nel 1221; bruciata nel 1271, fu ricostrutta nei secoli XIV e XV e restaurata nel 1863-78. Nella navata meridionale v'è una statua equestre di S. Martino, in costume ungherese, di R. Donner (1735) che decorò pure la cappella di S. Giovanni l'Elemosiniere. Un magnifico portale conduce dall'interno nella cappella, a pianta circolare e cupola, con rivestimenti di marmo rosso alle pareti. L'altare è decorato da putti in marmo e da rilievi in piombo dorato con scene della Passione. In una nicchia è rappresentato il donatore, l'arcivescovo Esterházy. Sebbene alcune figure siano state asportate, la cappella (terminata nel 1732) è, in complesso, quale la ideò il Donner.
Fra le altre chiese vanno ricordate la SS. Trinità (1717-25), barocca; S. Michele, del sec. XV; quella dei francescani, consacrata nel 1297, ma spesso rimaneggiata; la chiesa dei gesuiti, innanzi alla quale Leopoldo I fece elevare nel 1675 la colonna dedicata alla Vergine. Il palazzo comunale ha un bell'atrio e una loggia del sec. XV nella sua facciata orientale. Molto interessante il museo municipale.
Storia. - Si hanno incerti ricordi di una colonia romana nel luogo dell'attuale B.; poi, durante le invasioni barbariche, se ne perdono le tracce, e solo nel sec. IX appare qui una località fortificata in mano di Vratislav, duca di Boemia. In posizione militarmente importante e in un punto di attrito fra popolazioni diverse (Bavari, Cèchi, Ungari), fu aspramente contesa. Qui nel 907 i Bavari (che chiamavano la fortezza Brezalauspurc) subirono per mano degli Ungari una tremenda sconfitta. Da allora, fino al 1919, la città appartenne alla corona d'Ungheria, e fu capoluogo d'un comitato. In altre vicissitudini belliche, come fortezza di confine del regno d'Ungheria, fu trascinata, nel 1042, 1052 e 1108, e poi al tempo dei Babenberg, margravî e duchi d'Austria, e di Ottocaro re di Boemia, nel sec. XIII. La città nello stesso tempo aumentava la sua popolazione per l'afflusso di numerosi coloni tedeschi. Questi, dediti specialmente al commercio, impressero alla città un carattere tedesco e le dettero il nome di Pressburg (da Brecisburg), che correva comunemente accanto a quello ungherese di Pozsony. Quando la città di Buda fu minacciata e poi presa (1541) dai Turchi, B. divenne la capitale del regno d'Ungheria (fino al 1784), la sede provvisoria dell'arcivescovo di Gran, primate d'Ungheria, e quindi la città in cui venivano coronati i re: quest'ultima prerogativa le rimase fino al 1835. Vi furono tenute, fino al 1848, numerose e importanti diete del regno; le più famose, quella del 1687, nella quale i nobili ungheresi riconobbero gli Asburgo come re ereditarî di Ungheria, e quella del 1741, nella quale i magnati ungheresi promisero il loro entusiastico appoggio a Maria Teresa. A B. nel 1608 i nobili ungheresi, malcontenti del governo dell'imperatore Rodolfo II, strinsero contro di lui una lega con i malcontenti austriaci capeggiati dall'arciduca Mattia. Nel 1619 fu presa da Gabriele Bethlen (v.), ma fu riconquistata dagl'imperiali due anni dopo. Il 26 dicembre 1805 vi fu firmata la pace fra Napoleone e l'imperatore d'Austria, nota col nome di pace di Presburgo (v.). Durante i secoli XVIII e XIX l'importanza politica, ed anche economica, della città andò scemando, di fronte all'incremento di Budapest; all'incontro diventa il centro spirituale degli Slovacchi d'Ungheria.
V. tav. CLXI e CL XII.
Bibl.: J. Kiraly, Geschichte des Donau- Mauth-und Urfahrrechts der Freistadt Pressburg, Presburgo 1890; T. Ortay, Gesch. der Stadt Pressburg, Presburgo 1892; Chaloupecký, K nejstarším dějinám Bratislavy, 1922.