BRASILE (VII, p. 700; App. I, p. 309; II, 1, p. 444)
La capitale. - Il 21 aprile del 1960, in seguito ad una legge del 1956, Rio de Janeiro ha ceduto la sua funzione di capitale a Brasilia, una città creata appositamente per questo scopo, in una posizione più centrale, nello stato di Goiás; essa è o sarà collegata con tutti i centri più importanti del paese, per via aerea, per autostrade e per ferrovie (v. brasilia).
Esplorazioni. - Nel 1951 la Smithsonian Institution ha inviato in B. un gruppo di etnologi, capeggiati dal dott. K. Oberg, i quali hanno operato soprattutto nel Mato Grosso, dove hanno rinvenuto due tribù indie finora sconosciute. Queste vivono in condizioni primitive, di pesca e di frutta selvatiche ed evitano i contatti con i bianchi e perfino con le tribù che sono in relazione con essi.
Popolazione. - Il censimento del 1950 ha dato per il Brasile una popolazione di 51.941.767 ab.; secondo un calcolo del Consiglio nazionale di statistica del Brasile, essa al 1° gennaio 1959 è salita a 63.844.463 ab. (7,3 per km2), con un aumento, cioè, nei nove anni intercorsi, di ben 11.900.000 unità, pari al 23% circa. La capitale, Rio de Janeiro, nel 1958 contava 3.030.619 ab., ma la città più popolosa risultava S. Paolo con 3.315.553 ab. Il forte aumento della popolazione brasiliana, oltre che all'incremento naturale, è dovuto alla notevole immigrazione, che è stata di 55.806 individui nel 1955, di 44.806 nell'anno seguente e di 53.613 nel 1957.
Condizioni economiche. - L'economia del B. è tuttora basata sull'agricoltura, anche se va sempre più diffondendosi l'industria, che sta modificando notevolmente la vita economica del paese. Gli 8-9/10 delle esportazioni brasiliane si riferiscono a prodotti agricoli. La superficie delle terre messe a coltura, pur rappresentando ancora una percentuale assai bassa dell'intero territorio nazionale (2,3%), va sempre più estendendosi; da 18.605.069 ha coltivati nel 1952, se ne sono già raggiunti, nel 1956, 19.095.000.
Al primo posto dell'agricoltura brasiliana è tuttora il caffè, per cui il B. detiene ancora il primato fra i paesi produttori ed esportatori, anche se attualmente nello sfruttamento delle risorse agricole è da registrare lo svincolarsi dalla monocoltura del periodo prebellico, in cui il B. offriva il 60% della produzione mondiale del caffè, percentuale attualmente discesa al 49%. Ciononostante l'area a caffè va ancora estendendosi, ed attualmente esso si coltiva anche negli stati di Pernambuco, Ceará e Goiás; nel 1948-49 si coltivavano a caffè 2.550.000 ha, che hanno dato una produzione di 10.315.000 q; nel 1953 su 2.876.000 ha si sono prodotti 11.180.000 q, discesi a 10.540.000 nell'anno seguente su un'area di 2.960.000 ha. Tale superficie è giunta nel 1955 a 3.265.000 ha, e la produzione a 13.698.000 di q; questa è poi discesa a 10.670.000 q, mentre l'area coltivata, nell'anno seguente, è rimasta invariata. Il prodotto viene ancora in massima parte esportato (in ragione del 54%) ed i maggiori consumatori del caffè brasiliano risultano ancora gli Stati Uniti, che assorbono il 60% dell'esportazione.
Si sta dando sempre maggiore posto alle colture del cotone, del tabacco, del cacao e della canna da zucchero. Per quanto riguarda il cotone, la sua coltura va estendendosi piuttosto lentamente, anzi in alcuni anni si è registrata addirittura una certa flessione: così da 2.523.000 ha nel 1948-49, si è passati a 2.486.700 ha nel 1951, a 2.491.000 ha nel 1953, per risalire poi a 2.617.000 ha nel 1955 e a 2.663.000 ha nel 1956; la produzione di tale anno è stata di 4.000.000 di q di seme, esportato in ragione del 4,4%. In continua ascesa è il tabacco; da 148.900 ha nel 1948-49 (con1.158.000 q), si sale a 159.800 ha nel 1951 (q 1.179.000), a 175.000 ha nel 1954, ed infine a 186.000 ha nel 1956, con una produzione di 1.445.000 di q.
Il cacao, coltivato su 258.000 ha nel 1948-49 (produzione: 1.285.000 q), si è esteso su 368.000 ha nel 1956, producendo 1.674.000 q. Il B. rimane così al secondo posto fra i paesi produttori di cacao, con il 18% della produzione mondiale; il prodotto viene esportato in ragione del 2,2% del totale. L'incremento più forte si registra, però, nel campo della canna da zucchero; per la produzione dello zucchero il B. ha raggiunto il 13% della produzione mondiale, mantenendosi al terzo posto, dopo l'India e Cuba; nel 1948-49 se ne sono prodotti 15.986.000 q, e l'area coltivata si estendeva su 781.155 ha; nel 1954 la coltura occupava 999.000 ha e si è raggiunta nel 1956 una estensione di ben 1.124.000 ha mentre la produzione è salita a 22.630.000 q. L'esportazione tuttavia si aggira sull'1,4%.
Tra i cereali il primo posto tocca ancora al granoturco, ed il B. è oggi al secondo posto della produzione mondiale; questo veniva coltivato su 4.460.000 ha (produzione: q 56.503.000) nel 1948-49: nel Ios3 la sua superficie si è estesa a 5.062.000 ha e a 6.051.000 nel 1953 anno in cui la produzione ha toccato i 77.070.000 q. Anche la coltura del riso va diffondendosi e dal 1948-49 in poi ha registrato una continua ascesa; da 1.736.000 ha messi a coltura a tale data, si passa a 1.967.200 ha nel 1951, ed a 2.512.000 nel 1954; la produzione di quest'ultimo anno è stata di 37.375.000 q, salita a 44.480.000 nell'anno seguente mentre la superficie coltivata si è ristretta su 2.383.000 ha. Ancora irrilevante il posto occupato dal frumento, che viene quindi in massima parte importato, anche se si sta cercando di estenderne la coltivazione; nel 1956 se ne coltivava 1.339.538 ha che hanno dato 12.956.640 q. I fagioli. per cui il B. è al primo posto fra i paesi produttori, offrendo ben il 26% della produzione mondiale, erano coltivati nel 1952 su 1.838.000 hna e nel 1954 su 2.199.000, con un prodotto, rispettivamente, di 1.152.000 e di 1.544.000 t; nel 1957 erano estesi già su 2.335.000 ha, ed hanno dato una produzione di ben 1.685.000 t. Anche l'area coltivata a manioca (la cui produzione viene assorbita quasi completamente all'interno del paese, sia per l'alimentazione sia per le industrie) è in continuo aumento a partire dal 1948-49; infatti da 913.022 ha, è passata nel 1957 a 1.186.313 ha con una produzione di 15.822.309 t.
La iuta, anche essa in costante espansione, ha dato nel 1957 un prodotto di 34.367 t su 26.426 ha. Sempre molto notevole è la produzione del ricino, che registra una produzione media annua di 180.000 t. Tra le altre piante oleifere notevole incremento si nota anche per l'arachide che da 53.000 t prodotte nel 1947 ha visto più che triplicato il suo rendimento con 185.000 t nel 1956.
Ad opera soprattutto degli immigrati giapponesi è stata ripresa la coltivazione del pepe, che attualmente dà un prodotto medio annuo di circa 1300 t.
Nello stato di São Paulo, poi, sta avendo grande rinomanza un esperimento di frutticoltura iniziato da un italiano, il quale sta inoltre rivolgendo i suoi tentativi, pare con buoni risultati, anche alla coltivazione dell'olivo. Il B. rimane al primo posto nel mondo per la produzione della banana, di cui fornisce ben il 47% della produzione mondiale e la cui coltura è in continua espansione (nel 1948, infatti, la coltura del banano si estendeva appena su 95.600 ha, divenuti 129.519 nel 1952 e ben 166.000 nel 1957, anno in cui si sono prodotti 46.880.000 q) ed al secondo posto, dopo gli S.U.A., nella produzione degli agrumi. L'esportazione di questi due prodotti si aggira solo sul 7% circa, essendo assorbiti per il resto dal consumo interno.
Grandissime sono, invece, le risorse forestali, che, anzi, sono in notevole aumento. Da recenti statistiche della F.A.O., le foreste brasiliane che occupavano nel 1950 un'area di 377 milioni di ha, hanno raggiunto, nel 1957, 480 milioni di ha, di cui sono sfruttabili economicamente 120 milioni; il legname di araucaria, per esempio, ha dato nel 1957 una produzione di 816.972 t, assorbite quasi totalmente dall'esportazione.
Per il caucciù, invece, sono stati necessarî opportuni provvedimenti governativi, onde incrementarne la produzione; comunque si nota una leggera ripresa, che ha portato la produzione da 32.183 t di materiale greggio nel 1954, a 34.128 nel 1956.
Il patrimonio zootecnico registra anche esso incremento assai notevole specie nel settore dei bovini, dei suini in modo particolare e degli ovini. Si riportano i dati relativi agli anni 1950, 1956 e 1957: bovini: 47.088.000 capi, 66.695.000 e 69.548.000; cavalli: 5.257.000: saliti a 7.935.000 e ad 8.128.000; suini: 23.034.000, 41.416.000 e 44.190.000; caprini: 6.363.000, 10.338.000 e 10.640.000; ovini 13.073.000, 18.866.000 ed infine 20.164.000; asini e muli 2.503.000, 5.451.000 e 5.727.000. Di conseguenza è aumentata la produzione della lana che si aggira attualmente su una media annua di 28.000 t, nonché di quella delle carni che nel 1956 è stata di 1.260.400 t, e del cuoio (155.032 t, sempre nello stesso anno); i prodotti del latte si aggirano, in media, sulle 250.000 t annue. Nell'ultimo decennio ha assunto notevole importanza anche la bachicoltura, esplicata in massima parte nello stato di São Paulo; la produzione del 1957 è stata di 1.023.000 kg di bozzoli.
In quest'ultimo decennio, infine, ha fatto grandi progressi anche la pesca; mentre nel 1948 la produzione ittica è stata di 145.000 t, nel 1956 questa è risultata di 208.285 t; si dedicano a tale attività soprattutto gli stati di São Paulo, Rio Grande, Maranhão, Rio de Janeiro, Santa Catharina ed il Distretto Federale.
Come si è detto la vita economica del B. sta ora avviandosi verso l'attività industriale, cui fa riscontro anche una maggiore attività di ricerche minerarie. La produzione del carbone è stata di 1.959.522 t nel 1952, di 2.024.929 nel 1953, ed è sempre andata aumentando fino a raggiungere 2.116.000 t nel 1957; ma è in atto un piano che tende a portare la produzione, entro il 1960, ad una media annua di 3 milioni di t. Giacimenti di manganese, molto promettenti, sono stati rinvenuti nel territorio di Amapá, nella Serra do Navio, che è stata unita da una ferrovia terminata nel 1956 al porto di Santana, sulla riva settentrionale del Rio delle Amazzoni, che può permettere l'esportazione perfino di 700.000 t di minerale. La produzione dei minerali di manganese è stata di 249.233 t nel 1952, ma è discesa a 162.529 nel 1954, per poi risalire a 212.507 t nel 1956 e toccare le 310.783 t nel 1956 e le 351.100 nel 1957. Sempre in questi ultimi anni sono stati rinvenuti giacimenti di minerali di ferro, ricchissimi, nel territorio di Amapá, valutati a 15 miliardi di tonnellate, con una percentuale di ferro del 65%, per cui si pensa che il B. diventerà uno dei massimi produttori di tale minerale. La produzione dei minerali di ferro, in costante aumento, ha raggiunto nel 1956 4.085.835 t e nel 1957 4.976.690; in massima parte tali minerali vengono esportati (S.U.A. ed Europa); i depositi di bauxite da 14.319 t nel 1952 sono arrivati a darne 18.821 nel 1953, 27.618 nel 1954 e 45.071 e 69.755 nei due anni successivi. La produzione di zirconio, per cui il B. è tra i principali produttori mondiali, è passata da 3786 t nel 1954 a 3005 nel 1955, per scendere di nuovo a 2567 t nel 1956. Inoltre l'80 oó della produzione totale del berillo proviene dal B., ma comunque ne è vietata l'esportazione; nel 1956 se ne sono prodotte ben 2106 t. In aumento anche la produzione di oro, in ragione di 3718 kg nel 1954, di 3802 nel 1956 e 4350 nel 1958, dopo una leggera flessione registrata nel 1955, in cui la produzione era discesa a 3409 kg.
Si stanno facendo ricerche anche nel campo petrolifero; nel 1955 sono stati rinvenuti giacimenti di petrolio a Nova Olinda, nel basso Madeira e nel bassopiano del Recõncavo. La produzione è in continuo aumento, e da 119.691 t nel 1953, si passa a 264.000 nel 1955, a 531.000 nel 1956, che vengono più che raddoppiate nell'anno seguente (1.321.000 t). Lungo il Rio Negro, a valle di Manaus, è stata installata una raffineria, che per il momento lavora materiale del Perù, ma in tutto il paese attualmente lavorano otto raffinerie; inoltre nell'aprile del 1956 è entrato in funzione l'oleodotto Catu-Mato-Candeias, lungo 54 km, ai quali se ne sono aggiunti altri 65 nel 1957. È stata incrementata anche la flotta petrolifera, che attualmente conta 31 navi, per una stazza complessiva di 228.000 t. Le ricerche in questo campo procedono e si è accertata la presenza del petrolio anche nello stato di Alagôas. Il gas naturale ha dato nel 1954 una produzione di 63.358.918 m3, salita a 83.877.536 m3 nel 1956. Per quanto riguarda l'industria, un posto ancora assai importante è occupato dall'industria tessile, specie da quella cotoniera che da sola accentra il 25% della industria brasiliana; il cotonificio contava nel 1957, 3.453.000 fusi e 116.784 telai, con una produzione media di 1500 milioni di metri di tessuti. Il lanificio conta attualmente 200.000 fusi e 21.000 addetti. Per la lavorazione della iuta si contano 54.963 fusi, 5752 telai con 13.000 addetti. Nello stato di São Paulo, dove è concentrata nella quasi totalità la bachicoltura, l'industria della seta si articola in 138 filande, con 4215 bacinelle, 11.100 telai e circa 10.000 operai. Di recente è stata installata anche l'industria dei tessili artificiali, che nel 1957 sono stati prodotti in ragione di 26.300 t.
Tra le industrie alimentari, è stata notevolmente incrementata, in relazione all'aumento del patrimonio zootecnico, quella delle carni.
L'industria della gomma conta oggi sei grandi fabbriche che occupano oltre 12.000 operai. Così risultano incrementate anche l'industria della carta, del vetro e della ceramica, nonché la chimicofarmaceutica; mentre nel 1953, ad esempio, si disponeva di un solo stabilimento per la produzione dell'alcole anidro, oggi se ne contano ben 250; di recente è stata costituita la "Companhia Nacional de Alcalis" per la produzione di carbonato neutro di soda e di soda caustica, con impianti a Cabo Frio (Rio de Janeiro).
Il maggiore sviluppo nel campo industriale è stato registrato nella siderurgia e nella meccanica. La "Companhia Siderurgica Belgo-Mineira" ha prodotto nel 1955 220.000 t di laminati e, nel 1956, 194 t di ghisa in media al giorno. In tutto il paese si sono prodotte nel 1957 ben 1.198.000 t di ghisa (1.152.000 nel 1956), 1.566.000 t di acciaio (nell'anno precedente 1.375.000) ed 1.221.000 t di laminati (1.142.000 nel 1956). Il complesso di Volta Redonda, che fornisce il 50% della produzione, dispone attualmente di due altiforni ed impiega circa 13.000 operai. L'industria automobilistica ha prodotto nel 1958 oltre 60.000 autoveicoli; a Porto Alegre è stato installato uno stabilimento per la produzione di macchine da cucire, ed a São Paulo uno per la fabbrica di trattori, che ne ha messi in circolazione già 45.000. A Boticatú (São Paulo), infine, è in attività uno stabilimento per la produzione di materiale aeronautico.
Le risorse idroelettriche, calcolate in 14,5 milioni di kW, nel 1956 erano sfruttate solo in ragione di 3.360.011 kW, e si disponeva di 2308 centrali elettriche. Nello stato di São Paulo è di notevoli proporzioni l'impianto idroelettrico del Rio Juquiá, sull'alto corso del fiume stesso, destinato agli impianti per la produzione dell'alluminio; è stato costruito, mediante una diga alta 48 m e larga 208 e che dispone di un salto di 90 m, un grandissimo serbatoio. Sono in progetto altri due impianti idroelettrici nel Rio Grande do Sul: quello che sfrutterà le acque del Rio Passo Fundo, e la cui centrale avrà una potenza di 220.000 kW, e quello del Rio Das Antas, con una centrale di 150.000 kw. Nel Mato Grosso, poi, è stata costruita nel 1955 la centrale di Cuiabá, sul Rio Casca, che produce una media di 3600 kW e se ne stanno costruendo altre due che avranno complessivamente una potenza di 1.500.000 kW.
Nel I960, infine, si porterà a termine la costruzione di una centrale termonucleare della capacità di 10.000 kW, ad Areal, nello stato di Rio de Janeiro.
Commercio estero. - Nel periodo 1953-57, la media delle importazioni è stata di 59.733 milioni di cruzeiros e quella delle esportazioni di 49.933 milioni di cruzeiros, con un passivo ridotto perciò a solo 10 milioni di cruzeiros. Nell'esportazione la voce principale è ancora il caffè, seguito dal cacao, legname, manganese, minerali di ferro; le importazioni si riferiscono soprattutto a prodotti manufatti, generi alimentari, grano, carbone. Gli Stati Uniti sono il paese verso cui il commercio brasiliano è maggiormente attivo sia per le esportazioni sia per l'importazione; seguono la Germania, l'Argentina, la Gran Bretagna, la Svezia.
Comunicazioni. - Lo sviluppo della rete ferroviaria brasiliana era nel 1957 di 37.414 km, di cui circa 2000 elettrificati. Negli ultimi anni sono state costruite numerose nuove linee; nel 1950 è stata inaugurata la linea Caculé-Monte Azul, lunga 162 km; nel 1955 invece, quella Corumbá-Santa Cruz, che permette la comunicazione diretta con la Bolivia. È stata costruita, nello stesso periodo, la linea São Paulo-Porto Alegre lunga 1454 km, la General Luz-Passo Fundo, la Pucarana-Guaíra-Porto Mendes, lunga 450 km. Nel 1956 è entrata in funzione la linea Serra do Navio-Santana, lunga 195 km, destinata a favorire il trasporto dei minerali di manganese al porto di esportazione (Porto Macapá) e che potrà provvedere al trasporto anche di 600-800 mila t annue di minerale. In relazione poi all'inaugurazione della nuova capitale sono stati iniziati i lavori per la costruzione della ferrovia Brasilia-Piraporá, lunga oltre 300 km. Sono poi in progetto lavori per la costruzione di altri tronchi ferroviarî per circa 2000 km.
Nel 1956 la rete stradale era di 467.448 km, di cui 4260 asfaltati o a pavimentazione metallica; circa 75.000 km sono a manutenzione regolare e sono sempre transitabili. Nel 1957 si sono costruiti altri 2017 km di strade e sono stati pavimentati 1136 km di quelle già esistenti. Il traffco degli autoveicoli a motore nel 1957 è stato. di 754.405 unità.
La marina mercantile nel 1950 ammontava a 700.000 t di stazza lorda, salite ad 800.000 t nel 1956, ed a 891.000 t nel 1957, con un numero di 398 navi. Le navi petroliere, come già detto, sono attualmente 31.
Grande importanza nel B. hanno i servizî aerei, di molto accresciuti dopo la seconda guerra mondiale. Nel 1956 si contavano 344 aeroporti, con un movimento di 2.805.097 passeggeri entrati e 2.786.138 usciti; gli apparecchi in servizio 300, distribuiti in 26 compagnie. Si deve ricordare, quindi, che oggi il B. nella aeronavigazione interna, occupa il secondo posto mondiale per la lunghezza complessiva delle rotte (volati nel 1956, 149.475.691 km) e per l'intensità del traffico.
Finanze. - Il problema del mantenimento di condizioni finanziarie stabili si è posto in quest'ultimo decennio in presenza di un'incredibile spinta demografica. Perciò il mantenimento di un ritmo elevato di sviluppo economico è stato sacrificato, in modo più o meno deliberato, alla stabilità finanziaria interna.
Gli impegni statali nel campo degli investimenti hanno determinato una serie pressoché ininterrotta di deficit di bilancio, ad eccezione degli anni 1951 e 1952, deficit che sono stati di dimensioni maggiori negli ultimi tre anni. La copertura delle spese statali in eccedenza alle entrate è avvenuta prevalentemente con mezzi inflazionistici. Questi hanno assunto la forma di crediti al settore pubblico da parte delle autorità monetarie, crediti che nel decennio sono saliti da una consistenza di 19,3 miliardi di cruzeiros a fine 1949 a 221,7 alla fine del 1959 (circa 11,5 volte). Di minore ampiezza è stata la variazione dei crediti bancarî all'economia (7,2 volte circa) il cui ritmo di aumento, peraltro, si è intensificato negli ultimi anni. Sotto il profilo dell'offerta, l'incremento dei mezzi di pagamento è stato nel decennio di circa 8 volte, mentre i depositi a risparmio si sono pressappoco raddoppiati.
Le relazioni finanziarie con l'estero sono state caratterizzate dalla prevalenza di saldi passivi nella bilancia dei pagamenti correnti e da un apporto di capitali esteri molto variabile a seconda degli anni. Se lo sviluppo economico del B. è stato favorito dalla politica governativa di controlli all'importazione e, a partire dal 1957, da una tariffa altamente protettiva delle industrie locali, si può dire però che questi interventi hanno contribuito ad isolare sempre più l'economia brasiliana. La carenza di disponibilità sull'estero, che si è registrata durante la maggior parte del periodo, non ha consentito un adeguato processo di capitalizzazione. D'altra parte, la conseguente contrazione delle importazioni di beni non essenziali ha favorito lo sviluppo della produzione interna di beni di consumo. Malgrado gli sforzi del governo intesi a diversificare al massimo le esportazioni - e quindi ad assicurare un flusso meno variabile di valute estere - le possibilità di scambio del B. dipendono, come in passato, da tre prodotti principali: caffè, cotone e cacao, i cui prezzi non hanno cessato di flettersi sui mercati internazionali. Per il caffè, la crisi mondiale di sovraproduzione è stata specialmente avvertita dal B. a causa della concorrenza del prodotto africano e dell'attuale livello dei cambî giudicato troppo alto dagli esportatori.
Per il finanziamento del piano quinquennale annunciato dal presidente J. Kubitschek nel gennaio del 1956 si è provveduto al potenziamento del Banco Nacional de Desenvolvimento Econômico, costituito nel 1952. Scopo del nuovo ente è quello di prestare la sua assistenza finanziaria per lo sviluppo delle vie di comunicazione, la cui scarsezza ancora rappresenta uno dei problemi più gravi del paese. Inizialmente il Banco ha operato con mezzi raccolti mediante prestiti forzosi a carico dei contribuenti, per quote stabilite in proporzione all'imposta sul reddito pagata. Attualmente il Banco opera come agente fiscale dello stato per la riscossione di tasse speciali che la legge, unitamente ad altri fondi, gli ha assegnato per i suoi fini istituzionali. Inoltre al Banco sono fatti affluire i ricavi dei surplus agricoli ceduti dagli Stati Uniti.
Negli ultimi anni, il dilagare degli impulsi inflazionistici ha imposto un'azione restrittiva della spesa pubblica e privata, assistita da un largo apporto di crediti esteri (da parte degli Stati Uniti).
Oltre che sul piano creditizio e su quello delle finanze pubbliche varie restrizioni sono state attuate anche in materia di commercio estero e di politica valutaria. Con la riforma doganale dell'agosto 1957 il sistema di tariffe specifiche è stato sostituito con quello ad valorem; con diriiti scalati dal 150% fino a zero, sicché la regolamentazione dei cambî ha cessato in parte di giocare un ruolo fiscale e protezionistico. Il sistema dei cambî ha subìto pure modifiche di rilievo, sempre al fine di potenziare le esportazioni e di limitare ulteriormente le importazioni, comprese quelle di beni strumentali che prima dell'ottobre 1958 avevano goduto di un trattamento preferenziale.
Attualmente il cambio ufficiale del cruzeiro con il dollaro S.U.A. è di 18,50. Ma esso è maggiorato all'esportazione mediante premî che variano a seconda dei prodotti. Nel luglio 1959 tali premî sono stati fissati per due distinte categorie di prodotti, con l'effetto pratico di creare tre tassi di cambio per le esportazioni: 76 cruzeiros per dollaro per le esportazioni di caffè e cacao, 100 cruzeiros per quelle di cotone, tabacco ed altri prodotti agricoli e minerarî, e il cambio libero del mercato, già istituito nel 1953, per le altre. All'importazione il cambio è fissato mediante aste settimanali in cui lo stato offre in vendita le "promessas de venda de cambio". Ne risulta di volta in volta un cambio particolare, diverso a seconda della natura e delle provenienze dei prodotti importati, e composto da quello ufficiale, maggiorato dal costo dei suddetti certificati. La differenza di prezzo realizzata fra i ricavi delle vendite e il costo pagato agli esportatori costituisce un guadagno netto a beneficio dello stato.
Il sistema di contrattazioni all'asta già praticato per i certificati in dollari è stato esteso, nel 1955, ai certificati in altre valute per importazioni da altri paesi (fra cui l'Italia) che nell'assieme formano la cosiddetta area di convertibilità limitata (A.C.L.). A partire dal 1959 il mercato all'asta dei due tipi di certificati è stato unificato; l'importazione dalle due aree può essere quindi effettuata sia con certificati in dollari, sia con quelli stilati in una qualsiasi altra valuta dei paesi partecipanti all'A.C.L.
Storia. - Gli anni che seguirono la fine del secondo conflitto mondiale segnarono per il B. una nuova e dinamica fase di sviluppo economico e di generale progresso. Anche il suo prestigio internazionale apparve accresciuto specie fra i paesi latinoamericani, dei quali ha assunto il ruolo di leader sulla scena politica mondiale. Tuttavia il B., come d'altronde quasi tutti i paesi dell'America latina, non riesce a superare la crisi economico-finanziaria, i cui sintomi si avvertirono sin dal 1948. Nello stesso anno il governo del generale Dutra - estromessi i comunisti dalla politica e rifugiatosi all'estero il noto leader Luis Carlos Prestes - intensificò l'applicazione del piano quinquennale che non fu però portato a termine essendosi rivelato troppo oneroso per l'economia del paese. Nelle elezioni presidenziali del 1950, quale riprova dello scontento delle masse, si ebbe il ritorno al potere di Getulio Vargas, presentatosi come candidato del partito trabalhista, appoggiato dai social-progressisti e dai comunisti. Fu sconfitto il generale Gomez, già comandante delle forze aeree brasiliane in Italia, portato dall'Unione Democratica Nacional e appoggiato dal governo. Vargas dovette lottare contro difficoltà economiche d'ogni sorta alle quali tentò di ovviare facendo assumere dallo Stato il monopolio del petrolio mediante la compagnia Petrobras che non fu però in grado di sviluppare il previsto programma. Con Vargas i rapporti del B. con gli S.U.A. superarono sempre i risentimenti suscitati dall'indifferenza statunitense verso i problemi economici brasiliani: fra i due paesi veniva firmato il 15 marzo 1952 un patto di assistenza militare. La situazione di disagio economico intanto si aggravava a causa della crescente inflazione e della crisi del caffè e Vargas, per far fronte all'incessante aumento del costo della vita che colpiva le classi meno abbienti, il 1° maggio 1954 promulgò un decreto che raddoppiava il salario minimo degli operai, suscitando però vivo malcontento fra conservatori e militari che lo accusavano anche di aver concluso con Perón e col Chile accordi all'insaputa del parlamento. L'uccisione per errore (5 agosto) di un maggiore dell'aeronautica nel corso di un attentato contro il direttore della Tribuna da Imprensa, irriducibile oppositore di Vargas, indusse i capi militari a invitare il presidente a dimettersi: all'alba del 24 Vargas si uccise. Con la morte di Vargas si apriva un periodo di confusione nel governo del paese: il vice presidente João Café Filho s'insediò alla presidenza della Repubblica e si circondò di un governo prevalentemente di destra impedendo qualsiasi sommossa sovversiva. Il 3 ottobre 1955 venne eletto alla massima carica dello stato il candidato del partito social democratico Juscelino Kubitschek de Oliveira, mentre alla vice presidenza veniva chiamato João Goulart già ministro del Lavoro nel governo Vargas. I due eletti ebbero i voti dei comunisti (circa 400 mila) contrarî alla candidatura del generale Tavora. Il presidente in carica, Café Filho, si dimise per motivi di salute e venne sostituito (8 novembre) dal presidente della Camera Carlos Coimbra da Luz, noto avversario di Kubitschek. Intervennero i militari che non ritennero costituzionale la sostituzione e che portarono al potere il presidente del senato Nereu Ramos (11 novembre), il quale impose subito lo stato d'assedio garantendo così l'ordine nel paese fino all'insediamento di Kubitschek (31 gennaio 1956). Il nuovo presidente si è accinto a risanare l'economia nazionale promovendone lo sviluppo mediante un nuovo piano quinquennale che tende a potenziare i servizî base dell'energia elettrica e dei trasporti oltre ad incrementare la produzione dei beni strumentali e di consumo che il B. è costretto ad importare, a introdurre nuovi metodi nell'agricoltura e a sviluppare l'economia di vaste zone depresse. I rapporti con gli S.U.A. sono migliorati. Nelle molteplici riunioni promosse dall'Organizzazione degli Stati americani il B. è sempre stato il più valido alleato degli S.U.A. e spesso ha interposto i suoi buoni uffici per appianare le divergenze sorte fra Americani del nord e del centro-sud. Testimoniano i buoni rapporti fra i due paesi la concessione di 350 mila dollari per l'impianto di un reattore nucleare in B. (19 aprile 1956) e l'autorizzazione agli S.U.A. di sfruttare l'isola di Fernando de Noronha per installazioni relative a proiettili teleguidati (21 gennaio 1957). Per contro il B. ha denunziato l'accordo per la vendita esclusiva agli S.U.A. di minerali atomici (31 agosto 1956). Kubitschek, nonostante le molteplici iniziative in tutti i settori economici, iniziative spesso coronate dal successo, non è riuscito ancora a sanare la situazione economica e ha dovuto fronteggiare una serie di scioperi di protesta e di disordini fomentati anche dai militari. Un motivo particolare di accese polemiche è stato offerto dallo sforzo compiuto da Kubitschek per portare a termine l'onerosa costruzione di Brasilia, la nuova capitale solennemente inaugurata il 21 aprile 1960. Rio de Janeiro, l'ex capitale, è diventata un nuovo stato della Repubblica, col nome di Guanabara.
Alle difficoltà interne il Kubitschek ha cercato di contrapporre un maggior dinamismo nella sua politica estera cercando di stringere maggiori legami con gli altri paesi latinoamericani (dichiarazioni comuni col Chile, del 20 settembre 1957 e con l'Ecuador, del 7 marzo 1958, accordi economici col Perù, del 29 novembre 1957 e con la Bolivia, del 28 marzo 1958) e con l'Europa. In particolare vanno ricordate le visite effattuate dal presidente del Portogallo, generale Craveiro Lopes (giugno del 1957), conclusasi con una dichiarazione che sollecita l'esecuzione del trattato del novembre 1953 concernente la creazione di una comunità luso-brasiliana; e quella del presidente Giovanni Gronchi, accolto trionfalmente (settembre 1958) e conclusasi con la "dichiarazione di São Paulo", del 10 settembre, che auspica una maggiore solidarietà in seno al mondo latino. Nei riguardi degli S.U.A. Kubitschek, assumendosi il ruolo di portavoce dell'America latina, promosse in una lettera diretta ad Eisenhower (6 giugno 1958) la cosiddetta "operazione panamericana" (OPA) per la revisione del panamericanismo e lo studio dei mezzi atti a risollevare le zone depresse del continente minacciate dal comunismo. Ma nonostante un incontro dei 21 ministri degli Esteri americani che ha avuto luogo a Washington il 23-24 settembre 1958, l'OPA non ha avuto l'esito sperato e il 4 agosto 1959 ll nuovo ministro degli Esteri brasiliano Lafer, che sostituì Negrão de Lima, ha dichiarato che il panamericanismo non era più sufficiente e che occorreva allargare l'orizzonte diplomatico del B. lasciando con ciò capire che occorreva riconsiderare il dibattuto problema dei rapporti economici con l'URSS e con i paesi dell'Est europeo. Poco tempo dopo una missione commerciale brasiliana recatasi a Mosca (dicembre 1959) concludeva un accordo concernente l'esportazione del caffè. Questi fatti - sommati all'intensa propaganda cino-sovietica nell'America latina, ai viaggi di Mikoyan nel Messico e a Cuba (novembre 1959 e febbraio 1960) e alle audaci riforme attuate a Cuba da Fidel Castro non dovrebbero essere estranei al viaggio intrapreso nel febbraio del 1960 da Eisenhower in alcuni paesi del Sudamerica, primo fra tutti il B. che lo accolse calorosamente. I presidenti statunitense e brasiliano firmarono una "dichiarazione di Brasilia" nella quale si riafferma la fede nelle libertà democratiche e si riconosce il diritto dei popoli americani ad un livello di vita migliore nel campo morale e materiale. Le elezioni del 3 ottobre 1960 hanno registrato la sconfitta del candidato governativo, maresciallo Henrique Teixeira Lott che avrebbe dovuto continuare la politica dello "sviluppo con inflazione". Il nuovo presidente del B., presentatosi con un programma di centro-destra, è l'ex governatore dello stato di São Paulo, Jânio Quadros. Vedi tav. f. t.
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