BRAN
. Nome di due personaggi della mitologia celtica. 1. Il primo, le avventure del quale sono narrate nei racconti gallesi conosciuti sotto il nome di Mabinogion, è figlio di Llyr (che corrisponde al dio irlandese del mare, Ler); è chiamato spesso Bendigeit Vran (il beato Bran), il che ha dato lo spunto a leggende che lo rappresentano in atto di predicare il cristianesimo. È così grande che nessuna casa e nessuna nave possono contenerlo, e che da lungi lo si scambia con una montagna. Ha una caldaia rigenerante, che regala al re d'Irlanda, marito di sua sorella Branwen, nella quale vengono risuscitati i guerrieri irlandesi. Dopo la sua morte, il capo reciso di lui ha la proprietà di far sì che per quelli che lo posseggono il tempo passi come un sogno; sepolto, protegge il paese dalle invasioni.
2. L'altro Bran, figlio di Febal, è invitato da una donna, portatrice d'un ramo d'argento, a venire in un'isola nella quale non esistono né morte né malattia né vecchiaia; parte dall'Irlanda, incontra sul mare Manannan, figlio di Ler, che gli predice la venuta di Cristo, passa nell'isola dell'eterna giovinezza un periodo di tempo che gli sembra brevissimo, torna in Irlanda e si accorge di essere stato assente dei secoli. Questo racconto si ricollega alle numerose narrazioni celtiche di viaggi d'oltremare, quali le navigazioni di Oisin, di Maelduin e di Conla. Una relazione di questa avventura - il cui testo originale era probabilmente anteriore di due o tre secoli - è conservata in un manoscritto irlandese del sec. XI.
Bibl.: Per 1): Loth, Les Mabinogion, in D'Arbois de Jubainville, Cours de Littérature celtique, III, Parigi 1889 (2ª ed., rifatta, 1913); J. A. Mac Culloch, The Religion of the ancient Celts, Edimburgo 1911; id., Celtic Mythology, Boston 1918. Per 2): K. Mayer e A. Nutt, The Voyage of Bran, Londra 1895; D'Arbois de Jubainville, op. cit., II, Parigi 1884.