bramare
Ricorre solo in poesia; nella prosa della Vita Nuova e nel Convivio D. usa ‛ designare ' o ' disiare ' (frequenti peraltro anche in poesia), senza sostanziale differenza di significato. Da notare anche che b. ricorre sempre in rima, con una sola eccezione (Pg XXXIII 63).
Ha per lo più costrutto transitivo, e significa " desiderare ". Le occorrenze delle Rime riguardano la sfera amorosa (L 43 sol per voi [donna] servir la vita bramo; XCI 30; Rime dubbie XXVI 4 ogni persona che la [gentil mia dama] ve' s'inchina / a veder lei, e mai altro non brama; XXVIII 14 Sempre duce / fia del tu' amor quella che 'l tu' cor brama); nella Commedia invece sono più vari gli oggetti del desiderio: If XXXI 125 questi [D.] può dar di quel che qui si brama [la fama]; Pg xili 148 cheggioti, per quel che tu più brami / ... che... ; Pd XVII 103 io cominciai, come colui che brama / ... consiglio. Seguito da una proposizione: Pg xvli 116 È chi... brama / ch'el [il suo vicino] sia di sua grandezza in basso messo; Pd X 45 Perch'io lo 'ngegno e l'arte e l'uso chiami, / sì nol direi che mai s'imaginasse; / ma creder puossi e di veder si brami.
Indica un desiderio particolarmente intenso, in If XXX 63 e ora, lasso!, un gocciol d'acqua bramo; Pg VIII 75 la sua madre... trasmutò le bianche bende, / le quai convien che, misera, ancor brami; XXXIII 63 Per morder quella [la pianta del Paradiso terrestre] ... l'anima prima / bramò colui che 'l morso in sé punio.