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VELDE, Bram van

di Giovanna Casadei - Enciclopedia Italiana - IV Appendice (1981)
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VELDE, Bram van

Giovanna Casadei

Pittore olandese, nato a Zoeterwoude il 19 ottobre 1895. A dodici anni entra come apprendista nel laboratorio di pittura e decorazione Kramers dell'Aia e inizia a dipingere da autodidatta, influenzato da G.H. Breitner. Nel 1922, con l'aiuto finanziario del suo datore di lavoro, si reca a Worpswede, colonia di pittori espressionisti tedeschi. Dal 1928 vive a Parigi ed espone regolarmente (al Salon des Indépendants e al Salon des Surindépendants) opere che s'inseriscono nella tradizione fauvista per le forme esacerbate dal colore, ordinando poi il suo linguaggio in maniera sempre più sintetica in strutture post-cubiste. Nel 1930 soggiorna in Corsica e dal 1932 al 1936 a Maiorca. Scoppiata la guerra civile spagnola (durante la quale muore sua moglie), torna a Parigi e la sua vita è segnata da periodi di solitudine, miseria e pessimismo. Nei guazzi dipinti nel 1940, privi già di ogni riferimento con il mondo oggettivo, vi è un'articolazione dinamica dello spazio con colori vivi incastonati da contorni scuri. Dopo un periodo particolarmente difficile (1940-44), durante il quale non dipinge, van V. riprende a lavorare con una piena maturità di linguaggio, ma difficoltosa e tarda è la sua affermazione. Nel 1946 E. Loeb organizza la sua prima personale a Parigi; S. Beckett presenta a New York e a Parigi una sua mostra nel 1948, ma soltanto con la retrospettiva organizzata alla Kunsthalle di Berna nel 1958, van V. raggiunge finalmente il pieno successo, segnato poi anche da riconoscimenti ufficiali come il parigino Prix National des arts del 1973. In una sorta di proiezione visuale dei suoi tormenti interiori, van V. crea forme che s'incastrano o sovrappongono in trasparenze, determinate da un colore sempre più fluido, con un lento ed elaborato procedere che conserva tuttavia la violenza costruttiva del gesto.

Bibl.: S. Beckett, La peinture des Van Velde, in Cahiers d'art, 1945-46, pp. 349-53; S. Beckett, G. Duthuit, J. Putman, Bram van Velde, Parigi 1958; M.R. Mason, Bram van Velde: catalogue raïsonné de l'oeuvre gravée, ivi 1973; Ch. Juliet, J. Putman, Bram van Velde, ivi 1975.

Vedi anche
fauvisme Movimento artistico delineatosi in Francia nel primo decennio del 20° secolo. Il nome (da fauve, «belva») deriva da una frase sarcastica con cui il critico L. Vauxcelles commentò la presenza di quei pittori al Salon d’Automne del 1905. Il gruppo, che ebbe in H. Matisse la personalità più incisiva e catalizzatrice, ... guazzo (fr. gouache) Tecnica pittorica che usa colori diluibili in acqua mescolati con biacca e come agglutinante gomma arabica. decorazione Insieme di elementi, motivi, apparati ornamentali apposti alla struttura vera e propria dell’opera d’arte o di architettura. Può essere costituita da elementi seriali, ritmici, ricorrenti, tradizionalmente legati a spartizioni di superfici o a modanature (➔ ornato), presenti su architetture o su oggetti ... Samuel Beckett Beckett ‹bèkit›, Samuel. - Scrittore irlandese (Dublino 1906 - Parigi 1989). Uno degli autori più significativi del 'teatro dell'assurdo', fu tra gli scrittori esemplari del Novecento per il suo carattere rappresentativo di alcuni aspetti della coscienza moderna. Nel 1952 pubblicò l'opera drammatica ...
Vocabolario
van¹
van1 van1 〈van〉. – Primo elemento di cognomi olandesi (Van Dyck, Van Gogh, ecc.) e fiamminghi (Van Opstal, Van Roomen, ecc.), nei quali rappresenta una componente prepositiva con funzione patronimica, matronimica, etnica (come il ted. von...
van²
van2 van2 〈vän〉 s. ingl. [accorciamento di caravan] (pl. vans 〈vän∫〉), usato in ital. al masch. (e pronunciato per lo più 〈van〉). – 1. Tipo di furgone rimorchiabile da autoveicoli, usato per il trasporto di merci e anche di animali. 2....
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