BRACCI, Braccio
Appartenente ad antica e nobile famiglia d'Arezzo, il B. fu uno dei numerosi Toscani che nella seconda metà del Trecento vissero presso i Visconti, costituendo alla loro corte una nutrita scuola di rimatori cortigiani. Era conterraneo, dunque, di altri poeti viscontei: Giovanni de' Boni, ser Garieto, e - più alla lontana - Francesco di Vannozzo, anch'egli d'origine aretina. Del B. pochissimo sappiamo: ma certo è che visse presso i Visconti per più di mezzo secolo, dalla signoria di Galeazzo II a quella di Filippo Maria, prendendo parte vivissima alle vicende della corte, cui dedicò la sua ispirazione poetica nell'elogio dei signori sotto i quali ebbe a vivere, nell'esaltazione della loro politica e nell'esecrazione dei loro nemici.
Ai tempi di Galeazzo II risalgono le prime rime: nel 1368 il B. dipinse allegoricamente le condizioni politiche dell'Italia settentrionale nel sonetto "Veggio l'antica dritta e ferma scala"; nel 1375 si rivolse alla Signoria di Firenze con il sonetto "Sia con voi pace, Signor fiorentini"; nel 1378 pianse la morte di Galeazzo con la canzone "Silenzio posto aveva al dire in rima". Appartengono ai tempi di Bernabò la lettera in sei stanze "Illustre serenissimo alto e vero", un sonetto indirizzato a Luigi Visconti, figlio di Bernabò: "Messer Luigi, vostra nobil fama"; il sonetto in cui lamenta la sua residenza per dovere d'ufficio in una terra del contado milanese: "Sempre sono stato con gran signoria"; e forse anche il sonetto "O Lombardia affannata da' tiranni". Sono invece rime di esaltazione di Gian Galeazzo Visconti il sonetto "Sette sorelle sono a me venute" e la canzone "O aspettato da la giusta verga". E finalmente appartiene ai tempi di Filippo Maria il sonetto "Firenze, or ti rallegra, or ti conforta" scritto per celebrare la pace stipulata tra il duca e i Fiorentini.
Una collocazione cronologica meno sicura hanno certe rime suggerite dalle condizioni della Chiesa a quei tempi: i tre sonetti "O Santo Pietro, perdio non restare", "El tempio tuo che tu edificasti", "Deh non guastare il popol cristiano"; e le rime di corrispondenza: due sonetti al Petrarca ("O tesorier che'l bel tesor d'Omero" e "O infiammato da' lucenti raggi") e uno ad Antonio Beccari ("Antonio mio, tua fama era immortale").
Già il Crescimbeni giudicò il B. mediocre verseggiatore, rimproverando alle sue poesie di non essere "esenti dai vizi che... a larga mano furono sparsi sopra la toscana poesia" dopo la morte del Petrarca; e tuttavia egli è da riconoscere quale rappresentante non trascurabile di quella lirica cortigiana che costituisce un capitolo importante della letteratura in volgare nell'età del Salutati.
Bibl.: La più ampia raccolta di rime del B. si trova in Poesie minori del sec. XIV, a pura di E. Sarteschi, Bologna 1867, pp. 31-45, alcune delle quali ristampate da G. Volpi, in Rime di Trecentisti minori, Firenze 1906, pp: 227-31, e da C. Cipolla-F. Pellegrini, Poesie minori riguardanti gli Scaligeri, in Bull. dell'Istituto stor. ital., XXIV (1902), pp. 134 s. Altre rime non comprese nella raccolta del Sarteschi pubblicò A. Medin, Letteratura poetica viscontea, in Arch. stor. lomb., s. 2, XII (1885), pp. 568-81.Un sonetto in esaltazione di Gian Galeazzo Visconti fu pubblicato da G. M. Crescimbeni nei suoi Commentari, Roma 1711, III, lib. II, p. 116 (poi ristampato dal marchese di Villarosa nella Raccolta di rime toscane, Palermo 1817, p. 263);il secondo dei due sonetti diretti al Petrarca è pubblicato nel Giorn. stor. d. lett. ital., LVI (1910), p. 105;Il sonetto diretto ad Antonio Beccari è inserito tra le rime di questo, edite a cura di L. Bellucci, Bologna 1967, p. 177. Per la collocazione storica e la valutazione critica del B., cfr. A. Medin nel già citato studio sulla Letteratura poetica viscontea, con giudizi ribaditi in I Visconti nella poesia contemporanea, in Arch. stor. lomb., s. 2, XVIII (1891), pp. 733-95;cfr. anche E. Levi, Francesco di Vannozzo e la lirica nelle corti lombarde durante la seconda metà del sec. XIV, Firenze 1908, pp. 248-55; V. Cian, La satira, Milano 1945, I, pp. 241 s.