BOURG-en-Bresse (A. T., 35-36)
Città della Francia orientale, capoluogo del dipartimento dell'Ain, situata sulla riva sinistra della Reyssouze. È l'antica capitale della Bresse, regione fertile e ben coltivata che si estende a ovest del Giura. La città, a pianta irregolare, molto interessante dal punto di vista regionale, ha una popolazione di 20.364 ab. (1926). Ha stabilimenti di acque minerali, fabbriche di candele, concerie, ecc.; importante il commercio dei prodotti agricoli di cui è ricca la regione, e del pollame, il cui allevamento è gran vanto della Bresse. Ottime sono le comunicazioni di Bourg: essa infatti è unita con importanti linee a Bésançon, Digione, Mâcon, Lione, Aix-les-Bains, Ginevra.
Bourg è sede di prefettura, di corte d'assise, di tribunale di p: ima istanza; ha molti istituti d'istruzione, tra cui un liceo maschile e uno femminile e una scuola normale.
Le prime notizie storiche di Bourg risalgono al 1184, quando furono fissati i limiti della parrocchia di Saint-Pierre-de Brou da cui Bourg dipendeva. Nel 1250 la città ottenne i primi privilegi. In seguito a un matrimonio passò sotto la signoria dei conti di Savoia e vennero dati alla città negli anni successivi nuovi privilegi e franchigie. Nel 1536 fu presa da Francesco I e restò sotto la Francia sino al trattato di Cateau-Cambrésis, in seguito al quale fu di nuovo ceduta ai Savoia; nel 1601 fu definitivamente riunita alla Francia. Sotto Luigi XIII fu demolita la cittadella e smantellate le fortificazioni: da questo momento la storia della città non ha più alcuna importanza.
Bibl.: J. Brossard, Cartulaire de Bourg, précédé d'un essai sur l'histoire de Bourg, Bourg 1882; J. Baux e J. Brossard, Mémoires historiques sur la ville de Bourg, Bourg 1868-1887, voll. 5.
Monumenti. - Bourg conserva alcuni edifici antichi: la chiesa di Notre-Dame, l'antica abbazia di S. Nicola di Brou e case dei secoli XV e XVI. I vecchi quartieri furono in parte ricostruiti nel sec. XIX, e nuovi rioni aperti ad occidente vicino alla stazione e ai palazzi delle amministrazioni (prefettura, archivio, ecc.).
Antica parrocchia di Bourg era il priorato di Brou che trae la sua origine dal romitorio fondato nel sec. X da S. Gerardo, vescovo di Mâcon. Nel 1480 la principessa Margherita di Borbone fece voto di fondare a Brou un convento benedettino se avesse ottenuta la guarigione del marito Filippo, conte della Bresse. Nel 1506, dopo la morte del figlio Filiberto il Bello, duca di Savoia, marito di Margherita d'Austria (conosciuta anche come Margherita di Borgogna), adempì il voto; ma vi chiamò di Lombardia gli agostiniani. Dell'antico priorato non rimane che parte del chiostro (sec. XV); quaasi tutte le altre costruzioni sono opera di Aimé de Rogemont, Benedetto Balichon e Claudio Chardon (1506-1512).
La chiesa fu costruita dal 1513 al 1532 dal fiammingo Luigi van Boghen e consacrata il 2 marzo 1532. È di struttura gotica, a tre navate larghe e luminose, ma relativamente poco alte, con vòlte ogivali le cui chiavi sono delicatamente scolpite, pilastri a modanature complesse, cappelle lungo i fianchi. Nella facciata principale, divisa in tre ordini, la decorazione fu scolpita in parte da una bottega di artisti fiamminghi venuti a Brou (1516-1522): è ricca di particolari ma dura di esecuzione: un "insieme di enfasi italiana e di cattivo gusto settentrionale". Le facciate del transetto riproducono semplificata la composizione della facciata principale. Il coro è chiuso da un tramezzo addossato malamente, alla costruzione, ma ricco di decorazioni in stile gotico fiammeggiante con statuette entro nicchie. Dietro il tramezzo sono altre cappelle, tra cui, a sinistra, quella di Margherita d'Austria con la pala "delle Sette Gioie" in marmo bianco e nero, d'architettura gotico-fiamminga, con decorazioni in stile Rinascimento e influssi michelangioleschi in alcune figure; a lato e sopra di questa cappella i due oratorî di Margherita d'Austria con archi ribassati che dànno sul coro; la cappella di Lorenzo di Gorroved, la cui vetrata rappresenta l'Incredulità di S. Tommaso; a destra la cappella di S. Apollonia, che ha la base della torre e quella dell'abate di Montecuto con la vetrata dei pellegrini di Emaus. Completano il recinto del coro gli stalli di quercia, opera della bottega locale di Pierre de Berchod, detto Pierre Berrasson, su disegno fiammingo forse di Jan van Roome, detto Jean de Bruxelles (1530-32).
Nel coro le tombe di Margherita di Borbone, di Filiberto il Bello e Margherita d'Austria, in marmo di Saint-Lothain, di Vaugrigneuse e di Carrara (per le statue), furono eseguite su disegni di Jan van Roome, abbandonati i progetti richiesti a Jean Perréal di Tours, collaboratore di Michel Colombe a Nantes. Le figure piccole sono opera della bottega fiamminga di Brou (1516-1522), le grandi appartengono alla bottega di Conrad Meit di Worms (1526-1531). La tomba di Margherita di Borbone è gotica, a vòlta; la figura della defunta vi è rappresentata giacente su una lastra di marmo nero al disopra di un basamento di alabastro circondato di putti e di figure piangenti. La tomba di Filiberto il Bello contiene due figure giacenti del principe; l'una lo raffigura cadavere, circondato di nicchie che racchiudono le figure delle virtù (progetto di Jean Perréal: v. la tomba di Nantes), l'altra - su una lastra che sormonta la prima - rivestito della sua armatura di parata. Anche la tomba di Margherita d'Austria, a forma di baldacchino, di architettura gotica, ha due figure giacenti della defunta, l'una ricoperta da un sudario, l'altra rivestita del mantello ducale. Tutte queste grandi statue sono opera di Conrad Meit. Compiono la decorazione della chiesa le vetrate: quelle dell'abside eseguite su cartoni di Jean de Bruxelles, le altre su cartoni di artisti locali di Bresse o di Lione (dopo il 1527). Il pavimento di ceramica smaltata ricorda i prodotti di Faenza e si deve ad artisti italiani.
La chiesa di Notre-Dame, la cui ricostruzione fu iniziata nel 1505, continuata nel sec. XVII e compiuta nel XIX, è gotica con decorazioni del Rinascimento. Ha stalli molto mutilati (1530), vetrate restaurate (1505-1507), un quadro d'altare di Ferrodis de Bourg, Cristo che placa la tempesta, e una statua policroma di S. Crispino (fine del sec. XV).
Il museo, riordinato nel convento di Brou, comprende il lascito Lorin, e il museo dell'Ain, istituito nel 1921: è importante soprattutto per collezioni di mobili, di costumi e di oggetti locali, e per documenti di storia regionale. Ha quadri del Coypel, del Largillière, di Gustavo Moreau; Giovani ateniesi abbandonati al Minotauro (1854), di J. Fr. Millet; un trittico fiammingo (1558); S. Elisabetta d'Ungheria che rinuncia alla corona (1620), del Reni. Vi si conservano numerosi frammenti di scultura gotica.
Bibl.: J. Brossard, Description historique et topographique de l'ancienne ville de Bourg, capitale de la province de Bresse, Bourg 1883; V. Nodet, L'église de Brou, Bourg 1906; A. Germain, Le Musée de Bourg, Parigi 1923.