BOURBON del Monte S. Maria
La famiglia dei marchesi del Monte S. Maria (Tiberina) ripete la sua origine da Ranieri marchio et dux tuscanus, che morì circa il 1030, figlio del marchese e conte palatino Guido, che fu padre di un altro Guido, da cui, probabilmente, i conti Guidi, signori del Casentino.
Il marchese Ranieri, che è ricordato dapprima nel 1014, in un placito da lui celebrato in Corneto a favore del monastero di Farfa, e poi in altri due, tenuti in Arezzo nel 1016, in favore dell'abbate di S. Fiora, successe nel marchesato a Bonifacio. Nel 1027 si oppose da Lucca a Corrado II; è verisimile che allora perdesse il marchesato, concesso a Bonifacio di Canossa. Non si sa se il figlio di lui, Uguccione, chiamato dux et marchio in un placito tenuto in Arezzo nel giugno 1059 dal marchese di Toscana Goffredo alla presenza dei figli di Uguccione, abbia avuto realmente i poteri, o solo il titolo di marchese.
La denominazione di marchesi del Monte S. Maria, che sarà il titolo del reggente del marchesato, dopo la divisione delle famiglie sparse nella Toscana e fuori, viene da un Ranieri, che ha il titolo di marchese in un atto del 1114, figlio di quel Ranieri, che fu oggetto di fiere rampogne da parte di S. Pier Damiano, e fu figlio di Uguccione sopra ricordato. Grande è il numero dei castelli e delle ville, di cui furono signori i detti marchesi, e di cui alcuni divennero titolo particolare delle diverse famiglie, come ad es. Colle, Petriolo, Petrella, Sorbello, Montini, Valiana. Nel diploma di Federigo I, del 1162, se ne fa completa enumerazione; sorgevano in Val di Chiana, nel Valdarno aretino, nella valle superiore del Tevere, in Cortona, Città di Castello, Perugia e loro contadi. Il reggente del marchesato, istituito in seguito a liti sorte tra le numerose famiglie, s'inizia con Girolamo di Ranieri del Monte S. Maria nel 1132 e continua per una serie di 32 reggenti, fino a Pietro di Francesco del ramo di Città di Castello, col quale, il 12 agosto 1809, il feudo viene soppresso e il marchesato aggregato all'Impero francese; quindi, il 29 agosto 1815, al granducato di Toscana. I marchesi del Monte sono stati essenzialmente uomini di guerra e di stato. Spesso li troviamo al servizio di Arezzo, Firenze, Perugia e Siena, come capitani, podestà, e gonfalonieri. Taluni si distinsero anche nelle lettere, nelle scienze e nella carriera ecclesiastica. Francesco Maria (1549-1626) fu cardinale, dopo la rinuncia alla dignità cardinalizia di Ferdinando de' Medici, divenuto granduca di Toscana. Ranieri (1516-1587) fu assai ammirato per la sua dottrina da Bernardo Tasso, che lo ricorda nell'Amadigi, e dall'Aretino. Guidobaldo (1545-1607), che ha un ritratto nella Biblioteca Oliveriana di Pesaro, opera di Paolo Veronese, fu insigne matematico, autore di varie opere edite a Pesaro e a Venezia. Fu amico del Tasso, che gli dedicò un sonetto, e di Galileo.
Lo stemma di famiglia dal 1751 ha tre gigli, due in alto e uno in basso, attraversati da una sbarra rossa in campo azzurro. Quello più antico aveva sei monti a piramide, a cui si aggiunsero i gigli col rastrello rosso, come famiglia guelfa. In seguito si usò il leone rampante col piede sinistro appoggiato sui sei monti e col martello in mano. Le varie famiglie però cambiarono a piacimento i particolari del loro blasone, finché si venne al consiglio di famiglia del 1751. I tre gigli darebbero ragione del prenome "Bourbon", di cui però non si conosce l'origine certa: sembra, secondo il Gamurrini, che sia venuto in uso nella seconda metà del sec. XIII.
Bibl.: E. Gamurrini, Istoria genealogica delle fam. toscane et umbre, I, Firenze 1668, pp. 158-194; P. Farulli, Annali di Arezzo, Foligno 1717, p. 371 segg.; P. Litta, Famiglie celebri italiane, VII; A. Sacchi, Breve historia della illustrissima Casa de' Signori marchesi del Monte S. M., ms. del princ. del sec. XVII, presso la famiglia Magherini-Graziani, Città di Castello; G. Mancini, Rapporti politici dei marchesi del Monte e di Petrella con Città di Castello, ms. presso la famiglia Margherini-Graziani, Città di Castello; Scritture autentiche della fam. de' marchesi del Monte, raccolte sino a questo di 1 dicembre 1683; Firenze 1683; G. Mamiani, Memoria sulla vita e gli scritti di Guidobaldo del Monte, in Giorn. Arcadico, 1821.