BOULAY DE LA MEURTHE, Antoine, conte
Nato a Chaumouzey, nei Vosgi, il 19 febbraio 1761. Era avvocato allo scoppio della rivoluzione; arruolatosi come volontario nel 1792, prese parte alla battaglia di Valmy. Eletto giudice del tribunale civile di Nancy, fu oggetto delle persecuzioni dei terroristi, ma riuscì a nascondersi fino a dopo la morte del Robespierre, quando riprese il suo posto nella magistratura e divenne presidente del tribunale di Nancy. Nell'anno V il suo dipartimento lo elesse deputato al consiglio dei Cinquecento dove, sebbene partigiano della pacificazione religiosa, osteggiò le tendenze monarchiche del Club di Clichy. Pertanto, dopo qualche esitazione, si lasciò guadagnare dal Direttorio che aiutò nell'esecuzione del colpo di stato di fruttidoro. Fu uno dei cinque commissarî nominati nella riunione che la sinistra del Consiglio tenne nel teatro dell'Odéon. Le misure legislative proposte nell'autunno del 1797 contro i membri degli antichi ordini privilegiati furono redatte, verosimilmente ad istigazione del Sieyès, dal B. Il suo partito lo ricompensò innalzandolo alla presidenza del Consiglio dei Cinquecento. Lo spettacolo della crescente corruzione del Direttorio fini peraltro col disgustare il B., che nel 1799 combatté gli ultimi capi delle fazioni rivoluzionarie. In una pubblicazione sulle cause della caduta della repubblica inglese, il B. parve additare ai degeneri repubblicani francesi il destino che si erano meritati. Fu quindi uno dei più autorevoli membri del consiglio dei cinquecento che aderirono al colpo di stato del 18 brumaio. Presidente della commissione legislativa eletta dai fautori del nuovo regime divenne poi presidente della sezione di legislazione del Consiglio di stato. Durante il consolato diresse l'elaborazione di molti progetti di legge, ed ebbe gran parte nella pacificazione religiosa. Napoleone I gli conferì nel 1805 il titolo di conte dell'impero e poté giovarsi fino in fondo della sua collaborazione anche per dare veste legale ad atti d'arbitrio, come l'annullamento pronunciato dal senato di un verdetto d'assoluzione dei giurati d'Anversa. Sebbene avesse aderito alla prima Restaurazione, il B. collaborò subito al governo dei cento giorni, sia nel consiglio di stato, sia come deputato della Meurthe, sia infine come ministro di stato. Dovette rifugiarsi in Germania alla seconda Restaurazione e, ritornato in Francia nel 1820, morì a Parigi il 2 febbraio 1840.
Bibl.: La Revellière, Mémoires, Parigi 1895.