BOULARCHOS (Βούλαρχος, Bulārcus)
Pittore greco, di origine probabilmente ionica, della seconda metà dell'VIII sec. a. C. circa. Plinio (Nat. hist., vii, 125), ricorda un dipinto di B. che rappresentava la distruzione dei Magneti, acquistato a peso d'oro dal re lidio Candaule; di nuovo Plinio (ib., xxxv, 55), ripete la notizia e data l'attività di B. all'età di Romolo. In questo secondo passo Plinio, circa il soggetto del quadro, non parla, come prima, della distruzione dei Magneti, ma di una scena di battaglia. Ciò permette al Reinach di accettare la notizia generalmente rifiutata perché si sa che la distruzione di Magnesia avvenne dopo la morte del re Candaule (Olimp. xviii = 708-5 a. C.), e considerare la raffigurazione di B. come quella di uno dei varî scontri che i Magneti sostennero alla fine dell'VIII sec. con i vicini Efesî (cfr. Strab., 14, 647) o forse la guerra coi Cimmerî cantata da Callino. Una lontana eco di queste lotte si ritiene sia nelle rappresentazioni dei sarcofagi clazomenî, anche se non si può provare che alcuni di essi si ispirino direttamente alla pittura di Boularchos. Si considera perciò B. come pittore originario di Clazomene, o almeno dell'ambiente ionico.
Bibl.: H. Brunn, Geschichte d. griech. Künstl., II, Stoccarda 1889, 4 e 5; S. Reinach, in Revue Ét. Gr., VIII, 1895, p. 176; O. Rossbach, in Pauly-Wissowa, III, 1897, c. 1020, s. v., n. 3; W. Klein, Geschichte d. griech. Kunst, I, Lipsia 1904, p. 157; B. Sauer, in Thieme-Becker, V, 1911, p. 213, s. v.; E. Pfuhl, Mal. u. Zeichn., Monaco 1923, I, p. 490, 495, 498; S. Ferri, Plinio il Vecchio, Roma 1946, p. 141; G. Becatti, Arte e gusto negli scrittori latini, Firenze 1950, p. 217.