botto (butto)
Deverbale, che nella locuzione avverbiale ‛ di b. ' ricorre, sempre in rima, due volte nell'Inferno e una nel Purgatorio, nel senso di " di colpo ", " d'improvviso ": lf XXII 130 non altrimenti l'anitra di botto, / quando 'l falcon s'appressa, giù s'attufa; XXIV 105 e poi che fu a terra sì distrutto, / la polver si raccolse per sé stessa / e 'n quel medesmo ritornò di butto; Pg XVII 40 Come si frange il sonno ove di butto / nova luce percuote il viso chiuso, / che fratto guizza Aria che muoia tutto...
Inoppugnabile la forma ‛ butto ' di If XXIV 105 e di Pg xvn 40, non tanto per la ricorrenza in rima, data la possibilità offerta dalla rima imperfetta, quanto per la larghezza delle testimonianze manoscritte (cfr. Petrocchi, Introduzione 470). Per una più puntuale valutazione semantica occorrerà segnalare che l'esempio di lf XXIV 105, a differenza degli altri due dove il significato di " di colpo " è flagrante anche se si volesse accettare l'ipotesi offerta dal Dizionario del Battaglia - cioè " getto (d'acqua) ", deverbale da ‛ buttare ' - è spostato su un piano più generico, cioè soltanto " subito ", con l'annullamento completo dell'idea del colpo '. Quanto infine al fonema, sembra ancor oggi accettabile la soluzione proposta dal Parodi (Lingua 223), secondo cui D. avrebbe potuto usare ‛ butto ' per ‛ botto ' sull'analogia delle alternanze vocaliche nella coniugazione verbale, come ha fatto con ‛ agugna ' per ‛ agogna ' (If VI 28), ‛ accisma ' per ‛ accesmi ' (XXVIII 37). Lo stesso Parodi (che letteralmente classifica ‛ di butto ' come " estratto " da ‛ buttare ') cita un ‛ butto ' (colpo) dell'Intelligenza (v. 126), ma pare che la lezione non sia sicura. È interessante infine notare che la forza icastica di di botto in If XXII 130, ha probabilmente influenzato il passaggio dal più sicuro di colpa del v. 124 alla variante meno ammissibile di colpo, diffusa ampiamente in testi della famiglia toscana.