BOSONE
Compare per la prima volta, in qualità di diacono, al seguito di papa Pasquale II, in Benevento, ai primi di gennaio del 1113 (Jaffé-Löwenfeld, nn. 6336, 6337). Non sappiamo in che data sia stato promosso al titolo presbiterale di S. Anastasia: la prima sottoscrizione completa che ne conosciamo è del marzo 1116, ma molto probabilmente egli era già cardinale prete al momento di ricevere l'importante missione di accompagnare in qualità di legato pontificio l'impresa pisano-catalana contro Maiorca del 1113-1115. B. partì con la seconda spedizione pisana, che salpò nella primavera 1114 da Pisa raggiungendo a Barcellona il resto della flotta che vi aveva svernato, e ivi presiedette un concilio, per proclamare la indulgenza della crociata (Liber maiolichinus, vv. 1198 ss., e Fita, Concilio de Gerona, p. 229). Lo Schieffer (p. 213) avanza l'ipotesi che nel viaggio di ritorno, nel 1115, B. abbia tenuto quel concilio di St.-Gilles di cui si ha notizia da una lettera di Pasquale II (Jaffé-Löwenfeld, n. 6531).
Nel marzo 1116 era presente in Roma, al Concilio lateranense (J. D. Mansi, Conciliorum...collectio, XXI, Venetiis 1776, coll. 149 s., e Jaffé-Löwenfeld, n. 6517). Poco dopo, il 23 maggio, Pasquale II annunciava (Jaffé-Löwenfeld, n. 6523) a s. Ollegario abate di S. Rufo in Provenza una legazione di B., incaricato fra l'altro di indurre lo stesso Ollegario ad accettare l'elezione episcopale alla sede di Barcellona. Nella Vita Ollegarii l'invio di B. è infatti presentato (pp. 476 ss.) come risposta a una legazione di vescovi spagnoli, venuta a chiedere di ottenere Ollegario quale vescovo di Barcellona e di poter contare sull'attivo sostegno pontificio per la lotta contro gli, Almoravidi. Un altro scopo della legazione, sottolineato dall'Anonimo di Sahagún (pp. 345 s.), consisteva in un'opera di mediazione fra la regina Urraca di Castiglia e il suo sposo Alfonso el Batallador di Aragona, il cui matrimonio era stato dichiarato nullo, e che si trovavano da tempo in uno stato di vera e propria guerra fra loro. B. compì il viaggio in compagnia del conte di Barcellona Raimondo Berengario III con il quale si incontrò a Pisa (proprio allora il pontefice aveva stretto i rapporti con il conte, prendendolo sotto la protezione della Sede apostolica: Jaffé-Löwenfeld, n. 6524, sempre del 23 maggio 1116; cfr. in proposito Kehr, Das Papsttum und der katal. Prinzipat, pp. 56 s.). L'itinerario di B. passava per la Francia: per la Provenza, dove avrebbe incontrato Ollegario per condurlo a Barcellona (Ollegario fu consacrato vescovo a Maguelonne: Vita Ollegarii, p. 477), e per l'Aquitania ("causa exercitus congregandi super Hispanias per Aquitaniae partes transiens", scrive B. stesso nel ricordo della consacrazione di una chiesa compiuta col vescovo Eustorgio di Limoges: J. B. Champeval, Cartulaire... d'Uzerche, Paris-Tulle 1901, p. 414).
Non abbiamo dati per ricostruire esattamente la cronologia dell'attività di B. nella seconda metà del 1116, ma sappiamo che il 4 novembre egli era al di qua delle Alpi (non si sa se ancora o in una parentesi della sua missione oltralpe), a Torino, dove presenziava all'investitura da parte del vescovo Mainardo della chiesa di S. Maria di Susa al prevosto di Oulx Arberto II: investitura, specifica il documento, che avvenne per l'intervento persuasivo del cardinale sul vescovo di Torino. Questo documento - unitamente alla successiva attività, come si vedrà sotto, di B. a Torino - può far pensare a una sua origine piemontese, da mettere forse anche in rapporto proprio con la sua designazione per ripetute e importanti missioni in Spagna: nel 1112 infatti una legazione simile era già stata affidata all'abate di S. Michele della Chiusa (diocesi di Torino), i cui rapporti con la penisola iberica erano notevolmente intensi, per convocare i vescovi spagnoli al concilio di Benevento del 1113 e per esercitare un'azione mediatrice fra Urraca e il re Alfonso (Kehr, Das Papsttun und die Königreiche Navarra..., p. 40).
Sull'itinerario iberico di B. ci informa abbastanza dettagliatamente l'Anonimo di Sahagún: attraverso Palencia e León egli si recò a Santiago di Compostella e a Braga. Di ritorno, il 18 febbr. 1117, tenne a Burgos un concilio, di cui possediamo gli atti, ritrovati nel 1906 ed editi dal Fita (Concilio nacional de Burgos, pp. 396-98). Il concilio si teneva alla presenza fra gli altri dell'arcivescovo di Toledo Bernardo, di Ugo di Oporto, di Ollegario di Barcellona, e forse anche alla presenza - ma comunque sotto gli auspici - della regina Urraca con il figlio Alfonso VII: il canone XIV, infatti, riguardante la proibizione dei matrimoni fra consanguinei, è da porre in relazione con la preoccupazione di riaffermare la nullità del matrimonio di Urraca con Alfonso el Batallador (Jaffé-Löwenfeld, n. 6279), secondo la volontà della regina; e, d'altra parte, se numerosi furono i vescovi presenti, nessuno dei vescovi vassalli del re Alfonso comparve. B. pronunziò anche una sentenza contro l'assente arcivescovo di Braga, Maurizio (il futuro antipapa Maurizio Bordino: vedi la lettera di Callisto II del 5 marzo 1120, ibid., n. 6829), e definì alcune questioni di delimitazione di confini interessanti Braga, Merida, Coimbra e Oporto (Erdmann, Papsturkunden in Portugal, pp. 171 ss., nn. 18, 19: particolarmente importante la decisione di attribuire Coimbra non alla provincia di Braga, ma a quella di Merida). Ma la parte principale del concilio consistette nella promulgazione di una serie di canoni a carattere nettamente riformatore, rivolti contro la simonia e il concubinato del clero.
Poco dopo, il 22-23 aprile, B. teneva un altro sinodo a Gerona; non ce ne rimangono gli atti, ma ce ne informano sia una lettera di B. a Oddone vescovo di Urgel in cui il concilio è annunziato, sia una sentenza in esso pronunziata circa una vertenza fra Ollegario di Barcellona e l'abate di S. Cugat del Vallés.
A questo periodo (a questo concilio, secondo Fita, Concilio de Gerona, p. 230) è probabilmente da riportare la sottoscrizione di B. agli atti del concilio di Vilabertrán (diocesi di Gerona) del novembre 1100, che è chiaramente una conferma aggiunta a posteriori, secondo l'uso catalano, e non attesta quindi la sua presenza a quel sinodo (come erroneamente in C. J. Hefele-H. Leclercq, Histoire des Conciles, V, 1, Paris 1912, p. 471: vedi Kehr, Papsturkunden in Spanien, I, 1, p. 159; 2., p. 308).
Mancano notizie su B. per gli ultimi mesi del pontificato di Pasquale II (che muore il 21 genn. 1118) e per il primo periodo di Gelasio II: sappiamo che il nuovo pontefice appena giunto in Francia, nel novembre 1118, in fuga da Roma, inviava in Spagna quale legato il cardinale Deusdedit di S. Lorenzo in Damaso, per invitare i vescovi spagnoli al concilio che intendeva radunare per il marzo 1119 a Clermont. B. appare adesso, nel dicembre 1118, a fianco del papa, a Orange (Jaffé-Löwenfeld, n. 6671, e vedi A. Bernard-A. Bruel, Recueil des chartes... de Cluny, V, Paris 1894, pp. 287 s.). Alla morte di Gelasio in Cluny, il 29 genn. 1119, e all'immediata elezione in Cluny stessa del suo successore Callisto II, B. dovette essere presente (così attesta Orderico Vitale nella sua Historia ecclesiastica, in Mon. Germ. Histor.,Scriptores, XX, Hannoverae 1869, pp. 69 s.: anche se gli attribuisce erroneamente il titolo di vescovo di Porto). Accanto a Callisto la sua presenza è documentata più volte in Francia: il 18 giugno a St.-Gilles (Jaffé-Löwenfeld, n. 6699), nel luglio al concilio tenuto in Tolosa, il 24 settembre a Tours, nell'ottobre al concilio di Reims, per il quale Orderico Vitale lo segnala fra i protagonisti della discussione (p. 70); l'11 marzo 1120 è a Gap (Jaffé-Löwenfeld, n. 6831).
Una nuova missione per la penisola iberica riceveva tra il 1120 e il 1121, di cui è fonte principale la Historia compostellana (uscita dall'ambiente dei chierici che circondavano Diego Gelmirez, vescovo - arcivescovo dal febbraio 1120 - di Compostella), che conserva fra l'altro diversi documenti della corrispondenza di B. con Diego. Partito con il vescovo Ugo di Oporto, egli si accompagnò con lui fino ai Pirenei. Giunse fino a Santiago di Compostella, che visitò in compagnia di Guido vescovo di Lescar: in loro presenza fu consacrato il vescovo di Avila, Sancho (Hist. Compost., pp. 322 s.), e vi fu un incontro con la regina Urraca e il figlio Alfonso VII, "de statu Sanctae Ecclesiae et Hispaniae regni", dopo il quale B. indisse per l'agosto 1121 un concilio a Sahagún.
L'Historia compostellana ci conserva una lettera di B. a Diego Gelmirez che annuncia la convocazione di un concilio a Tolosa "in dominica sexagesimae" (p. 320): ma di tale concilio null'altro sappiamo.
Del concilio tenuto a Sahagún il 25 agosto ci rimangono per esteso gli atti (Erdmann, Papsturkunden in Portugal, pp. 177 ss.). Oltre a promulgare canoni di tipo riformatore (con ribadita insistenza sul celibato in primo luogo e sulla simonia), B. pronunciava l'interdetto sulla Spagna a partire dalla festività di s. Martino (11 novembre). Le ragioni di questa grave misura, che non risultano immediatamente dagli atti, sono però chiaramente ricostruibili dal contesto della Historia compostellana e da una serie di documenti pontifici: si trattava di una reazione al comportamento della regina Urraca, che aveva spinto il suo contrasto con l'arcivescovo Diego Gelmirez fino alla sua cattura, e alla spogliazione di alcuni castelli (Hist. Compost., p. 332). Sulla questione ritornava Callisto II il 7 ottobre, in una serie di lettere (Bullaire, nn. 253 ss.) da cui appare che non era stato ancora informato della intervenuta liberazione di Diego, e esortava B. a prendere energiche iniziative, convocando se necessario un concilio. Ma contemporaneamente apprendiamo dal pontefice (Bullaire, n. 253) che egli aveva già espresso a B. la volontà dei cardinali circa un suo sollecito ritorno: una volta sistemata la faccenda di Gelmirez, dunque, B. concluse evidentemente la sua missione rientrando in Italia.
È probabilmente al passaggio di B. per la Francia nel corso del suo viaggio di ritorno che si riferisce il ricordo di un suo intervento (1122) insieme con Giraldo d'Angoulême in favore dell'abbazia della Sauve-Majeure (Gallia christiana, II, Parisiis 1720, col. 1463: vedi la conferma pontificia in Jaffé-Löwenfeld, n. 7159).
Da questo momento non si hanno più documenti di una sua presenza in Curia, e poco dopo (a partire dal 1123 circa) il suo titolo compare occupato dal cardinale Teobaldo Boccapeccus:ma ciò non è dovuto alla morte di B., come afferma Klewitz (pp. 241 s.), bensì alla sua elezione a vescovo di Torino: l'identità fra il cardinale prete di S. Anastasia e il Bosone che compare a partire almeno dal 13 dic. 1122 (prima data sicura di un suo documento) quale vescovo di Torino è infatti esplicitamente affermata dalla Historia compostellana (p. 380), nel ricordare il dono di una croce preziosa che Diego Gelmirez fece eseguire appositamente per B. (vedi anche p. 317). Ma tale identità è rimasta completamente ignorata dalla letteratura storica.
Fra gli atti dell'episcopato torinese, ci rimane una donazione all'abbazia di S. Maria di Pinerolo del 18 apr. 1122 o 1123 (per la data controversa, vedi L. Schiaparelli, Note sulle antiche bolle pontificie di S. Maria di Pinerolo, in Arch. stor. ital., s. 5, XXIX [1902], pp. 10 s.), data dal castello di Testona, e una conferma di possedimenti ad Arberto II prevosto di Oulx, di data incerta. Pure incerta è la data del sinodo convocato da B., nel corso del quale fu promulgata la tregua di Dio: il testo era conservato in un codice andato distrutto nell'incendio della Biblioteca Nazionale di Torino del 1904, ma ne rimane l'edizione in J. Pasinus, Codices manuscripti Bibl. R. Taurinensis Athenaei, II, Taurini 1749, pp. 285 s.
I documenti attribuiti al 1120, menzionati dal Pingonio (Augusta Taurinorum, Taurini 1577, p. 36: si tratterebbe di un diploma con cui Callisto II conferma a B. le donazioni fatte alla Chiesa torinese dalla contessa Adelaide) e dal Meranesio (Pedemontium sacrum, in Hist. Patriae Monum., XI, Scriptores, IV, Taurini 1863, col. 1178: una donazione di B. al monastero della Novalesa) sono da spostare, in base alla cronologia sopra stabilita, almeno al 1122-23.
L'ultima notizia che abbiamo su B. è la sua sottoscrizione a un placito dell'arcivescovo di Milano, datato nel dicembre, 1125 (L. A. Muratori, Antiquitates Italicae, V, Mediolani 1741, coll. 1027 s.). Il giorno della sua morte è segnato nel necrologio di S. Solutore al 30 aprile.
Fonti eBibl.: Sull'impresa di Maiorca: Liber maiolichinus, a cura di C. Calisse, Roma 1904, in Fonti per la storia d'Italia, XXIX, vv. 1152 ss., 1199 ss., 1590 s., 2208 ss., 3266 ss.; Bernardo Maragone, Annales pisani, in Rerum Italicarum Scriptores, 2 ediz., VI, 2, a cura di M. Lupo Gentile, p. 8; Gesta triumphalia per Pisanos,ibid., (app.), pp. 90 ss.; F. Fita, Patrologia latina: Renallo Gramático y la conquista de Mallorca..., in Boletin de la R. Acad. de la historia, XI, (1902), pp. 50-59; A. M. Alcover, Los Mozarabes baleares, Madrid 1929, pp. 26 ss.
Sulle legazioni in Spagna: J. Villanueva, Viage literario a las iglesias de España, Valencia 1821, VI, pp. 333 s. n. 43; VIII, pp. 289 s., doc. XXXIII (lettera di B. a Oddone di Urgel); XIII, p. 127; C. Douais, Cartulaire de l'abboye de St.-Sernin de Toulouse, Paris-Toulouse 1887, pp. 198 s. n. 283 (lettera di B. a Amelio vescovo di Tolosa); P. Kehr, Papsturkunden in Spanien, I, Katalonien, Berlin 1926, pp. 308 s. n. 43; C. Erdmann, Papsturkunden in Portugal, Berlin 1927, pp. 171 s. n. 18; 172 s. n. 19; 177 ss. n. 22; 179 s. n. 23; 180 s. n. 24; 183 ss. n. 26; 187 n. 28; Historia compostellana, in H. Florez, España sagrada, XX, Madrid 1765, pp. 273, 298, 317, 320, 322 s., 326 s., 332, 339, 380; Vita s. Ollegarii,ibid., XXIX, ibid. 1775, pp. 474, 477; Historia de Sahagún, in R. Escalona, Historia del Real monasterio de Sahagún, Madrid 1782, pp. 345 s., 348 s.; F. Fita, Concilio nacional de Burgos (18 febr. 1117), in Boletin de la R. Acad. de la historia, XLVIII (1906), pp. 387-407; Id., Concilios de Gerona,Segovia y Tuy en 1117 y 1118,ibid., pp. 501-509; Id., Concilio de Gerona en 1117, ibid., XLIX (1906), pp. 227-235; P. Kehr, Das Papsttum und der katalanische Prinzipat..., Berlin 1926, pp. 56 ss.; Id., Das Papsttum und die Königreiche Navarra und Aragon..., Berlin 1928, pp. 40 s., 44; C. Erdmann, Das Papsttum und Portugal..., Berlin 1928, pp. 20 ss.; G. Säbekow, Die päpstlichen Legationen nach Spanien und Portugal, tesi, Berlin 1931, pp. 36 s., 39 s.; Th. Schieffer, Die päpstlichen Legaten in Frankreich..., Berlin 1935, pp. 212 s.; A. Gordon Biggs, Diego Gelmirez first archbishop of Compostela, Washington 1949, pp. 149, 156 s., 164 s., 169, 171, 174, 221, 231, 343, 357; H. W. Klewitz, Reformpapsttum und Kardinalkolleg, Darmstadt 1957, pp. 100, 123, 235, 241 s.
Sui rapporti con Gelasio II, v.: Gelasii II Epistulae, in Migne, Patr. Lat., CLXIII, coll. 508 (Jaffé-Löwenfeld, n. 6665), 512 s. (Jaffé-Löwenfeld, n. 6671).
Sui rapporti con Callisto II: Bullaire du pape Calixte II, a cura di U. Robert, Paris 1891, nn. 19, 31, 35, 64, 126, 146, 154, 253 ss., 325.
Sull'episcopato torinese: Necrologium monasterii sanctorum Solutoris,Adventoris et Octavii Taurinensis, in Mon. hist. patriae,Scriptores, III, Augustae Taurinorum 1848, col. 220; Cartario di Pinerolo, a cura di F. Gabotto, Pinerolo 1899, pp. 52 s., doc. XXXVI; Cartario della abazia di San Solutore di Torino, a cura di F. Cognasso, Pinerolo 1908, p. 277, doc. IV (riprende l'edizione della "treuga Dei" dal Pasini, con qualche correzione); Le carte della prevostura di Oulx, a cura di G. Collino, Pinerolo 1908, pp. 97 doc. XCV; 108 s. doc. CVII; Le carte dell'Archivio del duomo di Torino, a cura di G. Borghezio-C. Fasola, Torino 1931, pp. 28 s. doc. XIV; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia,Il Piemonte, Torino 1899, p. 356; G. Schwartz, Die Besetzung der Bistümer Reichsitaliens, Leipzig-Berlin 1913, p. 134.