BOSILIO, Manfredino, detto anche Manfredino da Castelnuovo Scrivia
Ben scarse sono le notizie di questo pittore Bosilio (e non Ubasiglio e Bosillo, come è stato scritto) oriundo del Torfonese. È incerto il luogo di nascita (Castelnuovo Scrivia o Tortona) poiché nella sua opera migliore, il polittico dell'Accademia Ligustica di Belle Arti a Genova, il B. si firma "Manfredinus de Castronovo i Terdona".
I suoi primi documenti pittorici conosciuti sono gli affreschi, datati al 1474, nell'abside della cappella di S. Fermo nella pieve di Novi Ligure. Furono eseguiti per conto di Giovanna Campofregoso, come dice l'iscrizione dipinta sul fondo accanto alla nobildonna. Tali pitture, raffiguranti la Committente,s. Anna,la Vergine col Figlio e l'Eterno Padre, mostrano già una perfetta padronanza tecnica ed anche stilistica, sia nel disegno armonico ed elegante, sia nel colore tenue e trasparente. Vi si riscontra un deciso gusto tardogotico, più vicino all'ambiente della pittura lombarda del primo Quattrocento che di quella piemontese.
Nel polittico dell'Accademia Ligustica a Genova, di quattro anni posteriore agli affreschi di Novi, lo stile del B. si fa assai più robusto e plastico, certo sotto l'influsso dell'arte del Foppa, del Braccesco, del Brea, del Corso, attivi in quel tempo a Genova e nella Riviera ligure.
Proveniente dalla parrocchiale di Gavi, l'opera fu eseguita nel 1478, come attesta l'iscrizione posta in basso. È a due piani e manca purtroppo di alcuni scomparti laterali. Vi sono raffigurati i SS. Giacomo,Giovanni Evangelista,Giovanni Battista,Lorenzo e Pietro,la Vergine in trono col Figlio. Del polittico faceva anche parte il S. Stefano, ridotto a mezzo busto, oggi nella Galleria di palazzo Bianco a Genova, mentre il S. Francesco e Pietro Martire dell'Accademia Ligustica, connessi al polittico dalla Gabrielli (1959), piùprobabilmente appartengono ad altro complesso. Sicuramente, invece, sono legati al primo la predella, una piccola cimasa e alcuni frammenti di lesene (all'Accad. Ligustica).
Gli affreschi nella parrocchiale di Pontecurone non apportano che scarsi contributi alla conoscenza del B., che dovette riscuotere larga fama in Piemonte e specialmente in Lombardia se venne addirittura chiamato nel 1490 a decorare, col fratello minore Franceschino, col Butinone e lo Zenale, la sala della Balla nel Castello Sforzesco di Milano.
Il B. morì il 24 giugno 1496.
A lui sopravvisse il fratello Franceschino, anche lui pittore, che nel 1507 firmava il trittico della chiesa della Trinità a Pozzolo Formigaro, oggi perduto (Brizio, 1942). Come dimostra la Gabrielli (1959), pubblicando gli affreschi della chiesa di Nostra Signora della Ghiare presso Pozzolo Formigaro, non fu certo all'altezza del B.; non tanto nel disegno squadrato e robusto, quanto nel colore "scuro nelle carni e pesante nelle ombre".
Bibl.: S. Varni, Cose artistiche in Gavi, in Il Michelangelo, Genova 1855, n. 12, pp. 46-48; F. Alizeri, Notizie dei professori del disegno in Liguria, I, Genova 1870, pp. 324, 332; S. Varni, Di una tavola di Franceschino da Castelnuovo Scrivia, in Giornale ligustico, I (1874), p. 93; Id., Della Pieve di Gavi,ibid., II (1875), pp. 355-367; G. Stara Tedde, La Pieve di Volpedo e i pittori M. e F. B., in Julia Dertona, XIII (1915), p. 3; N. Gabrielli, Monumenti della pittura nella provincia di Alessandria..., Alessandria 1935, pp. 36-46; A. M. Brizio, La pittura in Piemonte dall'età romanica al Cinquecento, Torino 1942, pp. 187-189; G. Martin Mery, Les Primitifs mediterranéens (catal.), Bordeaux 1952, p. 32 n. 3; N. Gabrielli, Arquata e le vie dell'oltregiogo, Torino 1959, pp. 251-260; P. Torriti, La Quadreria dell'Accademia Ligustica di Belle Arti, Genova 1963, tavv. VIII, IX, X.