ARGENTI (Arienti), Borso
Nacque a Ferrara da Giovanni Battista intorno alla metà del sec. XVI. Dotato di notevoli capacità diplomatiche, godé il favore dei principi estensi, che si valsero della sua opera in varie circostanze. Erudito di sicuro gusto letterario e amico di letterati famosi, fra i quali T. Tasso, intervenne nella polemica sulla lingua come si deduce da una lettera di Diomede Borghesi (Siena, 26 genn. 1579), che accenna ai rapporti, intercorsi tra l'A. e A. Caro. I principali interessi dell'A. furono tuttavia rivolti allo studio delle leggi civili e canoniche per cui si recò a Parigi conseguendo, al suo ritorno a Ferrara, il dottorato (privilegio del 30 genn. 1593).Dopo avere ancora per breve tempo servito i principi estensi, abbracciò la carriera ecclesiastica, divenendo arciprete del duomo di Ferrara. Inviato a Roma per alcuni affari del capitolo della cattedrale, si spense in questa città nel 1594
L'A. scrisse rime d'ispirazione petrarchesca che il Borghesi annunciava in modo lusinghiero ("tosto si sapranno le nuove Rime del Borso le quali forse dovranno chiudere la bocca ai maldicenti": Mantova, 26 febbr. 1581). In realtà, esse rimasero per molto tempo sconosciute, se si eccettuano i pochi versi editi nelle Rime scelte de' Poeti ferraresi, Ferrara 1713, p. 220. Quindici suoi sonetti, inseriti dal Frati nella sua raccolta Rime inedite del Cinquecento, Bologna 1918, pp. VI-VII, 59-66, non si discostano, quanto ai temi e alla forma, dai consueti modelli della lirica aulica: significativo è un sonetto di argomento erotico-pastorale che sembra preludere (Croce) alla famosa pastorella mariniana.
Forse soltanto per diletto, ma sicuramente sostenuto da una seria disciplina letteraria, l'A. compose una commedia, La Prigione, Ferrara 1580, che rappresentata nel 1577, forse dinanzi allo stesso pubblico che aveva assistito dieci anni prima allo Sfortunato del fratello Agostino, sembra aver riportato un discreto successo.
Fonti e Bibl.: Lettere del Sig. Diomede Borghesi, II, Padova 1584, pp. 43 s., 53 s.; G. M. Mazzuchelli, Gli Scrittori d'Italia, I, 2, Brescia 1753, p. 1040 ; A. Solerti, Ferrara e la corte estense nella seconda metà del sec. XVI, Città di Castello 1900, p. 95; A. Salza, recens. a L. Frati, Rime inedite del Cinquecento, Bologna 1918, in Giorn. stor. d. letter. ital., LXXIV (1919), p. 149; B. Croce, La lirica del Cinquecento, in La Critica, XXIX (1931), p. 30.