BORSA
Tendenze generali. Il mercato borsistico in Italia. Bibliografia
Nel primo decennio del nuovo secolo le b. internazionali sono state interessate da significativi cambiamenti nella struttura organizzativa e nei sistemi di governo societario, dopo le rilevanti innovazioni delle modalità di negoziazione del decennio precedente in cui la progressiva affermazione dei sistemi elettronici ha soppiantato pressoché ovunque i modelli basati sull’interazione fisica degli intermediari.
Tendenze generali. – Il forte sviluppo delle economie dei Paesi emergenti ha determinato anche uno stravolgimento di quello che era il tradizionale quadro internazionale: osservando i dati relativi al 2013 della World federation of exchanges si può notare come tra i primi venti mercati azionari per dimensione se ne contino sette europei, tre nord americani, nove asiatici e uno sudamericano. Fermo restando il compito di assicurare condizioni efficienti per il finanziamento delle imprese e l’allocazione del risparmio delle famiglie e degli investitori istituzionali (fondi pensione in primis), il ruolo delle b. all’interno dei sistemi economici ha assunto una rilevanza diversa.
Sotto il profilo istituzionale e societario, al modello della b. come cooperativa di intermediari – tipico del mondo anglosassone – o come soggetto di emanazione pubblica – come spesso avveniva in Europa continentale – è subentrato quello di una tradizionale società per azioni, orientata al profitto, dotata di funzioni disciplinate per legge e vigilate dalle autorità finanziarie (banche centrali, commissioni di controllo su mercati e intermediari). Nella maggior parte dei casi, tali società sono quotate sui mercati da esse stesse gestiti: alla fine del 2013 otto tra le prime dieci b. per dimensione del mercato azionario gestito e tredici tra le prime venti erano quotate. Con l’eccezione di quella svizzera, tutti i casi di b. non quotate erano riferiti a mercati del Sud-Est asiatico (Cina, Taiwan, Corea, India). Sotto il profilo organizzativo, le b. hanno visto crescere le funzioni esercitate e gli ambiti di operatività. Ai tradizionali compiti di organizzazione dei locali adibiti alle negoziazioni e diffusione delle informazioni sui prezzi degli strumenti finanziari negoziati si sono affiancati – con sfumature di vario titolo dettate dalle diverse situazioni istituzionali e regolamentari – quelli di ammissione di società, strumenti finanziari e intermediari, di organizzazione di mercati specifici per particolari tipologie di società (tecnologiche, di dimensioni medio-piccole ecc.) o strumenti finanziari (futures, opzioni, covered warrant, certificati), di avvio di servizi informativi diretti a intermediari e investitori, di organizzazione delle piattaforme elettroniche di negoziazione, di gestione diretta delle funzioni di post-trading come i servizi di controparte centrale (che assicurano la garanzia dell’esecuzione dei contratti di compravendita tra gli intermediari ammessi alle negoziazioni), di deposito centralizzato degli strumenti finanziari e di liquidazione delle transazioni.
La trasformazione societaria degli organismi di gestione, la progressiva globalizzazione dei flussi finanziari, la tendenziale omogeneità dei modelli organizzativi, la presenza di rilevanti economie di scala e la dimensione crescente degli investimenti tecnologici hanno fornito ulteriore impulso alla integrazione tra b. di diversi Paesi. Al netto dei tentativi abortiti, in ambito europeo si sono delineate quattro aree di aggregazione.
Nel 2014 Euronext, il polo nato dall’integrazione dei mercati borsistici francese, belga, olandese e portoghese, è tornato indipendente. Avviato nel 2000 su iniziativa della b. francese, Euronext aveva aggregato nel 2002 il mercato dei derivati londinese LIFFE (London International Financial Futures and options Exchange) e si era fuso nel 2007 con il NYSE (New York Stock Exchange, la principale b. mondiale). Tuttavia l’acquisizione del NYSE da parte dell’Intercontinental Exchange, un mercato statunitense di derivati che ne ha assunto il controllo nel 2013, ha indotto a riconsiderare l’autonomia di Euronext (privo del LIFFE). Il gruppo OMX, sorto dall’integrazione, a partire dal 2003, delle b. dei Paesi nordici (Svezia, Finlandia, Danimarca, Estonia, Lituania, Lettonia, Islanda; la sola Norvegia è rimasta autonoma), è stato acquisito nel 2007 dal NASDAQ (National Association of Securities Dealers Automated Quotation), già gestore dell’omonimo mercato statunitense, prevalentemente orientato sui titoli tecnologici. Il London stock exchange e il gruppo Borsa italiana si sono fusi nel 2007, dando vita al principale polo europeo nell’ambito dei mercati azionari. Nell’Europa centrale, la b. di Vienna (Wiener Börse AG) si è posta come polo aggregante, integrandosi all’interno di un unico gruppo (CEESEG, Central Eastern Europe Stock Exchange Group) con la b. ungherese e con quelle slovena e della Repubblica Ceca.
Il mercato borsistico in Italia. – Permangono le ragioni strutturali (dimensione contenuta delle imprese, scarsa propensione all’apertura a soci esterni) che continuano a limitare l’estensione del listino italiano, il cui numero di società domestiche quotate rimane posizionato intorno a 300 (nonostante una vivace dinamica: le ammissioni dal 1995 al 2014 sono state 392). Analoghe situazioni si riflettono sull’andamento della capitalizzazione di borsa, che, se misurato in rapporto al PIL, si mantiene ancora a un livello molto inferiore a quello delle principali economie mondiali. Cresciuto fino al 70% negli anni a cavallo del millennio è poi ridisceso per stabilizzarsi intorno al 30% dopo la crisi finanziaria. Tuttavia l’efficienza tecnologica e la presenza di una partecipazione diversificata da parte degli investitori domestici e internazionali confermano anche le condizioni che rendono la b. italiana tra le più liquide sul piano internazionale.
Nel primo decennio del 21° sec. Borsa italiana ha attuato un consolidamento dell’intera filiera, portando al proprio interno la gestione della tecnologia dei sistemi di negoziazione e acquisendo il controllo della Cassa di compensazione e garanzia (che svolge i compiti di controparte centrale per il mercato dei derivati e per quelli azionario e obbligazionario, assicurando la garanzia di esecuzione dei contratti conclusi tra gli intermediari) e di Montetitoli (il depositario centrale, dove sono custodite – a partire dal 1999 in forma dematerializzata – tutte le azioni quotate e che è responsabile della liquidazione dei contratti negoziati in b., attraverso lo scambio tra titoli e contante).
Permane inoltre il ruolo di MTS (Mercato Telematico dei titoli di Stato), il mercato elettronico creato verso la fine degli anni Ottanta e privatizzato nella seconda metà degli anni Novanta che ha contribuito a rendere più liquido ed efficiente il mercato all’ingrosso dei titoli di Stato. MTS è entrato nel gruppo Borsa italiana nel 2006 e successivamente si è integrato nel London stock exchange group.
Bibliografia: I mercati e gli strumenti finanziari, a cura di A. Banfi, Torino 1998, 20137; R. Schwartz, R. Francioni, Equitymarkets in action, Hoboken (N.J.) 2004.