BORSA
. In anatomia umana si chiamano borse sierose speciali formazioni vescicolari più o meno appiattite, costituite da una membrana di struttura fibrosa con parete interna levigatissima, rivestita di endotelio, che delimita una cavità contenente un liquido di aspetto oleoso filante che ricorda la sinovia delle cavità articolari e delle guaine sinoviali dei tendini. Si trovano o nel sottocutaneo o a contatto dei muscoli o dei tendini: fungono da cuscinetti elastici sui punti di pressione o di scorrimento.
Borsite. - Detta anche igroma, è l'infiammazione, acuta o cronica, delle borse sierose. La borsite acuta è dovuta a traumi, a gotta, a infezioni comuni o specifiche (blenorragia, tifo), potendo la penetrazione dei germi avvenire per inoculazione diretta (ferite), per propagazione dai tessuti vicini, per metastasi (rara). È caratterizzata da un essudato, che può essere sieroso, sierofibrinoso, purulento. I sintomi sono quelli delle raccolte infiammatorie acute; la cura consiste nel riposo, nella terapia stimolante, specifica o aspecifica, nell'incisione, a seconda della natura del processo. La borsite cronica può essere traumatica, per lo più da stimoli continuamente ripetuti, quali si verificano specialmente in alcuni mestieri (borsiti professionali). Se ne distinguono una forma sierosa, con raccolta di liquido citrino, talora filante, dovuto alla colliquazione del tessuto collageno della parete; una forma emorragica e una forma secca o proliferante, a pareti spesse e anfrattuose, senza o con poco liquido. A questa forma sono stati attribuiti alcuni casi di cosiddetto scroscio sottoscapolare. Il decorso è lento, la cura consiste nell'asportazione. La borsite tubercolare può assumere tre forme: mixomatosa (rarissima), a grani risiformi, fungosa; si cura con l'asportazione. La borsite sifilitica è sierosa o gommosa; richiede la cura specifica.