BORIS
. Principe russo, figlio prediletto del principe Vladimir di Kiev, che portò il cristianesimo nella terra russa. Nacque intorno al 990 ed ebbe in appannaggio dal padre la città di Rostov. Nel 1015 fu mandato dal padre a combattere contro i Pečenegi. Durante la sua assenza Vladimir morì e sul trono di Kiev salì il fratello maggiore di B., Sviatopolk. B. al ritorno dalla campagna con la sua druzina (compagni d. arme), si accampò sulle rive del fiume Alta. La sua družina cercò di spingerlo contro Sviatopolk, ma il principe si rifiutò. Allora i compagni d'arme lo lasciarono ed egli rimase solo con alcuni fedeli. Nel frattempo Sviatopolk decideva di prendere nelle proprie mani il potere su tutta la terra russa e di fare uccidere i suoi fratelli. Mandò perciò sull'Alta alcuni sicarî, che nella notte dal 23 al 24 luglio 1015 uccisero B. Il corpo di B. fu sepolto a Vyšgorod dove in seguito fu trasportato anche il corpo del fratello Gleb ucciso da Svjatopolk. Alle reliquie dei martiri Boris e Gleb, fin dal sec. XI, si attribuirono dei miracoli; così esse furono venerate dai principi e dal popolo. Canonizzati dalla chiesa nel sec. XI, i fratelli martiri divennero i primi santi nazionali e patroni della chiesa russa.
Bibl.: Raccolta completa delle cronache russe, I, Cronaca di Lavrentij, 1846; O ubienii Borisove (Sull'uccisione di Boris), in Čtenija Moskovsk. Obšč. Ist. i Drevn., 1915; N. I. Serebrjanskij, Drevnerusskija kniažeskija žitija (Antiche vite di principi russi), pp. 27-47; in Čtenija, ecc., I (1903); E. E. Golubinskij, Istorija kanonizacii svjatych v russkoj cerkvi (Storia della canonizzazione dei Santi nella chiesa russa), pp. 43-49.