EL'ZIN, Boris Nikolaevič
Uomo politico russo, nato a Butka (villaggio nella regione di Sverdlovsk) il 1° febbraio 1931. Laureatosi in ingegneria edile, s'iscrisse al PCUS nel 1961. Segretario del partito nel distretto di Sverdlovsk nel 1976, fu chiamato a Mosca da M. Gorbačëv come segretaro del Comitato centrale per l'edilizia nel maggio 1985. Il 24 dicembre successivo venne eletto primo segretario del comitato cittadino del PCUS di Mosca, grazie all'intervento diretto di Gorbačëv, che voleva rafforzare la componente riformista.
A Mosca E. promosse un profondo rinnovamento dei quadri, sostituendo gran parte degli uomini legati alla gestione conservatrice del suo predecessore, e s'impegnò in una dura battaglia contro la corruzione. Nel marzo 1986 divenne membro candidato del Politburo. Nel periodo in cui guidò il partito a Mosca, E. andò accentuando le sue posizioni critiche nei confronti dei conservatori, tanto da accusare lo stesso gruppo dirigente di eccessiva prudenza nella realizzazione della perestroika, e caratterizzò la sua azione nel senso della ricerca di un rapporto diretto con le masse. Accusato di ''demagogia'' dallo stesso Gorbačëv, venne destituito dalla carica di segretario del partito a Mosca nel novembre 1987 e da membro candidato del Politburo nel febbraio 1988.
Il 29 marzo 1989 fu eletto a larghissima maggioranza deputato del Congresso del popolo, e l'anno successivo, il 29 maggio 1990, presidente della Repubblica federativa sovietica russa. La sua critica al sistema sovietico si fece sempre più aggressiva, così come sempre più convinta si fece la sua adesione al sistema di mercato; in un viaggio negli Stati Uniti, nel settembre 1989, sembrò ad alcuni proporsi come alternativa allo stesso Gorbačëv. Il 12 luglio 1990 presentò le sue dimissioni dal PCUS, ponendosi a capo di un vasto raggruppamento di orientamento radicale che si opponeva ormai esplicitamente al partito. Decisivo fu il ruolo da lui svolto nell'organizzare e guidare la resistenza al putsch con il quale i conservatori tentarono di esautorare Gorbačëv nell'agosto 1991. Emerso come il vincitore politico e morale contro il tentativo di colpo di stato, il suo prestigio è stato offuscato nei mesi successivi dalle difficoltà incontrate nel gestire i conflitti politici, etnici ed economico-sociali emersi sia all'interno della Russia che nei rapporti tra la Russia e le altre repubbliche dell'Unione.
Dopo la costituzione della Comunità di stati indipendenti (21 dicembre 1991), gli impegni più urgenti che E. dovette affrontare furono, da un lato, quello di instaurare un'economia di mercato, dall'altro quello di arginare le tendenze indipendentiste delle diverse entità nazionali presenti in Russia. Nel gennaio 1992 entrò in vigore il decreto per la privatizzazione delle piccole imprese e la liberalizzazione dei prezzi, che, almeno nel breve periodo, determinò un fortissimo aumento della disoccupazione accompagnato da malcontento e proteste. Nello stesso periodo E. riuscì a risolvere a favore della Comunità il contrasto con l'Ucraina sul controllo delle armi nucleari e sulla flotta del mar Nero. La tendenza di E. ad accentrare il potere nella sua persona e a governare per decreti ha creato notevoli attriti con il Congresso del popolo che respinse (aprile 1992) la sua richiesta di mantenere per sei mesi la carica di capo del governo (assunta nell'autunno del 1991) e di garantire il governo sino alla fine del 1992.
Bibl.: E. Melchionda, Eltsin a Mosca, Roma 1990; B. Eltsin, Confessioni sul tema, Milano 1990.