BORGOGNOTTA (dallo sp. borgoñota propr. "borgognone")
Forma di celata, che venne dalla Borgogna e che si chiamò perciò celata alla borgognona o, semplicemente, borgognotta. Consiste in un coppo (fig. 1), fornito spesso di un'alta cresta, una visiera fissa sopra gli occhi (frontale), due guanciali, di solito fissi, e una gronda. La faccia restava scoperta ma poteva coprirsi con l'aggiunta di una buffa che si fissava alla borgognotta per mezzo di cinghia a collare o di viti a perno, o di chiodi da voltare; talvolta si aggiungeva alla borgognotta anche un nasale scorrevole. La borgognotta si diffiuse presto in Germania e fu il copricapo degli uomini d'armi a servizio dei castellani feudali; passò ai lanzichenecchi e alla cavalleria leggiera, ed anche ai capitani, perché più comoda della celata, come ne fanno fede innumerevoli pitture del tempo, tra cui quelle del salone dei Cinquecento e del Quartiere di Leone X in Palazzo Vecchio a Firenze. Nel sec. XVI fu particolarmente prediletta dagli armaioli italiani che seppero trasformarla in magnifici elmi da pompa, a fogge svariate riproducenti teste di leoni o di chimere, teste coronate di quercia e d'alloro e perfino capigliature ricciute, come quelle che sono nell'Armeria di Madrid e portano il marchio dei celebri armaioli Negroli di Milano. Non sempre negli scrittori del Rinascimento sono designate come borgognotte quelle che nella nostra nomenclatura moderna hanno tal nome.
Delle borgognotte riprodotte, quella rappresentata dalla fig. 3 è un bel lavoro di cesello ad alto e a mezzo rilievo, fatto da una sola lamina di ferro, da armaiolo italiano del sec. XVI. La R. Armeria di Torino ha ancora altre borgognotte fra cui alcune appartenenti alle milizie del comune di Cuneo. La celata alla borgognona della fig. 4, è falsamente attribuita a Edoardo IV (1461-1483). Secondo la tradizione essa avrebbe un tempo fatto parte della collezione d'armi della Torre di Londra e sarebbe stata donata da Guglielmo III a Giovanni-Giorgio I. Ma la visiera, il coprinuca lamellato e gli ornamenti di chiodi dorati, ed altri particolari indicano che questa borgognotta è dell'epoca della decadenza e perciò il Demmin la giudica posteriore di due secoli alla data che comunemente le si attribuisce. Alla borgognotta riprodotta nella fig. 7 molti classífieatori dànno il nome generico di elmo (v.) ma si tratta invece d'una vera e propria borgognotta.