BORGOGNONE, Giacomo Cortesi (Jacques Courtois), detto il
Pittore, nato nel 1621 a Saint-Hippolyte (Doubs), morto a Roma nel 1675. Condotto ancora giovinetto (1635) a Milano, servì per tre anni nell'esercito spagnolo disegnando fra marce e battaglie, sull'esempio del Callot, scene di combattimento, paesaggi e costumi guerreschi. Poi, lasciate le armi e trasferitosi nel 1639 a Bologna, entrò nello studio del pittore lorenese Jérôme e successivamente in quelli di Guido Reni e dell'Albani, volgendosi dalla pittura di battaglie ai soggetti mitologici e religiosi. Ma ritornò tosto al suo primo genere d'arte, a Firenze, durante un breve soggiorno presso due pittori olandesi, Crabat e Monsù Montagna, e ad esso lo trassero definitivamente, a Roma, l'esempio e la lode di Michelangelo Cerquozzi, il migliore battaglista che vivesse in Italia nei primi decennî del '600. A Roma ebbe amicizia anche con Pieter von Laer, detto il Bamboccio, del quale talora sembrò ricordarsi nelle sue scene popolari; come nella pittura religiosa, ripresa da lui a trattare a quando a quando, mostrò di non essere rimasto estraneo agl'influssi di Pietro da Cortona. Mortagli la moglie Maria Vaiani, ritornò per breve tempo in patria e di là, con un lungo giro durato ben tre anni, si ricondusse in Italia: a Venezia, chiamatovi dal Sagredo per dipingere nella sua galleria storie sacre; a Bergamo, dove soggiornò ininterrottamente presso i conti Vecchi dal 1647 al 1649, lasciandovi parecchie Battaglie, due pale d'altare e un bellissimo ritratto di armigero; a Firenze, protetto e onorato di molte commissioni da Mattia de' Medici. Nel 1657 entrò a Roma nella compagnia di Gesù ma non abbandonò per questo l'arte e le predilette battaglie.
La pittura di battaglie del B. deriva da insegnamenti italiani, sia che egli inizialmente si formasse sull'esempio del Callot, sia che attingesse ai paesisti nostri della scuola bolognese, sia che il suo genere e il suo stile si delineassero sotto l'influenza predominante di Michelangelo Cerquozzi. Il favore degli amatori per i suoi quadri di battaglia fu tanto grande che, si può dire, nessuna raccolta grande o piccola ne è priva.
Bibl.: O. Pollak, in Thieme-Becker, Künstler-Lexikon, VII, Lipsia 1912 (s. v. Courtois, Jacques). Alla ricca bibl. ivi citata, si può aggiungere P. Patrignani, Menologia di pie memorie d'alcuni religiosi della Compagnia di Gesù, IV, Venezia 1730; A. Hamy, Galerie illustrée des Gesuites de Guillhémy, Parigi 1892; G. Locatelli, Per la biografia di Giacomo Cortesi ecc., in Boll. della Civica biblioteca di Bergamo, aprile-settembre 1909.