BORGO (A. T., 24-25-26)
Comune della Valsugana, in provincia di Trento. Il centro principale è un'importante borgata, attraversata dal Brenta, posta in bella posizione, a 390 m. s. m., su terreni alluvionali, là dove la valle si restringe momentaneamente per gli speroni del M. Rocchetta (715 m.) a S. e del Ciolino (880 metri) a N., sul quale ultimo dominano le rovine del Castello di S. Pietro e, a mezzacosta, il Castello di Telvana. Il centro è costituito da un denso aggruppamento di case, dall'aspetto signorile, quasi tutte nuove, avendo un pauroso incendio distrutto nel 1862 quasi tutta la borgata, molto danneggiata anche nell'ultima guerra. È d'origine romana, corrispondente all'antica Ausugum, stazione sulla strada romana da Feltre a Trento. Borgo fu distrutto e ricostruito più volte attraverso i secoli; dal sec. XI appartenne alla diocesi di Feltre e più tardi passò al Tirolo. La popolazione di tutto il comune nel 1921 era di 5842 ab., di cui 5196 nel solo capoluogo, il centro più popoloso della Valsugana. La popolazione, diminuita enormemente, come in tutta la valle, per la forte emigrazione, nel decennio 1880-1890 (da 5011 ab. nel 1880 a 4440 nel 1890), era di 4445 ab. nel 1900 e venne aumentando nell'ultimo ventennio (5020 ab. nel 1910; 5842 nel 1921). L'area comunale era nel 1921 di 52,27 kmq.: la montuosa a S. del Brenta sterile, a magri pascoli, con scarso bosco e molto rado; quella a N. boscosa e prativa. Molto fertile è il piano, coperto di vigneti, di prati, di campi e di frutteti. Borgo è discreto centro commerciale per tutti i villaggi vicini. La sua stazione ferroviaria, sulla Trento-Bassano-Venezia, dista 53 km. da Trento e 27 da Primolano.
A Borgo sono stati uniti i comuni di Carzano, Castelnuovo di Valsugana, Ronchi, Telve, Telve di Sopra e parte di quelli di Torcegno e Castagné. Il comune così accresciuto, che ha mutato la denominazione ufficiale di Borgo di Valsugana in quella di Borgo, conta complessivamente 11.422 ab.
Monumenti. - Dell'antica Ausugum si conservano soltanto alcune lapidi. Le chiesette e i castelli della valle cui la tradizione assegna origini remotissime, fiorirono piuttosto nell'età feudale, al tempo dei Caldonazzo e degli altri dinasti locali. Le attinenze della Valsugana con le limitrofe regioni della Venezia favorirono l'introduzione dell'arte veneta, che a Borgo e nei dintorni lasciò notevoli saggi pittorici, dal tempo dei Santacroce e dei Bassani fino a quello dei Pittoni. Ma non mancarono gli artisti indigeni: Francesco Corradi, di cui si conservano gustosi affreschi del primo Cinquecento; la famiglia dei Naurizio nei secoli XVI-XVII; Bartolomeo Cappello nell'età barocca, trovarono continuatori ai giorni nostri nella dinastia dei Prati e in Orazio Gaigher.