BORBONE, Leopoldo di, principe di Salerno
Figlio di Ferdinando IV re delle Due Sicilie, nacque a Napoli il 2 luglio 1790. Molto caro alla madre Maria Carolina che lo preferì al principe ereditario Francesco, si distinse sin da giovanissimo non solo per la sua natura bonaria, ma per l'immensa prodigalità e per la straordinaria capacità nel contrarre debiti, che fu la nota dominante di tutta la sua vita e diede sempre non poche preoccupazioni al bilancio privato borbonico. Durante il periodo murattiano, la corte di Napoli rifugiata in Sicilia gli affidò funzioni rappresentative, che non furono sempre fortunate. Nel luglio 1808 dal padre Ferdinando, che si considerava reggente presuntivo del trono spagnolo, venne nominato comandante del corpo di spedizione borbonico in Spagna, ma gli Inglesi non gli permisero di uscire da Gibilterra e di mettere piede in territorio spagnolo, donde l'inglorioso ritorno a Palermo nel novembre dell'anno stesso; nel 1809 egli capeggiò formalmente la sfortunata spedizione anglo-borbonica nel golfo di Napoli. Nel 1813 accompagnò la madre in un avventuroso viaggio a Vienna, che fu raggiunta attraverso Costantinopoli e Odessa soltanto il 2 febbr. 1814 dopo otto mesi di peripezie. Qui Maria Carolina, che intendeva chiedere validi appoggi per la ricostituzione del regno borbonico, morì nel settembre dell'anno 1814.
Durante la Restaurazione il B. assolse con qualche impegno taluni compiti delicati: nel giugno 1815 egli fu il primo dei principi borbonici a ricomparire nell'antica capitale e, nominato presidente del supremo consiglio di guerra per la ricostruzione dell'esercito e per la fusione degli elementi ex murattiani con quelli borbonici, diede prova di grande equilibrio. Malgrado le voci ricorrenti di congiure, che sarebbero state viste con simpatia dall'Austria, per una sua eventuale sostituzione nel trono al duca di Calabria, il principe - che era genero dell'imperatore per averne sposato il 28 ag. 1816 una figlia, l'arciduchessa Maria Clementina - fu sempre legato al fratello, il cui atteggiamento cercò di difendere nei suoi colloqui col Metternich a Vienna nel 1821. Fu parimenti sempre lealissimo verso il nipote Ferdinando II, dal quale non solo gli fu confermato il comando generale della guardia reale che già aveva dal 1825, ma gli fu affidata dal 1834 la riorganizzazione e il comando in capo della guardia di interna sicurezza. Nel 1848, poiché questo corpo civico era destinato a trasformarsi nella guardia nazionale, venne esonerato dal comando: e ciò costituì un errore psicologico da parte del governo costituzionale, giacché il vecchio principe, per la prodiga giovialità, era molto popolare tra i napoletani. Collezionista appassionato di quadri e di oggetti d'arte, legato soprattutto agli ambienti teatrali della città ed in ispecie ai comici del San Carlino (gli dedicarono versi Giulio Genoino e Filippo Cammarano; Pasquale Altavilla dové a lui l'edizione del suo Teatro), morì a Napoli il 10 marzo 1851. La sua unica figlia, Maria Carolina, sposò il duca di Aumale.
Fonti e Bibl.: Oltre ai numerosi necrologi, tra cui quello di L. A. Forleo, Elogio funebre di S.A.R. D. L. di B. principe di Salerno, Salerno 1851, e la bibliografia alla voce Borbone Carlo, vedi: R. Moscati, Una congiura in favore del principe di Salerno e l'espulsione dal Regno di Giovanni La Cecilia (1837), in Rass. stor. napoletana, I (1933), 2, pp. 39-48;W. Maturi, Il principe di Canosa, Firenze 1944, passim;A. Valente, Gioacchino Murat e l'Italia meridionale, Torino 1965, pp. 81, 91, 97, 99, 101, 105, 127, 132 s., 135-137, 237, 292, 295.Per la sua raccolta di quadri, che comprendeva opere di Masaccio, Perugino, A. del Sarto, G. Reni, S. Rosa, Van Dyck, cfr.: S. D'Aloe, Guide pour la precieuse collection des tableaux de S.A.R. le prince de Salerne, Naples 1842;e Don Fastidio, La quadreria del principe di Salerno, in Napoli nobilissima, XV (1906), pp. 92-94 (l'intera raccolta, che si trovava al Museo Nazionale di Napoli, dopo la morte del B. passò nelle mani del genero Enrico Eugenio Filippo Luigi d'Orléans, duca d'Aumale, che ne aveva pagato i debiti, e trasferita nel castello di Chantilly). La preziosa collezione di oggetti d'arte fu messa in vendita dopo la sua morte: cfr. Catalogue de la très belle et très celèbre Galerie de tableaux et de la collection d'Antiquitates de feu S.A.R. le prince de Salerne, Napoli 1852.