BONOMO (Bonhomo), Giovanna Maria (al secolo Maria), beata
Nacque il 15 ag. 1606 da Giovanni e da Virginia Ceschi ad Asiago, in una nobile famiglia di antica origine triestina, allora dedita alla mercatura. Dalla più tenera infanzia, trascorsa in un ambiente poco sereno per le continue scenate di gelosia del padre, la B. fu iniziata all'esercizio della frequente orazione mentale dalla madre. Alla morte di questa la B. fu inviata (1615) nel monastero francescano di S. Chiara. a Trento, per completare la sua educazione e istruzione. Qui, oltre che progredire in maniera straordinaria nello studio della lingua latina e delle sacre scritture, iniziò la pratica dell'ascesi mistica, sottoponendosi a orazioni, digiuni e ad altre penitenze. Già a dieci anni la B. fece voto di verginità e sentì la vocazione della vita claustrale, scontrandosi però con l'opposizione del padre che la riportò a Vicenza (1619): riuscì infine con la sua perseveranza ad averne il consenso, entrando come novizia nel monastero benedettino di S. Girolamo di Bassano, ove vestì l'abito l'8 sett. 1621; l'anno dopo professò i tre voti solenni.
In questo periodo, dedicandosi a più intensi esercizi ascetici, provò i primi fenomeni estatici accompagnati da visioni divine: l'oggetto preferito delle sue contemplazioni fu fin d'allora la passione di Gesù Cristo, che le dava la nozione dell'impotenza della natura umana e del peccato. Caratteristici segni dell'amore mistico della B. furono la ferita d'amore - percepita da lei, come da Teresa d'Avila, simile a un sentimento vivissimo della presenza di Dio che si impadronisce dell'anima imprimendole un più impetuoso slancio verso l'Amato, e nello stesso tempo ferendola come uno strale per il sentimento acuto dell'assenza di Dio - e il bacio d'amore, punto d'arrivo dell'ascesi attraverso i gradi della "purificazione", "spoliazione", "alienazione" e "annichilazione". Questi fenomeni culminarono nel 1632, quando la B. ricevette le stimmate.
Dopoché una visita vescovile nel monastero di S. Girolamo non rilevò nulla di sospetto, alcune riserve sul conto della B. furono insinuate dal suo confessore Alvise Salvoni (1638). La B. stessa, sconvolta da queste critiche, attraversò un periodo di crisi spirituale durante il quale conobbe l'amarezza di frequenti tentazioni diaboliche. I dubbi furono dissipati da alcuni teologi quando lessero le Note di alcune grazie (una copia in Arch. Segr. Vat., Riti, Proc. 3627) scritte dalla B. per sollecitazione del Salvoni: da allora (1640) il monastero fu meta di frequenti pellegrinaggi. Il fanatismo suscitato da queste manifestazioni ela denuncia di alcune monache indussero nel 1643 il vescovo di Vicenza M. Bragadin a intervenire: il vicario monsignor Arrigoni impedì l'elezione della B. a badessa, le consigliò una maggiore riservatezza e nominò un nuovo confessore, Domenico da Veggia, che ebbe ampie facoltà sul caso. Questi le proibì fino al 1650 di accostarsi ai sacramenti, ma poi fu anche lui conquistato dalla personalità mistica della Bonomo. Eletta nel 1652 badessa, predicò alle monache la nullità delle creature, la necessità di abbandonarsi in Dio, che solo opera nell'anima: unico contributo possibile della creatura è l'amore per Dio. Questi insegnamenti, che trovano riscontro nelle dottrine quietistiche molto diffuse nel Seicento, furono ripresi in due opere composte dalla B.: Confusione del christiano in non corrispondere all'amore mostrato da N. S. Gesù Christo nella sua acerba passione e morte (Bassano 1659 e Venezia 1681) e Tesoro dell'anima christiana (Venezia 1661), entrambe denunziate al S. Uffizio, ma poi assolte. Tuttavia la curia vescovile, che aveva imposto vanamente il veto alla loro pubblicazione, impedì nel 1661 che la B. fosse rieletta badessa.
Ritornata per l'ultima volta nel 1664 alla guida del monastero, dal 1667 la B., pur logorata da continue malattie, si dedicò ancora alla cura spirituale delle anime (tra coloro che ricorsero ai suoi consigli furono Enrichetta Maria Adelaide di Savoia e Cosimo III de' Medici). Morì il 1ºmarzo 1670.
Il processo di beatificazione, sollecitato sin dal 1699 dalle monache del monastero di S. Girolamo di Bassano, fu aperto il 6 marzo 1706 da Clemente XI: la B. fu dichiarata venerabile da Clemente XIII il 28 nov. 1758 e beata da Pio VI il 9 giugno 1783.
Fonti e Bibl.: S. Rituum Congregatione... Vicentina beatificationis et canonizationis ven. servae Dei I. M. B. monialis professae in monasterio S. Hieronymi de Bassano Ordinis S. Benedicti, Romae 1753; A. Garzadoro, Vita della ven. serva di Dio G. M. B…, Padova 1675; Angiolgabriello di S. Maria, Biblioteca e storia di quegli scrittori così della città come del territorio di Vicenza..., VI, Vicenza 1782, p. 128; G. Lombardi, Compendio della vita e delle virtù della beata G. M. B. …, Roma 1783; N. Longo, Azioni della beata G. M. B. vicentina, Vicenza 1798; L. Bracco, Vita della beata G. M. B., Roma 1883; The Life of blessed J.M.B. benedictine nun in the monastery of St. Jerome,Bassano, Rome 1896; D. A. du Bourg, Une extatique au XVII siècle: la bienheureuse J.M.B. moniale bénédictine,1606-1670, Paris 1910;S. Rumor, Bibliografia della città e provincia di Vicenza, Vicenza 1916, ad Indicem; G. Mazzocca, La beata G. M. B., Bassano 1922; F. Segmüller, Leben der seligen J. M. B...., Graz-Wien 1922; P. Dore, La beata G. B. monaca benedettina,1606-1670, Brescia 1937; G. Costa, Motivi e aspetti dell'epistol. della b. G.M.B., Vicenza 1969; Dict. de spiritualità ascétique et mystique, I, Paris 1937, col. 1860.