BONOMI, Giuseppe, il Vecchio (Joseph the Elder)
Nacque a Roma il 19 genn. 1739 e fu fratello di Carlo, professore di teologia a Propaganda Fide. Studiò architettura sotto la guida del marchese Theodoli, maestro di prospettiva per diletto. Fu, secondo la tradizione, su invito dei fratelli R. e J. Adam che nel 1767 si recò a Londra: il B. poteva aver incontrato i due architetti scozzesi nei numerosi viaggi da essi compiuti in Italia fra il 1756 e il 1763; potrebbe anche essere stato tra i disegnatori che accompagnarono Robert Adam e Ch.-L. Clerisseau a Spalato (1757-58), per disegnare le rovine del palazzo imperiale; secondo Papworth, che conosceva il figlio maggiore del B., Ignazio, si può anche supporre che il "Joseph" che viaggiò per l'Italia nel 1760 e 1763 fosse il B.: ma nessun documento è stato rintracciato che provi queste due ipotesi.
A Londra il B. lavorò per qualche tempo come disegnatore nello studio degli Adam, impegnato, come altri artisti italiani, nella decorazione in stile neoclassico delle case della buona società. Intorno al 1770 si trasferì nello studio di Th. Leverton, seguace degli Adam e di loro più giovane. Nel 1775 sposò Rosa Florini, cugina e pupilla di Angelica Kauffmann: andarono in viaggio di nozze in Italia, e prima di ripartirne il B. sottopose (1776) a Pio VI un suo progetto per la nuova sagrestia di S. Pietro. Altri viaggi in Italia egli compì nel 1781 su invito di Angelica Kauffmann e Antonio Zucchi, sposati da poco, e nel 1783-84 per ricevere a Bologna il diploma dell'Accademia Clementina.
Dal 1785 pare abbia inizio per il B. un'attività indipendente di disegnatore e architetto: partecipava ogni anno, con vedute di antichità e progetti propri, alle mostre della Royal Academy (dove però già nel 1783 aveva esposto un disegno). Nel 1789 fu eletto "associato" dell'Accademia grazie al voto di Reynolds, il quale era presidente dell'Aceademia. Questi, ammiratore del B. e amico anche del conte di Aylesford suo protettore, desiderava che egli coprisse il posto vacante di professore di prospettiva, aperto ad accademici e associati. Il 10 febbr. 1790, però, al momento della votazione, i consiglieri, meravigliati di trovare già pronti disegni del B., e contrariati per la parzialità del presidente, elessero invece il principale concorrente, il pittore svizzero H. Füseli. Reynolds si indignò talmente che diede le dimissioni, ritirate poi solo grazie all'intervento di Giorgio III.
Nonostante quest'episodio, l'attività del B. come architetto di ville di campagna aumentò negli anni seguenti. Nel 1804 fu nonzinato architetto onorario di S. Pietro a Roma, e a Roma tornò senz'altro nel 1807, dato che assistette alla morte di A. Kauffmann (lett. in Hutchinson, p. 83).
Morì a Londra il 9 marzo 1808 e fu sepolto nel cimitero di St. Marylebone. Il quarto dei suoi sei figli, Giuseppe il Giovane (Joseph junior: Roma 9 ott. 1796-Wimbledon 3 marzo 1878), scultore e archeologo, lavorò esclusivamente in Inghilterra.
Alla Royal Academy sono conservati un ritratto del B., disegnato da G. Dance nel 1793, e uno dipinto da J.-F. Rigaud nel 1794. Jane Austen lo cita come architetto alla moda nel suo romanzo Orgoglio e pregiudizio (1811).
Il gusto decorativo del B., quale si può dedurre dalle case di Bedford Square (dove probabilmente collaborò con Leverton), mostra un chiaro debito verso gli Adam; ma nel campo più propriamente architettonico, il suo stile, per il suo senso di massa e per la libera distribuzione degli intervalli, riveste un carattere di unicità nei confronti di quelle forme di composto classicismo praticate sulla fine del secolo.
Le sue costruzioni sono cubi severi, privi di eleganza nella planimetria e nell'articolazione, contraddistinti da tetti nascosti, cupole emisferiche riecheggianti quella del Pantheon, porte e finestre senza modanature, pesanti portici composti da un numero dispari di colonne tuscanico-doriche. Un motivo nuovo fu, per l'Inghilterra, la loggia di entrata sporgente, sostenuta da due coppie di colonne (l'equivalente della porte-cochère francese), adottata per la prima volta nella casa Hatchlands, nel Surrey, che, cominciata da R. Adam, venne trasformata dal B. a partire dall'anno 1797. Tra le opere più importanti ricordiamo: Dale Park, Sussex (1784-88);una biblioteca per Lansdowne House a Londra (1786);la Galleria delle sculture di Townley Hall, Lancashire (1789);la chiesa e la hall di Packington, Warwickshire (per lord Aylesfard, 1789-90);Ashstead Park, Surrey (1790);Eastwell Park, Kent (1793-1800);il mausoleo di Blickling Hall, Norfolk (1794);Longford Hall, Shropshire (1794-97);Barrels, Warwickshire (1795);ampliamenti a Lambton Castle, Durham (1798-1802);Roseneath, Dunbartonshire (1803-06).
Fonti e Bibl.: Bologna, Accad. di Belle Arti, Atti dell'Acc. Clementina, III (1783), pp. 51, 59; G. Richardson, The New Vitruvius Britannicus, London 1802, I, pp. 5, II, 12, tavv. XXXIX-XLII; II, p. 3, tavv. XV, XVI; The Life and Works of Joseph B., in Architect,Engineer and Surveyor, (London), IV (1843), n. 38, pp. 70 s.; Dictionary of Architecture, I, London 1853, p. 110; C. R. Leslie-T. Taylor, Life... of Sir Joshua Reynolds, London 1865, II, pp. 521, 548 s., 553-77, 582 s.; W. Papworth, The Life and Works of Joseph B., in Transactions of the Royal Institute of British Architects, (London), XIX (1868-69), 15, pp. 123-134; A. Graves, The Royal Academy Exhibitors 1769-1904, V, London 1906, pp. 237 s.; The Farington Diary 1793-1821, London 1923, I, pp. 8, 23 s., 35; III, pp. 65, 149, 163; V. A. Manners-G. C. Williamson, Angelica Kauffmann, London 1924, p. 49 nota (ma la lettera della Kauffmann a p. 60 smentisce l'affermazione della nota che il B. e la moglie fossero in Italia nel 1781-84); J. Summerson, Georgian London, London 1945, p. 149; H. S. Goodhart-Rendel, Hatchlands,Surrey, London 1948, pp. 5-7; H. M. Colvin, Biographical Dict. of English Architects 1660-1840, London 1954, pp. 83-85; I. Nairn-N. Pevsner, Surrey, London 1962, pp. 52, 84 s.; S. C. Hutchinson, The History of the Royal Academy, London 1968, pp. 69 s., 83; A. Foscari, Disegni di G. B., in Palatino, XII (1968), pp. 175 s.; U. Thieme-F. Becker, Künstlerlexikon, IV, p. 319; Dict. of National Biogr., II, London 1905, p. 825.