BONO (Buono)
Vescovo di Siena sulla fine del sec. XII, sarebbe stato in precedenza, secondo le indicazioni dell'Ughelli, monaco nel convento cisterciense di S. Galgano presso Volterra; ma un passo del necrologio della cattedrale senese, segnalato dal Coleti e dal Pecci, lo vorrebbe canonico della cattedrale senese. Inoltre è probabilmente lui quel Bono che in qualità di preposto del collegio canonicale della città ricevette, il 4 apr. 1186, da papa Urbano III il privilegio di conferma dei diritti e possessi del capitolo. Il pontefice mirava, tra l'altro, con tale privilegio, a difendere la libertas ecclesiastica contro gli assalti del Comune, allora in piena espansione: stabiliva, infatti, che i consoli e gli altri laici si dovevano astenere dall'imporre "tallia vel alia exactio" ai canonici contro la loro volontà.
Alla morte del vescovo Gunteramo, avvenuta nel dicembre del 1188, i canonici della cattedrale scelsero il preposto come successore. Il 20 apr. 1189 B. compare per la prima volta col titolo di vescovo senese come destinatario di una bolla di Clemente III (Kehr, Pecci), interessante per l'elenco che offre delle pievi comprese nella diocesi senese e perché attesta l'estendersi della signoria vescovile oltre i confini della diocesi. Tra i castelli che vi si trovano indicati, quello di Montepertuso verrà concesso, o confermato, dallo stesso B., in data a noi ignota, ai "lambardi" Uberto di Donodio e Ugolino di Offreduccio.
Dell'attività amministrativa di B., sotto l'aspetto più particolarmente religioso, ci sono rimasti vari documenti. In uno, del 25 giugno 1189, egli sentenziava su un caso di simonia contro un certo Bonatto e il prete Giovanni figlio di lui. Un secondo, del 21 apr. 1190, ci dà notizia della controversia sorta tra il vescovo e i suoi canonici a causa dei rispettivi diritti sulle oblazioni che venivano fatte a favore dei principali altari della cattedrale. Un terzo, del 13 marzo 1198, si riferisce al lodo da lui pronunciato sulla vertenza che opponeva i canonici agli altri chierici a proposito dei diritti vantati dai primi su alcune cerimonie religiose, specialmente in occasione di funerali.
Negli scontri che nel 1207 e 1208 opposero i Senesi ai Fiorentini per la delimitazione delle rispettive zone di controllo nel territorio circostante le due città, vennero coinvolti, come avveniva spesso, anche gli interessi dei rispettivi vescovi. Sconfitta militarmente, Siena dovette rinunciare a qualsiasi pretesa su Poggibonsi, che passava sotto il controllo fiorentino. Il vescovo senese, che vantava diritti spirituali sulla cittadina, si rivolse con lettere al vescovo di Lucca, cui forse Innocenzo III aveva demandato l'inchiesta e la sentenza sulla questione. Questa fu comunque favorevole al vescovo fiorentino e venne ratificata dal pontefice il 18 giugno 1209. Il Davidsohn pensa che la decisione pontificia, su diritti ch'egli ritiene, d'altra parte, "di per sé poco chiari", fosse dettata dal favore che Innocenzo III accordava di regola, in questi anni, ai Fiorentini per la loro decisa politica antiereticale e dal fatto d'essere, il loro vescovo, un fidato ed abile coadiutore della politica pontificia. Al contrario i Senesi (ma questa affermazione del Davidsohn non ci sembra sufficientemente provata) sarebbero apparsi troppo tolleranti nei riguardi dell'eresia o almeno troppo tiepidi avversari.
Le lettere inviate da B. al vescovo di Lucca ci sono state conservate (A. Pecci, pp. 191-195) e abbiamo perciò un saggio delle sue capacità letterarie. Dalle lettere risulta che B. usava con perizia un latino retoricamente paludato e tale constatazione dà un senso più preciso a quel titolo di magister di cui egli si fregiava prima di divenire vescovo.
B. morì il 25 ott. 1215 e non, come vuole l'Ughelli, il 1º novembre dell'anno successivo. Fu inumato nella cattedrale, nel sepolcro ch'egli stesso aveva fatto costruire per i vescovi senesi.
Fonti e Bibl.: A. Lisini, Inventario delle pergamene conservate nel diplomatico dall'anno 736 all'anno 1250, I, Siena 1908, pp. 107 s., 117 5.; P. F. Kehr, Italia Pontificia, III, Berolini 1908, pp. 198, 206 s.; Regestum Senese, I, a cura di F. Schneider, in Regesta chartarum Italiae, VIII, Roma 1911, pp. 134, 136, 198 s.; F. Ughelli-N. Coleti, Italia sacra, III, Venezia 1718, col. 552; G. Gigli, Diario sanese, II, Lucca 1723, p. 346; G. A. Pecci, Storia del vescovado della città di Siena, Lucca 1748, pp. 184-196; G. Cappelletti, Le Chiese d'Italia..., XVII, Venezia 1862, pp. 455-459; C. Eubel, Hierarchia catholica Medii Aevi, I, Monasterii 1913, p. 469; R. Davidsohn, Storia di Firenze, I, Firenze 1956, p. 972; Dict. d'Hist. et de Géogr. Eccl., IX, coll. 1134-1135.