BONO di Béthune
Nacque in Béthune (Pas-de-Calais) prima del 1450; fu tipografo a Padova e Colle di Val d'Elsa ove giunse prima del 1471, allorché chiese alla Signoria di poter impiantare in quel borgo una stamperia. Il 22 aprile supplicò che gli fossero concessi esenzioni da gabelle ed altri privilegi. Gli archivi municipali di Colle sono largamente lacunosi e non si trova notizia della delibera - positiva o negativa - della Signoria.
Null'altro si è reperito che ci informi dell'attività di B. a Colle tra il 1471 e il 1477. Da taluno è stata avanzata l'ipotesi, manifestamente errata, che B. sia stato addestrato nell'arte tipografica da quel Giovanni Medemblick, stampatore girovago, che sostò a Colle di Val d'Elsa nel 1478 e vi diede in luce la sola edizione che di lui si conosce (Dioscorides, De Materia medica), edizione chiaramente datata 1478. Per essa il Fumagalli suppose che il Medemblick fosse stato l'introduttore della stampa a Colle. Certo è che B. aveva chiesto facoltà di stampare nel 1471dichiarandosi "stampator librorum"; ciò che ovviamente esclude - e le sue edizioni padovane del 1475-76confermano - l'essere egli stato allievo del Medemblick nel 1478.
Il 9 ag. 1477 - da un protocollo del notaro fiorentino Francesco di Alberto Della Torre - B. dichiara: "io magistro Bono son stato con Giovanni Grande stampatore di libri in Padova". Questo Giovanni Grande deve identificarsi con Johann Rauchfass di Francoforte, nominato in carte padovane di quel tempo e del quale assai poco si conosce. B. dovette partire da Colle per recarsi a lavorare in Padova dopo il 1471, ma non si è potuto appurare dove sia stato e quale attività abbia esplicato tra quell'anno e il 1474, quando impiantò bottega nella città veneta. Della non lunga dimora di B. in Padova si hanno testimonianze in carte notarili e nelle edizioni che egli pubblicò in quella città negli anni 1475 e 1476. In un rogito del notaro Melchiorre Locato, datato 28 sett. 1474, B. si impegna a pagare a Nicoletto Vernia dieci ducati per la correzione della stampa di un'opera di Gaetano da Thiene: Expositio super libros de coelo et mundo che fu licenziata probabilmente nel 1475 senza note tipografiche e fu stampata con un III R, sola serie di caratteri che B. sembra abbia posseduto in Padova. Dello stesso periodo è l'ediz. delle Quaest. in primum librum Aristotelis De generatione et corruptione di Nicolaus de Orto Celi, pur questa senza data, ma sottoscritta: "Per magistrum bonum padue impressum". Vi è usato il carattere III R come per la precedente edizione e per la seguente, datata 25 apr. 1475: Quaestiones super octo libros physicorum di Joannes Canonicus, edizione attribuita ad Alberto di Stendal, ma che è del B. com'è manifesto per i caratteri usati nella stampa. A spese comuni con Tommaso de' Capitaneis da Asola egli pubblicò l'edizione curata da Girolamo Turriano dell'opera di W. Burley, In octo volumina Aristotelis de physico auditu expositio, che venne sottoscritta: "Padue impressa Mcccclxxsexto decimo octauo Iulii... Peritissimus artium doctor... Thoma ex capitaneis de asula et magister Bonus de Francia socii propria pecunia et opera imprimi fecerunt". Nel febbraio del 1477 B. è ancora a Padova ed acquista una partita di libri di Bartolomeo Valdizocco, per i quali si impegna a pagare - e giura sui Vangeli - 60 libbre e 3 soldi.
Nell'agosto 1477 B. ha lasciato Padova ed è tornato a Colle di Val d'Elsa, come attesta un documento di quell'anno: "Magister Bonus olim Iohannis de Bethunis provinciae Galliae Franciae stampator librorum et habitator terre Collis Vallis else...".
La cittadina toscana era una piazza favorevole per un tipografo: le accreditate cartiere che vi erano state impiantate da oltre un secolo potevano fornire la carta a favorevoli condizioni, mentre la vicinanza di Firenze assicurava un proficuo e facile smercio dei libri stampati. Quando B. tornò a Colle non doveva possedere grandi mezzi economici, anzi ne doveva essere quasi sfornito, ma i cartai locali furono per lui prodighi di sovvenzioni non onerose purché imprendesse a stampare. B. era però uomo di vita sregolata e - come dimostra un atto legale redatto dopo la sua morte - fu anche poco accorto nella sua professione, soprattutto per quello che concerneva la parte commerciale di essa; morì carico di debiti e dopo aver fallito. Già nel 1478 egli appare screditato, non rispondente agli obblighi assunti.
Tuttavia la generosità dei cartai continuò e gli permise di stampare quella che è la sua più antica edizione datata che noi conosciamo: Oppianus, Halieutica sive de piscatu lib. III a Laurentio Lippo versibus reddita; è un in-4º di 64 cc. datato 12 sett. 1478 e sottoscritto: "Impressum in Colle Oppido Municipio Florentino". Di lui si conosce anche un volumetto senza data: Gentile dei Gentili da Foligno, Consilium contra pestilentiam; è un in-4º di 20 cc. che, se fosse stato stampato nel 1477, quando B. aveva ottenuto i primi finanziamenti dai cartai colligiani, sarebbe il primo libro edito a Colle, e la prerogativa del primato per l'introduzione della stampa in quel municipio dovrebbe esser tolta al Medemblick e accreditata a Bono. Anche l'edizione del testo di Offredus Apollinaris, De primo et ultimo instanti, non recando che l'anno di stampa 1478 senza indicazione di mese, potrebbe essere stata licenziata prima di luglio e precedere quindi il Dioscoride del Medemblick. 2 sottoscritto: "Magister Bonus Gallus impressit in oppido collensi".
In un rogito del notaio fiorentino ser Giovanni di Pino del 12 maggio 1479 si trova concluso un contratto di società tra "Carlo Rinaldo francioso et Andreas de Simone dei rampini venditore di libri al presente in Pisa" che promettono, ciascuno per la metà, da una parte, "et maestro Bono di Giovanni Francioso della provincia di Piccardia impressore di libri in forma al presente dimorante a Colle di Valdelsa" dall'altra, di fare le spese per la stampa di una opera di Giovanni Michele Savonarola. L'edizione sarà di settecentocinquanta copie e il contratto prevede numerose cautele tra le parti, obblighi, oneri, divisione di profitti, ecc. L'edizione fu licenziata il 13 ag. 1479: G. M. Savonarola, Practica de aegritudinibus, edito da Giovanni Alessandro da Sermoneta e Giovanni Aquilano. Questo è l'ultimo prodotto di B. che si conosce. Nel 1480 fu riconosciuto cittadino di Colle e nell'anno seguente morì lasciando erede un figlio illegittimo.
In un lungo atto del notaio Francesco di Alberto Della Torre, datato 4 sett. 1481, vengono nominati due periti per calcolare i debiti e i crediti lasciati dal defunto. Dopo un lunghissimo lavoro - i debiti antichi e recenti erano molteplici: anticipi non restituiti, pigioni non pagate, paghe arretrate non corrisposte ad operai - i due periti Ghirigoro Talosendi e Bartolomeo d'Agostino riuscirono ad elencare "certi creditori dell'herede di m. Bono Francesco stampatore di libri".
Fonti e Bibl.: Arch. di Stato di Firenze, Notarile, Prot. di Francesco di Alberto della Torre: 1447-1510, nn. 145, 178; Ibid., Prot. di ser Giovanni di Pino: 1493, c. 71; Arch. di Stato di Padova, Notarile, notaio Melchiorre Lovati, t. 3387, cc. 428, 490; Ibid., notaio Fabrizio Fabrini, 9911, c. 103; G. Targioni Tozzetti, Viaggi in Toscana, VII, Firenze 1770, p. 403; F. Dini, Le cartiere di Colle Valdelsa, Castel Fiorentino 1902, passim; Id., Maestro Bono di Béthune stampatore di libri in Colle Valdelsa, in Arch. stor. ital., XXXI (1903), pp. 177 ss.; C. Muzzi, Cartiere,tipografi e maestri di grammatica in Valdelsa, in Miscellanea storica della Valdelsa, X (1905), 2, pp. 143 ss.; G. Fumagalli, Lexicon typographicum Italiae, Firenze 1905, pp. 91, 528; A. Sartori, Documenti padovani sull'arte della stampa nel sec. XV, in Librai e stampatori in Padova, Padova 1959, pp. 111 ss.; G. I. Arneudo, Dizionario esegetico-storico per le arti grafiche, Torino 1917, p. 128; V. Scholderer, Catalogue of books printed in the XV cent. now in the Brit. Museum, VII, London 1932, pp. 917, 1078; Indice generale degli incunaboli nelle biblioteche d'Italia, I-IV, Roma 1941-65.