BONIZONE (Bonizo, Bonitho) di Sutri
Nato probabilmente a Cremona nel 1045, B. si segnalò fin da giovane come un seguace del movimento patarino, per cui venne a conflitto col vescovo Dionisio. Recatosi a Roma, fu poco dopo da Gregorio VII creato vescovo di Sutri (1075 o 1076); nel 1078, legato papale in Lombardia, consacrava la chiesa di S. Tommaso in Cremona. Nel 1082 fu preso da Enrico IV e dato in custodia all'antipapa Clemente III (Guiberto di Ravenna); riuscì tuttavia a fuggire e trovò ricovero presso Matilde di Toscana. Eletto vescovo di Piacenza dal partito riformatore (1086) non vi si poté insediare (per l'opposizione dell'arcivescovo Anselmo di Milano che trovava l'elezione irregolare e per quella del partito avversario) se non nel 1088 o 1089, in seguito all'intervento di Urbano II. Il 14 luglio, probabilmente del 1090, veniva ucciso.
Il più importante fra gli scritti di B. è il Liber ad amicum, in nove libri. Alla questione, perché la Chiesa sia perseguitata, B. risponde che essa è tanto più libera quanto più conculcata; tanto più cresce quanto più è diminuita. La dimostrazione è storica; perciò B. - che scrive tra la morte di Gregorio VII (23 maggio 1085) e l'esaltazione di Vittore II (24 maggio 1086) e dal libro VI in poi narra fatti contemporanei - è una fonte di prim'ordine per la storia di quell'importante periodo. Fonte, tuttavia, da usare con la massima cautela, perché, polemista e ardente sostenitore del partito papale, egli non solo cade in errori ma talvolta altera la verità storica (p. es. a proposito del notissimo episodio di Canossa). Alla seconda questione, se sia lecito prendere le armi in difesa del dogma, egli risponde, in breve, affermativamente.
Edizioni: Un De ordinibus indiciorum, attribuito a B. è edito dal Blühme (Monum. Germ. Histor., Leges, IV); il De sacramentis è in Muratori, Antiq. Ital. M. Aevi, III, Milano 1740, coll. 599-604; il Liber ad amicum, è edito dal Dümmler, in Monum. Germ. Histor., Libelli, I, Hannover 1891, pp. 571-620. Il Liber ad Hugonem schismaticum (probabilmente Ugo Candido) non ci è pervenuto. Per il cosiddetto Decretum (o De vita christiana), v. canonisti.
Bibl.: W. Martens, Über die Geschichtsschreibung Bonithos v. Sutri, in Theolog. Quartalschrift, LXV (1883), pp. 457-483; id., Gregor VII, Lipsia 1894; H. Lehmgrübner, Benzo von Alba, Berlino 1887, pp. 129-151; J. v. Pflugk-Harttung, Beiträge zur Kritik von Bonizo, Lambert und Berthold, in Neues Archiv, XIII (1888), pp. 327-341; O. Holder-Egger, Berichtigung zur Bonizo-und Beno-Augsgabe, ibid., XIX (1894), pp. 680-682; W. Wattenbach, Deutschlands Geschichtsquellen, 6ª ed., II, Berlino 1894, p. 223 seg.; C. Mirbt, Die Publizistik im Zeitalter Gregors VII, Lipsia 1894; su alcuni punti v. da ultimo G. B. Borino, L'elezione e la deposizione di Gregorio VI, in Arch. R. Soc. Romana di storia patria, XXXIX (1916), pp. 141 segg., 295 segg.