BOATTIERI, Bonincontro
Appartenne a una illustre famiglia bolognese; ignoriamo sia i nomi dei genitori sia la data della sua nascita. La prima notizia sicura su di lui è del 1352 quando egli fu nominato da Clemente VI abate del monastero benedettino di S. Cipriano di Murano in sostituzione di Petrocino (Petrochino o Perocino) Casaleschi, che era stato fatto vescovo di Torcello (1351). E proprio al vescovo torcellano il B. - per mezzo del suo parente Pietro Boattieri - versava l'11 ott. 1358 il censo dovuto dal monastero di S. Cipriano per alcune terre di Campalto.
In un documento del 12 nov. 1362 il B. viene indicato come "decretorum doctor". Non sappiamo presso quale università egli conseguì il dottorato (l'idea del Damerini, secondo la quale egli avrebbe studiato a Bologna, non trova riscontro nelle fonti); sappiamo invece con sicurezza che insegnò a Padova, probabilmente dal 1363 al 1368. Della sua attività di giurista ci conservano memoria alcuni documenti che ricordano sue sentenze o suoi pareri: così una sentenza del 28 sett. 1487 sull'appartenenza di acque e paludi in Murano riporta due sentenze sullo stesso argomento emesse dal B. il 24 e il 26 marzo 1360, mentre il 20 nov. 1368 il patriarca di Grado, Francesco, dichiarava, nel definire un giudizio, di attenersi al consulto datogli dal Boattieri. Infine nel 1378 egli viene associato a Filippo da Reggio nella soluzione di una vertenza. Non sembra, invece, che egli sia stato consultore ufficiale della Repubblica di S. Marco, come vorrebbe la sua iscrizione sepolcrale: il suo nome infatti non figura nell'elenco dei consultori (Damerini).
Vicario del vescovo di Torcello, Giovanni, nel 1362, il B. ebbe una parte rilevante nella fondazione del collegio tornacense di Padova che doveva ospitare studenti di diritto canonico: nel 1364 fu presente all'atto con cui Pietro Boattieri destinava all'istituendo collegio alcune terre acquistate l'anno precedente; nel 1366 fu depositario della somma con cui Albizo Brancasecchi - il fondatore del collegio - doveva acquistare il 10 febbraio alcune terre; e l'8 settembre dello stesso anno comprava un podere nel territorio di Monselice devolvendolo subito dopo al collegio. Il 14 ottobre egli dettava, insieme con il vescovo di Padova, Pileo da Prato, gli statuti, riservando a se stesso, e alla sua morte agli abati di S. Cipriano, il diritto di presentare lo studente designato come rettore al vescovo di Padova perché lo nominasse (errano perciò il Facciolati, il Cicogna e il Damerini ritenendo che il B. avesse riservato a sé e ai suoi successori il diritto di nomina del rettore: ristabilisce il vero il testo corretto degli statuti edito dal Gloria, Il collegio..., pp. 314-318). Infine nel 1367 acquistava la casa destinata a dimora degli studenti stessi.
Il 2 marzo 1367 lotroviamo tra i concorrenti alla carica di vescovo di Castello per la quale fu poi scelto Paolo Foscari, vescovo di Arona. Nel 1369 divenne vicario dell'abate del monastero di S. Giorgio Maggiore, Pietro, conservando anche la carica di abate di S. Cipriano (errata è la notizia dell'Alidosi che vuole il B. in quell'anno addottorato a Bologna e abate di S. Agnano di Murano). Alla morte di Pietro, nel 1371, fu nominato abate di S. Giorgio Maggiore. L'anno dopo, il 10 luglio, fissò insieme,col vescovo di Concordia Guido, e in qualità di visitatore apostolico, gli statuti del monastero di S. Zaccaria di Venezia.
Narra il Corner che nel 1374, mentre il B. era abate di S. Giorgio, giunse al monastero un nobile francese devoto di s. Stefano per venerare le reliquie del santo lì conservate e pregò Iddio che gli manifestasse se le reliquie erano vere. Un angelo sarebbe apparso al francese e gli avrebbe indicato che quello era il vero corpo del santo. A testimonianza dell'episodio il B. fece dipingere un'ancona di legno raffigurante l'apparizione.
L'ultima notizia sul B. è quella del 24 giugno 1377 quando locò una terra presso Roncaiette, villaggio nei dintorni di Padova. Morì nel 1380 (l'errore della lapide mortuaria, che pone l'anno della sua morte al 1381, già rilevato dal Comer è confermato dal Damerini e dal Sambin) e venne sepolto nel monastero di S. Giorgio: il suo sigillo sepolcrale è l'unico, insieme con quello di un condottiero della Repubblica, Pietro Civran, ad essersi salvato dalla distruzione dell'edificio medievale del monastero (sul suo testamento, v. Sambin).
Errata è la notizia (riportata di recente dal Damerini, p. 39) che il B. fu vescovo di Concordia: né documenti coevi né l'elenco dell'Eubel lo ricordano in tale veste. È da notare inoltre che il Sambin, nell'elencare la bibliografia relativa al B., cita erroneamente il passo del Fantuzzi (Not. degli scrittori bolognesi, II, Bologna 1782, pp. 304 s.), che si riferisce invece a Bonincontro de' Bovis.
Fonti e Bibl.: F. Corner, Ecclesiae Torcellanae…, Venetiis 1749, I, pp. 34, 89; II, pp. 160-162; III, pp. 148 s., 580; Id., Ecclesiae Venetae..., Venetiis 1749, XI, 2, p. 166; XIII, 6, pp. 386-389; Id., Supplementa ad ecclesias Venetas et Torcellanas, Venetiis 1749, p. 462; A. Gloria. Mon. dell'Univ. di Padova, II, 2, Padova 1888, pp. 55, 75, 122 s.; G. N. Pasquali Alidosi, Li dottori bolognesi di legge canonica e civile..., Bologna 1660, p. 46; J. Facciolati, De gymnasio Patavino syntagmata..., Patavii 1756, pp. 120-122; E. A. Cicogna, Delle Iscrizioni Veneziane, IV, Venezia 1834, pp. 257, 524 s., 610 s.; A. Gloria. Mon. dell'Univ. di Padova, II, 1, Padova 1888, pp. 71, 316; Id., Il coll. degli scolari detto "Campione", in Atti e mem. della R. Acc. di scienze lett. ed arti in Padova, n.s., V (1888-1889), pp. 308-313, 314-317; G. Damerini, L'isola e il cenobio di S. Giorgio Maggiore, Venezia 1956, ad Indicem; P. Stacul, Il card. Pileo da Prato, Roma1957, pp. 32, 294, 295; P. Sambin, Libri di B. de' B. canonista bolognese..., in Rivista di storia della Chiesa in Italia, XV (1961), pp. 197-205.