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BARDI, Boniforte

di Rossana Bossaglia - Dizionario Biografico degli Italiani - Volume 6 (1964)
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BARDI, Boniforte

Rossana Bossaglia

Fratello di Donato, e molto probabilmente più giovane di costui, come argomenta l'Alizeri (p. 249) sulla base di un documento di cui non fornisce gli estremi. Nativo di Pavia, dovette lasciare la sua città, a quanto lui stesso dichiara (documento 20 apr. 1450, in Maiocchi, I, p. 69), in seguito alle guerre che lo avevano privato dei suoi beni. Lo troviamo ricordato per la prima volta a Genova, insieme con Donato, nel 1434 (Alizori, p. 249), e a Genova rimase, a quanto pare, tutta la vita: ne abbiamo notizie in documenti del 1438, '43, '44, '50, '51, '53 (Maiocchi); e forse egli è da identificare con Boniforte da Mortara, nel 1460 dimorante a Genova in via dei Sartori (Maiocchi, p. 108).

Che praticasse la pittura, avviatovi dal fratello, sappiamo dal documento del 1450 sopra citato; si tratta di una supplica rivolta alla Repubblica genovese: in essa il B. dichiara di aver imparato l'arte pittorica solo "ad animi delectationein", ma che è stato poi costretto dall'indigenza a impiegarla per sostentare se stesso e i nove figli; chiede perciò una "novam conventionein annuain", lasciando intendere di averne già fruito per il passato.

Nessuna opera del B. ci è stata tramandata, e nessuno dei documenti citati, che ci ragguagliano su particolari della sua vita, ricordano qualche pittura a lui commessa. 2 citato soltanto un suo intervento in un'ancona di Gileto Mazzoni (1443), ma è probabile si trattasse di una collaborazione marginale, tanto è vero che la Maestà lasciata incompiuta dal fratello vien data da terminare, il B. consenziente, non a lui ma al pittore Giovanni Giorgio da Pavia (30 giugno 1451). Probabilmente il B. eseguiva stemmi araldici e decorazioni di case, generi per i quali riceveva commissioni anche Donato.

Fonti e Bibl.: M. Staglieno, Appen. e docum. sopra diversi artisti..., Genova 1870, pp. 28-33; F. Alizeri, Notizie dei Professori del disegno in Liguria, I, Genova 1870, pp. 236 s., 241, 246-49, 256-59; II, ibid. 1871, p. 173; R. Maiocchi, Codice diplom. artistico di Pavia, I, Pavia 1937, M. 52, 57, 58, 59, 69, 70, 76; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, II, p. 486.

Vedi anche
decorazione Insieme di elementi, motivi, apparati ornamentali apposti alla struttura vera e propria dell’opera d’arte o di architettura. Può essere costituita da elementi seriali, ritmici, ricorrenti, tradizionalmente legati a spartizioni di superfici o a modanature (➔ ornato), presenti su architetture o su oggetti ... bardo Poeta-cantore dei popoli celti. I bardo si accompagnavano con uno strumento simile alla lira, detto crotta, e costituivano una specie di ordine. Disparvero dalla Gallia dopo la conquista romana; sopravvissero in Irlanda (fino al sec. 17°), Scozia (sec. 18°), Galles. Cantavano soprattutto poesie celebrative ... pittura Arte di dipingere, raffigurando qualche cosa, o esprimendo altrimenti l’intuizione della fantasia, per mezzo di linee, colori, masse, valori e toni su una superficie. I procedimenti che permettono di fissare su una superficie (supporto) sostanze coloranti o pigmenti, secondo la volontà e il progetto ... Pavia Comune della Lombardia (63,1 km2 con 70.207 ab. nel 2008), capoluogo di provincia. È situata a 77 m s.l.m. sulla sinistra del fiume Ticino, a 6 km dalla sua confluenza nel Po. ● La pianta della città, di forma trapezoidale, rivela nel nucleo più centrale il caratteristico schema dell’oppidum romano. ...
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Vocabolario
bardare
bardare v. tr. [der. di barda]. – Munire un cavallo di barda o bardatura, mettergli i finimenti. Per estens., guarnire in genere; rifl., scherz., mettersi indosso abiti e ornamenti vistosi: come ti sei bardato! Nel linguaggio di cucina,...
bardito¹
bardito1 bardito1 agg. [der. di bardo]. – Dei bardi: poesia b., i canti degli antichi bardi celtici, o quelli composti nella seconda metà del sec. 18° e nel principio del 19° ad esaltazione dei bardi e secondo la loro tradizione.
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