BONIFACIO (A. T., 24-25-26)
Cittadina di tipo singolarissimo, all'estremità meridionale della Corsica (9° 8, long. E. 41° 23′ lat. N.). Situata in bella posizione sulle Bocche di Bonifacio fra la Corsica e la Sardegna, occupa l'alta piattaforma a strati calcarei orizzontali del Sarmatiano, con pareti verticali tutte all'ingiro, strapiombanti per più di 60 m. sul mare, a forma di penisola, che chiude a nord un braccio di mare lungo 1500 m. e stretto 100, porto naturale, con buoni fondali, per piccole navi.
La cittadina si divide in due parti: il quartiere della Cittadella, all'estremità della penisola, dove sorgono le vecchie fortificazioni del sec. XVII, con lungo cammino di ronda, le caserme, il cimitero, e da dove si scende al mare per una lunga scala scavata nella roccia detta "del re d'Aragona", che doveva servire durante gli assedî. Ai piedi di questa parete rocciosa si trovano poi numerose grotte naturali scavate dal moto ondoso. La città vecchia murata è nella parte più interna della penisola, e vi si accede per porta con ponte levatoio. Essa è un inestricabile dedalo di vie e vicoli tortuosi e stretti, con alte case e numerose chiese. Le costruzioni si spingono fin sull'orlo della parete rocciosa a piombo sul mare e sono fornite quasi tutte di cisterne per l'acqua piovana, giacché la pioggia è scarsa (580 mm. annui) e l'unica fontana d'acqua potabile che alimenta tutta la città, è in basso sul lato interno del golfo, dove si allineano le case della "Marina" il porto di cabotaggio di Bonifacio, e dove si avevano una volta delle piccole saline e si hanno al giorno d'oggi degli allevamenti di ostriche.
Bonifacio ha comunicazioni con Ajaccio sia per mare (ore 5), sia per terra, con automobile per Sartena (km. 139, ore 8½).
Capoluogo di comune, la città conta (1920) 2816 abitanti, con carattere e dialetto alquanto diversi da quello còrso, i quali si occupano di pesca e della coltivazione dell'olivo e sughero sulle alte terrazze della terraferma, che alimentano degli oleifici e una grande fabbrica di turaccioli.
Piazzaforte francese di 2ª classe, a guardia delle Bocche di Bonifacio, di fronte alla Sardegna da cui dista circa 14 km. in linea d'aria, ha oggi un rinnovato valore militare.
La chiesa di Santa Maria Maggiore è una costruzione pisana che dimostra come lo stile gotico sia riuscito a stento a penetrare in un paese dove le tradizioni romaniche dovevano persistere fino alle soglie del Rinascimento. Dinanzi alla facciata è un loggiato in cui si trattavano i pubblici affari. La chiesa di S. Domenico fu costruita nel sec. XIV: ha il campanile merlato, ottagono. Le case di Bonifacio sono più pittoresche che caratteristiche. Alcune porte hanno architravi scolpiti che rimontano alla fine del sec. XVI o al principio del XVII.
Bibl.: Mérimée, Notes d'un voyage archéologique en Corse, Parigi 1840; C. Aru, Chiese Pisane in Corsica, Roma 1908.
Storia. - Bonifacio occupa forse il luogo dell'antica Palla o del Porto Siracusano (?) sul Fretum Gallicum. La prima fortezza fu costruita, secondo la tradizione, dal conte Bonifacio di Toscana (v.) verso l'830, per proteggere la Corsica e la Sardegna contro gli Arabi. Un minuscolo borgo si formò sotto la protezione di questo castello e fu popolato dai Pisani; nel corso del sec. XII fu disputato tra Pisani e Genovesi: questi se n'impadronirono nel 1195, cacciarono tutti gli abitanti e li surrogarono con Genovesi. Il comune di Genova diede alla piccola città importanti statuti, con libertà e franchigie al comune e agli uomini della fortezza e del Borgo, statuti che dal sec. XIII al principio del sec. XVII furono spesso modificati, da ultimo nel 1619 per opera di Marzolaccio da Bonifacio, e stampati a Genova nel 1625. Una tradizione narra che verso il 1236 S. Francesco d'Assisi sarebbe giunto a Bonifacio e avrebbe fondato nei dintorni, a S. Giuliano, un monastero. La città subì due assedî lunghi e calamitosi: il primo dal 13 agosto 1420 al 3 gennaio 1421; ma Alfonso V, re di Aragona, non poté espugnare la cittadella. Più tardi, nel 1553, i Turchi, alleati dei Francesi e comandati dal noto Dragut (v.), costrinsero la città a capitolare e, violando le condizioni della resa, trucidarono la guarnigione genovese. Nel 1792, Napoleone Bonaparte, allora comandante in seconda d'un battaglione di volontarî della spedizione di Sardegna, dimorò in Bonifacio per quasi otto mesi.
Bibl.: G. B. Marzolaccio, Compendiosa descrittione delle cose di Bonifacio, Bologna 1625; id., Statuti civili e criminali di Bonifacio, Genova 1625; P. Morati, Pratica Manuale, lib. I, prel. XI, in Bulletin de la Société des Sciences de la Corse, Bastia 1885; Statuts de Bonifacio, du XIIIe au XVIIe siècles, nel Bulletin cit., 1883 e 1884; Orecchioni, Histoire de Bonifacio, Bastia 1883. Nell'Archivio di Corsica, in Ajaccio, si conserva un manoscritto degli statuti di Bonifacio del sec. XV.