BONIFACIO Veronese
Nel giugno del 1293 il Consiglio speciale e generale del Comune di Perugia deliberò sull'accoglimento della proposta di un tale "magister Bonifacius de Verona", maestro di astrologia e di versificazione, che era venuto a Perugia e voleva "solempne opus facere et librum antiquitatum et negotiorum Comunis Perusii et antiquitates reducere ad memoriam pro honore Comunis Perusii". Il capitano del popolo, che, sentiti i consoli delle Arti, si era fatto portavoce della proposta, chiedeva al Consiglio l'assenso a che fosse per l'intanto corrisposto a B. un congruo rimborso spese per tutto il tempo in cui si fosse trattenuto a Perugia, insieme con suo figlio, per redigere l'opera in questione, mentre poi, ad opera ultimata, si sarebbe provveduto a deliberare la misura del compenso vero e proprio. La proposta fu approvata.
Il 16 novembre dello stesso anno il solerte B. aveva già portata a termine la sua opera "de memoriis antiquitatum Perusinorum", e il Consiglio affidò a due professori di diritto dello Studio, Guido della Corgna e Tribaldo, il delicato compito di stabilire, a loro arbitrio, l'entità del compenso da corrispondere a Bonifacio. Quel medesimo giorno i due designati, sentito il parere anche di altri "sapientes iuris", deliberarono che fossero pagati a B. 25 fiorini d'oro per l'opera poetica sulla storia di Perugia che aveva composta, decidendo altresì di stanziarne altri 25 che sarebbero stati versati a B. quando avesse provveduto a volgere la sua opera in prosa.
Da Euliste, il mitico fondatore troiano di Perugia, Popera di B., che racconta in nove libri la storia della città dal 1150 al 1293, si chiamò Eulistea.
Ritenuta la più antica cronaca di Perugia, l'Eulistea èstata pubblicata parzialmente (nella sola versione poetica, con in nota qualche estratto di quella in prosa) da F. Bonaini, A. Fabretti e G. Polidori (in Arch. stor. ital., XVI [1850], 1, pp. 3-52), sulla base di un manoscritto cartaceo del sec. XIII, diverso dunque da quello pergamenaceo che risulta inventariato, una prima volta, nel 1380, insieme con i documenti del Comune di Perugia conservati in S. Domenico, e poi, di nuovo, nel 1440:nell'intervallo, poco dopo il 1380, il codice fu trafugato e portato a Cortona, donde fu riportato in sede nel 1382, ad opera di un tale Egidio, che si ebbe per ricompensa la cittadinanza perugina.
A parte il poco che ci dicono di lui gli Annali Decemvirali nell'atto di registrare le delibere consiliari in cui si concretò l'iniziativa storiografica del Comune di Perugia che lo ebbe come protagonista, iniziativa davvero insolita se si guarda all'anno in cui fu presa, qualche altra cosa su B. apprendiamo da lui stesso, e molto di più si sarà certo in grado di sapere il giorno in cui le due redazioni dell'Eulistea saranno state date per intero alle stampe. B. era profugo da Verona, sua città natale, donde l'aveva cacciato "tyrannus/ Ecelinus atrox"; era stato in rapporti di amicizia ("inmensa coniunctus familiaritate") con Rodolfo I d'Asburgo; anche dopo avere terminato la versione in prosa dell'Eulistea, B., insieme con il figlio, "Marchiam (sic) nomine", si dichiarava pronto ad esercitare in Perugia il suo mestiere di dictator; oltre all'opera su Perugia, ne aveva scritte altre sulle "aquile" (gli imperatori?), sui "gigli" (i re di Francia?) e sulle gesta di molti uomini famosi; nell'explicit dell'Eulistea B. si qualifica come "Veroneus ac electus princeps".
Mentre non sappiamo nulla di queste altre opere di B., è certo che a lui va attribuito un poemetto sulla madre della Madonna (454 versi in due libri), dedicato al cardinale Ottaviano degli Ubaldini, eletto nel 1245 e morto nel 1272(o '73). Che l'autore dell'Eulistea e quello dell'Annayde siano la stessa persona risulta con certezza dall'explicit di quest'ultima: "Explicit liber Annayde Bonifacii Veronei hac et principis". Lo stesso vale per un altro poemetto, la Veronica (unmigliaio di versi in due libri), dedicato al cardinale Guglielmo Bray (eletto nel 1263, morto nel 1282): "Incipit Veronica a Bonifacio Veroneo ac et principe edita de Armenio quidem in Latinum translata... Explicit Veronica a Bonifacio Veroneo et principe edita...". Nella Veronica B. accenna non solo all'Annayde, ch'egli doveva aver dunque composto precedentemente, ma anche alle altre opere non identificate, citate nell'Eulistea: "Et varios Martis motus vidistis et iras [B. si rivolge alle Muse, testimoni della sua produzione poetica] / Funestosque duces, aquilas et lilia campis / Eternamque aulam sacrataque templa Marie".
Scipione Maffei, cui era nota l'esistenza di un B., veronese e principe, autore della Veronica, confessava riguardo alla sua identità la stessa ignoranza che si è costretti ad ammettere ora.
Fonti e Bibl.: Dell'edizione dell'Eulistea nell'Arch. stor. ital. del 1850 si è già detto nel testo: si veda inoltre la prefazione di F. Bonaini, ibid., pp. XII-XIX. I passi degli Annali Decemvirali sono stati riportati da G. Mazzatinti, in Boll. d. R. Deputazione di storia patria per l'Umbria, II (1896), pp. 559-561. Per l'Annayde e la Veronica, si veda inoltre C. M. Piastra, Nota sull'"Annayde" di B. V., in Aevum, XXVIII (1954), pp. 505-521, e, della stessa autrice, Nota sulla "Veronica" di B. V.,ibid., XXXIII (1959), pp. 356-381: dove sono riportati ampi brani dei due poemetti. Si veda infine S. Maffei, Verona illustr., II, Milano 1825, p. 186.