FISSIRAGA, Bongiovanni
Appartenente a una delle principali famiglie guelfe di Lodi, fu vescovo della città dal 1252 al 1289. Non si conosce la sua data di nascita, né è noto dove conseguì il titolo di "magister" con il quale è ricordato in alcuni documenti. Risiedeva a Perugia - o alla corte pontificia che vi si trovava allora o come insegnante della giovane università locale - quando il 9 genn. 1252 Innocenzo IV invitò i Lodigiani ad accogliere benevolmente il F. come loro vescovo. Con lo stesso atto il papa ripristinò la sede episcopale soppressa da Gregorio IX più di dieci anni prima per punire la città del suo ghibellinismo ostinato e delle persecuzioni contro il clero. Il 7 aprile il F. fece il suo ingresso in città. La gravità dei problemi che agitavano allora la Lombardia è evidenziata da una tragica coincidenza: il giorno prima l'inquisitore domenicano Pietro da Verona era stato assassinato su istigazione degli eretici milanesi.
Appena arrivato, il F. cercò di restaurare un'amministrazione priva di una guida per dieci anni, di riconfortare la fede dei Lodigiani, turbata da tanti conflitti, e di applicare le direttive politiche di Roma scomunicando i ghibellini irriducibili e privandoli dei loro benefici. Anche due famiglie di vassalli vescovili furono private dei loro feudi. Il 31 agosto il F. fu incaricato del processo di canonizzazione di Pietro da Verona; il 4 settembre Innocenzo IV gli chiese di riammettere i francescani a Lodi. Così il 24 novembre, il F. affidò ad essi la chiesa di S. Nicola, nonostante le proteste del clero. Il 18 ottobre i domenicani ottennero a loro volta uno spazio dove sistemarsi: un terreno in periferia, dove costruirono poi il loro primo convento prima di trasferirsi in città. In pochi mesi Lodi ritrovava così a pieno titolo il suo posto nella Chiesa.
Più della metà del lungo episcopato del F. fu turbato dalla guerra nella quale, dal 1259 al 1282, Lodi, come la maggior parte delle città lombarde, si trovò coinvolta. La città aveva ormai scelto il campo guelfo e sosteneva i Della Torre contro i Visconti nella loro lotta per la signoria di Milano. Politica e religione erano strettamente intrecciate in questo tipo di conflitti; nel 1278, in particolare, i Lodigiani, per aver catturato alcuni chierici dell'arcivescovo Ottone Visconti, vennero da questo scomunicati, e la scomunica durò fino al 1284. Il F. sembra però essersi poco immischiato in questioni politiche: la sua attività, per quanto ci è dato conoscerla, riguardava soprattutto il ministero pastorale, l'amministrazione della diocesi e le numerose missioni affidategli dai papi.
Per tutto il suo episcopato il F. godette infatti dalla piena fiducia papale. Nel 1272, partecipò al concilio provinciale di Savona; nel febbraio del 1274, per conto di Gregorio X, che aveva ricevuto a Lodi in ottobre, consegnò il pallio al patriarca di Aquileia, Raimondo Della Torre; Onorio IV gli chiese di far rettificare certi statuti di Bergamo ostili al clero (dicembre 1286); nel 1287partecipò al concilio provinciale di Milano, e infine, su richiesta di Niccolò IV, benedisse la nuova badessa di un monastero milanese.
Nonostante queste numerose missioni, sembra che il F. si sia occupato con cura della sua funzione pastorale. Prese importanti provvedimenti a favore dei domenicani, ai quali, dopo averli riammessi a Lodi, accordò indulgenze particolari (1259) e assegnò un lascito che era in teoria destinato alla fondazione di un ospedale (1287). Quanto ai francescani, sarà la sua famiglia a continuare l'opera del vescovo che li aveva fatti rientrare in città: Antonio Fissiraga, che era probabilmente suo nipote e che diventerà signore di Lodi dopo la sua morte, finanzierà la costruzione della chiesa di S. Francesco per sostituire S. Nicola, diventata ormai troppo piccola, e fonderà anche il monastero di S. Chiara, assegnandogli una ricca dotazione.
Dalle fonti di cui disponiamo sappiamo che il F. rafforzò il potere vescovile ottenendo dal papa il diritto di nominare i canonici della cattedrale (gennaio 1264) e che scelse il rettore della chiesa rurale di S. Maria del Como (1283). Alcuni documenti mostrano che il F. gestì i domini vescovili seguendo le abitudini dell'epoca, affittando cioè direttamente beni (ad esempio macellerie e case in città, terre in campagna), conservando i suoi diritti signorili e difendendo le sue proprietà in tribunale. Egli concesse anche terre, e soprattutto decime, in feudo a laici, nella fattispecie ad Antonio Fissiraga e ai suoi fratelli (1284), seguendo una prassi fermamente radicata nel costume.
Il F. morì nel 1289, probabilmente l'8 novembre. Le fonti sono però discordi sulla data esatta, e il suo epitaffio, oggi perduto, avrebbe persino indicato il 1288. Venne sepolto nella chiesa di S. Francesco. Nel 1749 la sua tomba (un sarcofago di marmo retto da quattro colonne) fu inglobata nel muro della chiesa.
Fonti e Bibl.: Synodus provincialis anno MCCLXXXVII Mediolani habita a Ottone Vicecomite archiepiscopo Mediolanense, in L.A. Muratori, Rer. Ital. Script., VIII, Mediolani 1726, col. 1054; L. Osio, Documenti diplom. tratti dagli archivi milanesi, I, Milano 1864, n. XXI, p. 30; Regesta Pontificum Romanorum, a c. di A. Potthast, Berlin 1875, nn. 14470, 14706, 15097; Codice dipl. Laudense, a cura di C. Vignati, II, Milano 1883, pp. LXXXIX e nn. 342-396, 345-394; Cronichetta di Lodi del sec. XV, a cura di C. Casati, Milano 1884, p. 85; Les registres d'Honorius IV, a c. di M. Prou, Paris 1888, n. 714; Les registres de Grégoire X, a c. di J. Guiraud, Paris 1892, n. 285; Les registres d'Innocent IV, a cura di E. Berger, III, Paris 1897, nn. 5519, 7303, 8088, 8146, 8277; Les registres de Nicolas IV, I, paris 1893, n. 1043; Codex dipl. Cremonae, a c. di L. Astegiano, I, Torino 1898, n. 1093, p. 380; Les registres d'Urbain IV, III, Paris 1906, nn. 1223, 2466, 2674; F. Ughelli - N. Coleti, Italia sacra, IV, Venetiis 1719, pp. 676 s.; F.A. Zaccaria, Laudensium episcoporum series, Milano 1763, pp. 239-242; G.B. Molossi, Mem. d'alcuni uomini illustri della città di Lodi, I, Lodi 1776, pp. 176 s.; C. Vignati, Una scomunica di Ottone Visconti arcivescovo di Milano (dal 1278 al 1284), in Arch. stor. lombardo, s. 1, VIII (1881), pp. 453-458; G. Agnelli, A. Fissiraga e il monastero di S. Chiara di Lodi, ibid., s. 3, XII (1899), pp. 282 s.; G. Agnelli, Lodi e il suo territorio, Lodi 1916, passim; F. Savio, Gli antichi vescovi d'Italia dalle origini al 1300. La Lombardia, II, 2, Bergamo 1932, pp. 236-242; A. Caretta - L. Samarati, Lodi. Profilo di storia comunale, Milano 1958, pp. 129, 135 s., 141-144; L. Samarati, I vescovi di Lodi, Milano 1965, pp. 111-118.