LOCATELLO (Locatelli, de Locatellis), Boneto (Benedetto, Bonetto)
Nacque a Bergamo o nel territorio, da Giovanni presumibilmente nel terzo quarto del XV secolo.
Si trasferì presto a Venezia per esercitare l'arte della stampa, come i conterranei Bernardino Benali, Bernardino Celeri da Lovere, Pietro Quarenghi e altri. Nei colofon delle sue edizioni si qualifica "presbyter Bergomensis"; fu dunque nel novero degli ecclesiastici operanti nel campo della stampa tra Quattro e Cinquecento. A partire dal 9 febbr. 1487, data dell'edizione del De civitate Dei di s. Agostino, il nome del L. comincia a comparire nei colophon, associato regolarmente a quello di Ottaviano Scoto, originario di Monza, attivo a Venezia come stampatore dal 1479 e, dal 1484, anche come editore. Le testimonianze relative all'attività del L. per il periodo precedente sono incerte. Risale forse al 1485 l'edizione di una Facezia di Ludovico Favazolli, ma sia la data sia l'attribuzione al L. risultano dubbie. È certo, invece, che il 7 nov. 1486 il L. stampò un Breviarium Romanum, curato dal mantovano Filippo De Rotingo, dell'Ordine dei frati minore (Gesamtkatalog der Wiegendrucke, n. 5156).
Grazie al sodalizio tra le capacità imprenditoriali dello Scoto e l'abilità tecnica del L., la stamperia, ubicata nella casa della parrocchia S. Samuele, nel sestiere di S. Marco, divenne una delle più attive di Venezia con oltre 150 edizioni stampate nel corso del XV secolo. Il L. risultò, per quantità di produzione, il secondo tipografo veneziano (Lenhart, p. 83). Se si considera anche l'attività del primo ventennio del XVI secolo, egli stampò complessivamente oltre 250 edizioni, con netta prevalenza di opere di argomento filosofico e medico-scientifico di notevole impegno tipografico, destinate soprattutto agli studiosi delle scuole veneziane e dell'Università di Padova. È certo che il bacino di smercio fosse assai più esteso, in particolare verso Valenza, dove è documentato che, a partire dal 1492, agenti commerciali curavano la riscossione di crediti per conto dello Scoto. La qualità del prodotto tipografico appare di tutto rispetto e ricca di innovazioni. Risale all'8 ag. 1489 la stampa di quella che è considerata la prima edizione di una Bibbia illustrata con silografie apparsa in Italia: la Biblia Latina, con il commento di Nicolaus De Lyra.
Il Modus epistolandi di Francesco Negri, edito "arte et impensis Boneti Locatelli Bergomensis" il 9 sett. 1490, testimonia in modo inequivocabile che il L. era in grado di intraprendere anche iniziative editoriali autonome nonostante non adotti mai una marca tipografica propria. L'interrogazione congiunta dell'Illustrated short-title catalogue della British Library e del Censimento delle edizioni italiane del XVI secolo, consente di individuare più di una decina di edizioni, nei cui colofon o frontespizi il suo nome campeggia da solo. Si tratta soprattutto di testi liturgici e di opere di argomento teologico. Spicca un Missale Romanum (1501), ristampa di un'edizione dello Scoto del 1481, "con note musicali di bellissimo tipo, capaci di rivaleggiare con quelli del Petrucci" (Sartori, p. 141). Il 7 apr. 1491 vide la luce il Rationale divinorum officiorum di Guillaume Durand, di cui il L. risulta non soltanto stampatore, ma anche curatore del testo. La responsabilità intellettuale nei confronti dell'edizione gli valse nel colofon il titolo di magister, che compare anche nei Commentaria in artem veterem Aristotelis di Graziadio da Ascoli. Quest'opera risulta infatti stampata "in famosa officina magistri Boneti de Locatellis Bergomensis", espressione che attesta la sua titolarità in un'officina tipografica ormai di notevole prestigio.
Il L. ebbe occasione di assicurare la propria attività anche al servizio di altri editori: risale al 18 ag. 1492 la stampa dei Sermones dominicales di Antonio da Bitonto, per conto dell'editore Nicolò da Francoforte, attivo a Venezia dal 1473. Il 22 sett. 1496 e il 19 apr. 1497 formulò, a proprio nome, la richiesta di alcuni privilegi di stampa, a riprova della sua posizione di autonomia e indipendenza. Dopo la morte dello Scoto, avvenuta il 24 dic. 1498, si registra un breve periodo di calo nella produzione, che a partire dalla fine del 1499, riprese i consueti ritmi. Il L. incrementò, infatti, il numero di edizioni pubblicate in proprio e prestò le proprie abilità di stampatore non soltanto agli eredi Scoto, ma anche a Nicola di Francoforte, a Lazzaro de' Soardi, ad Andrea Torresano e forse ad altri. La produzione del L. si mantenne su elevati livelli quantitativi almeno sino al 1508. Gli anni tra il 1509 e il 1513 furono, invece molto difficili per la tipografia veneziana, a causa della guerra della Serenissima contro la Lega di Cambrai e della sconfitta di Agnadello (1509). Delle 13 edizioni stampate dal L. nel 1508 si passa alle due del 1510 e al completo silenzio nella produzione sino al 1510. Le 95 edizioni registrate dal Censimento a nome del L. sono tutte anteriori al 1510, con l'eccezione di una raccolta di opere mediche di Arnaldo de Villanova, del 1514, e con l'erronea attribuzione della Rosa Anglica di John of Gaddesden, la quale, invece, fu stampata nel 1502 (Finney, pp. 71 s.). Secondo le attribuzioni del General Catalogue of printed books to 1955…in the British Museum, nonostante manchi la diretta testimonianza nei colofon e nei frontespizi, la sua attività si estese sino al 1524.
Il L. fece testamento il 20 genn. 1521. Non si conosce la data della morte, che è da collocare certamente prima del 10 febbr. 1545, giorno in cui il figlio del L., Antonio, vendette ai librai Pietro Ardengo e Domenico Splendore (e soci) la bottega paterna al segno di S. Pietro e Paolo in S. Giuliano.
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