Scrittore (n. Arnay-le-Duc, Borgogna, 1510 circa - m. 1544 circa). Fu cortigiano di Margherita di Navarra e amico di Étienne Dolet; partecipò alla cultura del suo tempo con alcune traduzioni dal greco e dal latino, ma più vivamente s'interessò alle dispute religiose e a problemi teologici e morali. Fautore della Riforma, collaboratore di Calvino, difensore di Marot sospettato di eresia per la sua traduzione dei Salmi, si spinse su posizioni sempre più radicali. Seguace dapprima dell'evangelismo, nelle sue opere più significative appare molto meno credente e rigoroso. I quattro brevi dialoghi satirici del Cymbalum mundi (1537), la sua opera più importante, sono una negazione razionalistica di ogni religione: il libretto, che rasenta l'ateismo e l'indifferenza ed è vivace espressione del libero pensiero nel 16º secolo, fu condannato per eresia dal parlamento di Parigi e tutte le copie, salvo una, furono bruciate. La raccolta di novelle e racconti Les nouvelles récréations et joyeux devis, pubblicata postuma nel 1558 e sicuramente da attribuirsi al D., s'ispira a un realismo molto vivo e "libertino". Non si conoscono bene i motivi per cui il D. morì suicida, ciò che accentua ancora il carattere enigmatico di questo scrittore.