BONAVENTURA da Coccaglio (al secolo Paolo Bianchi)
Nato a Coccaglio (Brescia) il 13 maggio (Vat. lat. 9282) 0 il 25 luglio 1713 (Bonari) da Giacomo e da Maddalena Personelli, in una famiglia di modeste condizioni, dopo aver interrotto più volte gli studi, seguì ancora laico i corsi di teologia dogmatica presso il seminario di Bergamo. Qui, messosi in luce per le sue straordinarie capacità, conobbe il padre Gaetano Maria Migliorini da Bergamo che lo convinse a seguire le orme del fratello maggiore Viatore, entrando nell'Ordine dei frati minori cappuccini. Emessa la professione solenne nel convento di Vestone il 12 nov. 1733, B. continuò gli studi a Trenzano sotto la guida del padre Lattanzio da Pompiano, uomo di santa vita e di austeri costumi, che lo imbevve di principi rigoristici; quindi fu alla Badia, ove ebbe per maestro il padre Giambattista da Gorzone, e a Bergamo sotto il magistero del padre Francesco Quadrio, che diverrà poi predicatore del palazzo apostolico. Infine completò il cursus studiorum con il padre Giambattista da Scannabue a Crema, dove già si distinse per l'impeto con cui sostenne i principi della scuola agostiniana in varie dispute teologiche e filosofiche. Poche notizie si hanno di questo periodo della sua vita fino al 1759, quando fu eletto guardiano del convento di Iseo: certo è che più volte rifiutò l'incarico di lettore, preferendo evidentemente l'esercizio della predicazione, cui era portato dall'esuberanza della sua personalità, e una maggiore libertà per i suoi studi teologici per la compilazione di varie operette polemiche.
Una certa risonanza ebbero le Lettere di ragguaglio di Rambaldo Norimene al suo dilettissimo amicod. Luigi Bravier intornoalcunecontroversie letterarie suscitatesiin varie città d'Italia..., Trento 1754, alle quali B. fece seguire altri tre volumi (Proseguimento delle lettere di ragguaglio..., II, Trento 1755; III, ibid. 1756; IV, ibid. 1759): la loro notorietà è legata alla polemica antigesuitica, che in questo caso si appuntò soprattutto contro i giudizi espressi da F. A. Zaccaria nella sua Storia letteraria d'Italia (il Melzi nel Dizionario delle opere anonime e pseudonime attribuisce tuttavia l'opera a Giambattista Macchi; per l'attribuzione a B. vedi Vat. lat. 9282, f. 235). Indubbiamente più importante però fu la nuova edizione in due volumi eseguita da B. della teologia morale di Paul de Lyon (Instituta moralia theologiLugdunensis Ordinis capuccinorumaucta et illustrata..., Mediolani 1760; 2 ediz., ibid. 1765; 3 ediz., ibid. 1771). Essa segue l'edizione veneziana del 1733 (Moralis theologiae specimen ad usumtheologiae candidatorumscholastica methodocompendiose delineatum), che era stata già approvata in un decreto generale dell'Ordine dell'anno 1757; ma copiose e significative sono le annotazioni apposte da Bonaventura.
Come il confratello Filippo da Carbognano ha annotato la Theologia moralis (Venetiis 1757) di Paul Gabriel Antoine, accentuandone gli aspetti rigoristici, così egli vuole fare per il testo di Paul de Lyon, in modo che esso serva adeguatamente alla lotta contro il probabilismo. In B., che in questa opinione segue il fratello Viatore, v'è la convinzione della stretta interdipendenza tra teologia dogmatica e teologia morale, per cui il molinismo postula il lassismo come l'agostinianismo rigido la "sana dottrina": pertanto ciò che egli rimprovera a Paul de Lyon è "quod plus aequo abhorreat a Gratia de se, ut ajunt, efficaci. Scribens enim in locis, ubi exorta fuit Haeresis Ianseniana, pro evitando uno errore fere alteri appropinquavit" (I, p. 13). Le fonti che servono a B. per le sue puntualizzazioni antiprobabilistiche, oltre a S. Agostino e S. Tommaso, sono i papi Alessandro VII e Benedetto XIV, e le opere di Concina, Bellelli e Berti. Alla fine del secondo volume (pp. 217-315) si trova un'interessante Appendix documentorum pontificium, comprendente anche i più recenti decreti di Benedetto XIV riguardanti la morale.
A cura di B. venne pubblicato il Carteggio de' Padri Viatore eBonaventura da Coccaglio... sopra un empio scritto intitolatoSolenne concio-abiura fatta ... dal rev. p. Pasquale da Scapezzanoprofessore di sacra teologia, Brescia 1761, una risposta polemica in forma epistolare alle accuse mosse contro la Chiesa cattolica dal minore riformato Pasquale da Scapezzano, il quale era passato al protestantesimo, nella Sollenne concio-abiura fatta nella Chiesa della Terra Dominante diPoschiavo nella Reziali 26 agosto1759..., Engadina Bassa s.a.
L'identificazione che ivi si faceva dell'apostata con il professore di teologia P. Lorenzini provocò il risentimento di quest'ultimo che rispose con il Breve disame della genealogia,e integrità diPaolo Lorenzini... denigrata da un iniquo carteggio de' PadriViatore e Bonaventura da Coccaglio,cappuccini, Scoglio s.a. (ma 1761?). B. fu perciò costretto a rispondere con uno scritto (Lettera del p. Bonaventura da Coccaglio cappuccinocirca lanuova edizione della ricerca sistematica ecirca il carteggio de' duefratelli cappuccini contro l'apostataLorenzini, Brescia 1762) che interessa soprattutto per la difesa dall'accusa di giansenismo che egli vi fa degli agostiniani Bellelli e Berti, di C. Migliavacca, di C. Rotigni, e del fratello Viatore, editore della Ricerca sistematica sul testo e sulla mente di S. Prospero d'Aquitanianel suo poemacontro gli ingrati (Brescia 1756), improntata al più stretto agostinianismo. Secondo B. l'accusa di giansenista viene ormai rivolta in Italia "a tutti quelli che non sono né Molinisti, né Probabilisti", cioè a quei "teologi che professano le più sode sentenze, sì nella specolativa, come anche nella morale, appoggiate alle inconcusse dottrine de' SS. Agostino e Tommaso"; e afferma: "io pure, in questo, sono un buon giansenista al pari di tutti loro" (ibid., p. 52).
In effetti B., che fu un probabiliorista, fu molto legato al gruppo giansenista bergamasco che, oltre al Rotigni, era formato dagli oratoriani Almici e Macchi, dai fratelli somaschi Commendoni, e da altri, fra cui spiccherà in seguito G. A. Cornaro; ed ebbe anche dei contatti con Giovanni Lami, che spesso appoggiò le sue polemiche dalle colonne delle Novelle letterarie fiorentine. Il B. resse il convento d'Iseo fino al 1762 e, dopo un intervallo, vi fu di nuovo guardiano dal 1765 al 1767; nel 1771 passò con il medesimo ufficio a Cologne per tornare l'anno successivo ad Iseo, dove rimase in carica fino al 1774. Fu questo un periodo di notevole attività: B. pubblicò La storia de auxiliis del ch. p.Giacinto Serry dell'Ordine de' predicatori tradotta ecompendiata... (Brescia 1771, sotto lo pseudonimo di Rambaldo Norimene) e La fede dei cattolici esposta dal p. Norberto daLorena cappuccino conosciutoultimamente sotto il nome di abateCuriel Parisot Platel. Opera utilissima per istruzione dei Cattolici,e disinganno dei Protestanti (Brescia 1771), due traduzioni che in fondo contribuivano entrambe (anche la seconda che mette in rilievo l'ortodossia del padre Norberto) alla polemica antigesuitica che in quegli anni aveva raggiunto il culmine. Probabilmente nel 1774 B. si recò a Roma, ove per ordine del padre generale scrisse la Vita del venerabile p. Lorenzo daBrindisi generale dell'Ordinedei cappuccini (Roma 1775), che conobbe altre edizioni postume dopo il decreto di beatificazione del venerabile (quattro sono le diverse edizioni che videro la luce a Roma nel 1783: la più completa ha per titolo Ristretto istoricodella vita,virtù e miracoli del beato Lorenzo da Brindisi). Postuma uscì la Vita della venerabileMaria Maddalena Martinengocappuccina (Brescia 1794), da B. scritta per ordine dei superiori e completata dal fratello Viatore.
B. morì a Cologne il 17 marzo 1778 durante una predica quaresimale.
A B. è anche attribuita da vari autori (Bonari, Ilarino da Milano, ecc.) una traduzione italiana dei Mémoires historiques e delle Lettres apologétiques di Norberto da Bar-le-Duc. Secondo il Bonari e Ilarino da Milano sarebbero di B. l'edizione delle Memorie istoriche... pubblicata a Lucca nel 1744 (che per il Bonari fu stampata in effetti a Lugano nel 1751) - dal Pastor attribuita invece ad Agostino da Parma - e quella delle Lettere apologetiche..., che vide la luce a Lucca in due volumi nel 1751 e nel 1752 sotto il nome di Ascanio Greni. Il Teetaert ha notato (Dict. d'Hist. et de Géogr. Ecclés.) che ciò è molto improbabile, poiché B. nel 1744, quando non aveva ancora finito gli studi, difficilmente si sarebbe fatto coinvolgere in una polemica tanto pericolosa (non si dimentichi che i Mémoires furono condannati dal S. Uffizio il 1º apr. 1745), tanto più che il Bonari stesso precisa che la fonte cui ha attinto (una notizia biografica di B. scritta dal fratello Viatore e conservata manoscritta nel convento di Cologne) afferma che le due traduzioni di B. furono stampate a Lugano nel 1772 con la falsa data di Lucca. Ma un'altra fonte (una lettera del padre Faustino da Bergamo del 1781, in Vat. lat. 9282) conferma la paternità di B. alle edizioni lucchesi del 1744 e 1751-52; né ci è stato possibile reperire altre edizioni del 1772. Certamente, comunque, non sono di B. le Difficoltà proposte a N. N. sopra le sueRiflessioni critico-dommatiche, due lettere che si conservano manoscritte nel monastero di Cologne, che il Bonari credendo inedite gli attribuiva; esse erano state invece pubblicate dal giansenista veneto G. M. Pujati (Difficoltà proposte all'ex-gesuita Luigi Mozzisopra le riflessioni critico-dommatiche, Italia 1779-80: vedi Stanislao da Campagnola).
Fonti e Bibl.: Firenze, Bibl. Riccardiana, Lettere a G. Lami, XII; Bibl. Apost. Vat., Vat. lat. 9282, n. CXIV, ff. 234-237; Novelle letterarie, XVI (1755), coll. 15 s.; XVIII (1757), coll. 472 s., 504-508; XX (1759), coll. 831 ss.; XXIII (1762), coll. 215-217; F. A. Zaccaria, Storia letteraria d'Italia, IX, Modena 1756, p. 133; XI, ibid., 1757, p. 335; G. A. Moschini, Della lett.veneziana del sec. XVIII finoa' nostri giorni, I, Venezia 1806, p. 93; Sigismondo da Venezia, Biografia serafica..., Venezia 1846, p. 816; Joannis Maria a Ratisbona Catalogus scriptorum Ordinisminorum S. Franciscicapuccinorum..., Romae 1852, p. 16; G. Dandolo, La caduta della Repubblica di Veneziaed i suoi ultimicinquant'anni, App., Venezia 1857, p. 162; V. Bonari da Bergamo, I conventi ed i cappuccini bresciani, Milano 1891, pp. 361-368, 604, 630, 640; Ilarino da Milano, Bibl. dei Frati minoricappuccini di Lombardia(1535-1900), Firenze 1937, pp. 78-85; G. Mantese, P. Tamburini e il giansenismo bresciano, Brescia 1942, p. 47; Melchior a Pobladura, Historia generalis OrdinisFratrum minorum capuccinorum, II, 1, Romae 1948, pp. 351, 361, 369 s.; A. Pesenti, Note sul giansenismo bergamasco durantel'episcopato di A. Redetti (1731-1773), in Miscellanea A.Bernareggi, Bergamo 1958, pp. 768, 775, 793, 810, 815, 824, 826, 828; Storia di Brescia, III, Brescia 1964, p. 194 n.; Stanislao da Campagnola, Due opere del giansenista G. M.Pujati attribuite aViatore da Coccaglio, in Laurentianum, VI (1965), pp. 348, 355 s.; Dict. de théologie catholique, VI, col. 855; Dict. d'Hist. et deGéogr. Ecclés., IX, coll. 794-796; Encicl. cattolica, II, col. 1486.