BONANNO
. Sulla fine del sec. XIII questa famiglia appare in Sicilia, proveniente da Pisa, in un Gaito B. (17 giugno 1283) e in Giov. Giacomo cancelliere del regno (1285). Un Matteo troviamo fra gli ambasciatori di Palermo a re Martino (1396). Fu tra le più cospicue famiglie per immensi possedimenti feudali e per alte cariche occupate. Per privilegio del 1492 Gerardo, vicario del regno, costruì una salina a Trapani e Marsala. In seguito a matrimonî, o per successione, la famiglia ebbe le baronie di Canicattì, Ravanusa e Montalbano dai de Crescenzio e Colonna Romano, la baronia (poi ducea) di Floridia di Bonaiuto, il principato di Roccafiorita e il marchesato della Limina dai Balsamo, il principato di Cattolica, la ducea di Misilmeri e la contea di Vicari dai del Bosco e Sandoval, il principato di San Antonio e la ducea di San Blasi da Joppolo. Possedette, fra gli altri, i titoli di principe di Linguaglossa, marchese di Lungarini, duca di Ravanusa Castellana, della Foresta e la grandea di Spagna di I classe. Dei Bonanno ebbero cariche nelle corti di Vittorio Amedeo II, di Carlo II, di Ferdinando delle Due Sicilie e furono insigniti di varî ordini equestri. Un Giacomo, di Filippo, morto nel 1636, scrisse: L'Antica Siracusa (Messina 1624). Si sono costituiti quattro rami: i principi di Cattolica (oggi senza titolare), i principi di Linguaglossa, i baroni di Maeggio, i baroni di Polino.
Bibl.: R. Archivio di Stato di Palermo, Processi di investiture; A. Inveges, Annali della fel. città di Palermo, Palermo 1651; A. Minutolo, Memorie del Gr. Priorato di Messina, Messina 1699; A. Mongitore, Biblioteca Sicula, Palermo 1708; G. Silvestri (I. Carini), De Rebus Regni Sic., ivi 1882; A. Mango, Nobiliario di Sicilia, ivi 1912.