BONAIUTO
La famiglia siracusana dei Bonaiuto annovera valenti costruttori e architetti fin dalla fine del sec. XVII, quando si ebbe a Siracusa, come in tutta la Sicilia orientale, un eccezionale fervore ricostruttivo in seguito al luttuoso terremoto dell'11 genn. 1693. Fra i primi vanno ricordati Vincenzo e Gaetano, il quale ultimo fu attivo nei primi decenni del sec. XVIII.
Carmelo, figlio di Gaetano, si distinse particolarmente come costruttore e progettista. Nato nel 1705, portava, al pari del fratello Domenico, il soprannome di "Carancino", ereditato dal padre e trasmesso ai discendenti; sposò nel 1725 Giovanna Cupri, da cui nacquero Gaetano junior e Natale. Ebbe gran parte nella rinascita architettonica siracusana del '700. Succedette a Giovambattista Alminara in qualità di capo maestro dei fabbri murari della città di Siracusa e con questo si imparentò, avendo il figlio maggiore, Gaetano, sposato nel 1746 Francesca Maria, figlia del predetto Alminara.
Prima opera documentata (1729) è la fronte del monastero di S. Benedetto nella cui chiesa lavorò ancora nel 1738. Sempre nel 1738 lavorò con G. Alminara a S. Domenico. Nel 1741 fornì il disegno per la chiesa della Madonna del Mazzaro della città di Mazzarino, la cui ricostruzione era caldeggiata dal cappuccino mazzarinese p. Lodovico Napoli, allora guardiano nel convento di Siracusa. Dai documenti risulta attivo ancora a Siracusa nel seminario dei chierici (con l'Alminara, 1749) e nel sagrato della cattedrale (1757), dove preparò i due basamenti per le statue di S. Pietro e di S. Paolo dello scultore palermitano Ignazio Marabitti. Nel 1764 lavorò nella chiesa di S. Giovarmi Evangelista. Fra le ultime opere va citata ancora la chiesetta di S. Leonardo dei cavalieri di Malta in Siracusa, per cui egli fornì, nel 1768, i disegni del prospetto e delle modifiche interne. In detta chiesa lavorò in qualità di costruttore, insieme coi maestri Gaspare, Gaetano, Luciano e Saverio Alì, anche il figlio Gaetano. Carmelo ebbe continue relazioni con l'architetto concittadino Pompeo Picherali, e con gli Alminara, gli Alì e i Caracciolo. Morì all'età di 82 anni, il 14 genn. 1787, e fu sepolto nella chiesa di S. Ama.
Il figlio Gaetano era morto sei anni prima, all'età di 56 anni, lasciando nell'arte i due figli Benedetto e Giovambattista, nati rispettivamente nel 1747 e nel 1754. A Benedetto, che i documenti ci indicano con la qualifica di architetto, si deve il disegno fornito al valente marmoraro catanese Giovanni Marino, per il pavimento della cappella Torres del duomo di Siracusa.
Natale nacque a Siracusa da Carmelo e Giovanna Cupri il 4 sett. 1730 e, battezzato nella chiesa di S. Giovanni, ebbe i nomi di Natale Mariano Gaetano.
Fu il più abile e capace maestro e architetto della famiglia. Sposatosi nel 1750 con Dorotea Bonaiuto, ebbe diversi figli, di cui solo due pare siano sopravvissuti alla sua morte, Vincenzo, notaio, e Rosalia.
La sua formazione tecnica giovanile, frutto di pratica ed assiduo esercizio nell'arte muraria al seguito del padre, si consolidò con una lunga esperienza personale. L'opera dei numerosi e valenti capi maestri costruttori e architetti attivi in Siracusa nel secondo e terzo quarto del secolo XVIII influì non poco sulla sua formazione artistica. Ma quel decorativismo di gusto artigianale, spesso sovraccarico e spagnoleggiante, che caratterizza l'opera di detti maestri, in Natale venne in qualche modo purgato dalla conoscenza dei lavori eseguiti in Siracusa dai marmorari catanesi, quali i Marino ed i Battaglia, che, sulla scia dei Vaccarini, erano orientati verso un gusto più sobrio e compositivo della linea architettonica.
Alle relazioni con i Battaglia si deve il trasferimento di Natale a Caltagirone nel 1769, dove subentrò nella direzione di lavori progettati dagli architetti Francesco e Paolo Battaglia e dove ebbe come assistente il giovane marmoraro Carmelo Battaglia. La prima opera documentata di Natale a Caltagirone (1777) è il progetto delle nuove carceri, che egli stesso offrì dopo che un precedente disegno della stessa opera, presentato dall'architetto Francesco Battaglia, non aveva ricevuto la regia approvazione. Per le riconosciute capacità professionali e per la stima ed il buon nome di cui godeva, nel 1778 fu eletto architetto del Senato caltagironese e successivamente architetto della Regia Deputazione delle Opere pubbliche della stessa città.
A Caltagirone Natale era continuamente in relazione con gli architetti regi palermitani: Giambattista Cascione, nipote del Vaccarini, Salvatore Attinelli e Giuseppe Venanzio Marvuglia che erano, in pari tempo, i progettisti di già iniziate costruzioni caltagironesi (che egli ora quale architetto del Senato era tenuto a dirigere e completare), e i supervisori regi delle opere da lui stesso disegnate e realizzate. A contatto di questi maestri egli dové ulteriormente purgare il suo stile, specie dopo gli espliciti suggerimenti dell'Attinelli che lo esortava nel 1787, a proposito del disegno della nuova Casa senatoria caltagironese (che non fu realizzato), "a togliere tutto l'inutile ornamento" e ad attenersi "al moderno stile romano" (Caltagirone, Arch. Comunale, Ordini dal 1785 al 1793, vol. n. 80, tomo I, f 48). Natale è, invero, un artista di transizione e le sue opere testimoniano chiaramente il passaggio dalle fastose forme settecentesche ai composti ritmi neoclassici. L'architettura caltagironese dell'ultimo quarto del sec. XVIII è dominata dal suo nome e dalla sua opera. Quasi tutte le costruzioni civili e sacre sorte nella città in questo torno di tempo furono da lui progettate e dirette. Le tre più insigni sono: il carcere borbonico, dall'architettura cubica e massiccia, intelaiato da ampie ed eleganti lesene ioniche poggianti su di un'alta zoccolatura in bugnato liscio e con evidenti motivi barocchi che legano le finestre del prospetto; il Monte di Prestamo, costruzione austera, ricca di movimento chiaroscurale determinato dall'aggetto di numerose colonne corinzie sormontate da un largo architrave su cui corre il ben modulato cornicione di completamento; il teatrino, dalle slanciate arcate terminali e dalle movimentate rampe intrecciantisi nei vari ripiani della parte basamentale fra sedili e gradinate (ricostruito recentemente, è l'attuale ingresso al Museo della Ceramica di Caltagirone: cfr. P. Lojacono, La ricostruz. del teatrino del B..., in Tecnica e Ricostruzione, XIII [1958], estr.). In quest'opera l'artista, con visione moderna, pensò di giovarsi largamente della maiolica policroma locale, disponendola in larghi pannelli ed incastonandola negli interni e negli esterni della sontuosa costruzione. Nei sedici anni della sua fervente attività al servizio del Senato caltagironese, Natale fu impegnato, oltre che in opere monumentali, nei lavori più disparati, come piante di feudi, progetti per costruzioni di strade, ponti e mulini a vento, restauri di chiese, campanili e corsi d'acqua, perizie di illuminazioni ed apparati. La sua attività si estese anche ai paesi circonvicini, come Vizzini, dove progettò la nuova Casa giuratoria.Morì in Caltagirone il 12 genn. 1794 e fu sepolto nella chiesa dei pp. agostiniani.
Fonti e Bibl.: Siracusa, Archivio parrocchiale dell'Immacolata: Registri di Battesimi, Matrimoni e Defunti dell'ex parrocchia di S. Giovanni, ad annos; Caltagirone, Archivio della Curia Vicariale, Registro lettere, 9 giugno 1780 (dalle informazioni per il matrimonio della figlia Rosalia risulta che Natale si trasferì a Caltagirone nel 1769); P. Di Giorgio-Ingala, Ricerche e considerazioni storiche sull'antichissima città di Mazzarino, Caltanissetta 1900, pp. 188 s., 314 (per Carmelo); G. Agnello, Il prospetto della cattedrale di Siracusa e l'opera dello scultore palermitano I. Marabitti, in Archivi, serie 2, IV (1937), pp. 63-74, 127-143 passim (per Carmelo); Id., I monumenti dei Cavalieri di Malta a Siracusa, in Archivio storico di Malta, VIII (1936-37), pp. 31744 (per Carmelo); Id., Pompeo Picherali ... alla luce di nuovi documenti, in Archivio storico per la Sicilia, II-III (1936-37), pp. 271-347 passim (per Carmelo); A. Ragona, Storia, arte e tradizioni calatine..., Caltagirone 1947, passim (per Natale); G. Policastro, Catania nel Settecento, Catania 1950, pp. 279 s., 293 s., 301 (per Natale e Benedetto); S. L. Agnello, Architetti ignorati del settecento a Siracusa, in Arch. storico per la Sicilia Orientale, IV (1951), pp. 168-181 passim (per Carmelo); A. Ragona, N. B. architetto siracusano a Caltagirone, in Archivi, II-III (1951), pp. 162-67; S. L. Agnello, La rinascita edilizia a Siracusa dopo il terremoto del 1693, in Archivio storico siciliano, V (1952-53), pp. 109-138 (per Carmelo); A. Ragona, N. B. e la maiolica nell'architettura siciliana del Settecento, in La ceramica..., IX (1954), 3, pp. 16-18; Id., Maiolicari caltagironesi, in La ceramica..., XI (1956), pp. 4749 (per Natale); Id., Caltagirone..., Caltagirone 1965, passim.