BONAIUTO (Bonajuda, Bonavito) di Albano (d'Alban o anche Dal Ban)
Veneziano, nacque dopo la metà del Quattrocento. Apparteneva verosirnilmente alla famiglia d'Origine bergamasca che gestiva a Rialto una bottega di spezieria all'insegna della Rosa e possedeva case a S. Fosca e a S. Cassiano (in quest'ultima il 24 maggio 1517 fu ospite degli Alban il figlio del duca di Mantova). All'epoca del consolato di Francesco Marcello a Damasco (e non ad Alessandria, come riporta erronpamente Leonardo da Ca' Masser, forse equivocando su una sua tappa in Egitto nel viaggio d'andata), e cioè fra l'agosto 1482 e il settembre 1485, B. partì dal Cairo in compagnia di un non meglio identificato ambasciatore di Prete Gianni e, percorrendo con tutta probabilità la via del Nilo e del Mar Rosso, della quale dovevano servirsi qualche anno dopo (1492) i mercanti genovesi Gerolamo Adorno e Gerolamo da Santo Stefano, si portò in India, dove rimase per circa ventidue anni, commerciando e viaggiando. Nel 1503 il futuro viceré, Alfonso de Albuquerque, lo incontrò a Cananor e lo prese al suo servizio per l'ottima conoscenza delle lingue e degli affari che aveva acquistato durante la lunga permanenza in quei luoghi; le sue informazioni dovevano rivelarsi per i Portoghesi ancora più utili di quelle che un altro europeo residente in India da più di trent'anni - tal Gaspar Iudeo d'Origine tedesca - aveva fornito a Vasco de Gama durante la sua prima spedizione.
L'Albuquerque affidò a B. la missione di provvedere al carico di un gruppo di navi e quindi lo condusse seco nel viaggio di ritorno. Il convoglio, composto di tre unità di medio tonnellaggio, toccava Lisbona il 16 sett. 1504, portando dodicimila cantera di spezie, per la maggior parte pepe. Altre due navi, anch'esse cariche di spezie per quasi ottomila cantera, le quali avevano levato le ancore due giorni dopo, non arrivarono mai a destinazione. Per i servizi che B. aveva prestato alla corona, Emanuele I lo ricompensò con una "carta de mercê" del 2 ott. 1504, che gli assegnava una pensione.
B. si era fatto accompagnare dai suoi figli e dalla moglie, nativa di Malacca o di Giava, che a Lisbona aveva ricevuto il battesimo, ma il suo soggiorno in Portogallo fu breve, perché il re lo fece imbarcare di nuovo, in qualità di interprete, su una delle venti navi della squadra di Francesco de Almeida che il 25 marzo 1505 salparono per l'India. Durante questo viaggio, nel breve soggiorno a Quiloa del luglio del medesimo anno, fu interprete di Giovanni da Nova presso un rappresentante del sovrano del luogo.
Da questo momento si perde ogni sua notizia. È presumibile che egli non abbia più fatto ritorno in Europa, per fermarsi al servizio del suo protettore Alfonso de Albuquerque.
Pubblicando la relazione del Ca' Masser, lo Scopoli, con evidente esagerazione dei compiti che B. svolse presso i Portoghesi come esperto di cose indiane, ritiene di potergli addirittura attribuire il "merito principale" della loro fortunata impresa in India, opinione, questa, che riesce assai difficile condividere. Appare comunque molto significativa la presenza di un mercante veneziano in questi luoghi alla vigilia dell'apertura della rotta portoghese, quando la funzione di mediazione commerciale fra il Mediterraneo e l'Oceano Indiano era monopolizzata dagli Arabi e dai Persiani. Purtroppo, però, non ci è restata nessuna relazione dei suoi viaggi e non sappiamo su quali basi il De Gubernatis fondasse la sua convinzione che gli archivi di Lisbona ne potessero conservare una.
Fonti e Bibl.: Venezia, Bibl. dell'Arch. di Stato, ms.: G. Tassini, Cittadini veneziani, I, p. 35; I. Morelli, Dissertaz. intorno ad alcuni viaggiatori eruditi veneziani poco noti, Venezia 1803, p. 89; P. Zurla, Di Marco Polo e degli altri viaggiatori veneziani più illustri, Venezia 1818, II, pp. 193 s.; Relaz. di Leonardo da Ca' Masser alla ser. Rep. di Venezia... (1497-1506), in Arch. stor. ital., II (1845), App., pp. 18 s.; A. De Gubernatis, Storia dei viaggiatori italiani nelle Indie Orientali, Livorno 1875, pp. 14 s.; P. Amat di San Filippo, Studi biografici e bibliografici sulla storia della geografia in Italia, Roma 1882, I, p. 173; P. Peragafio, Cenni intorno alla colonia italiana in Portogallo nei secc. XIV, XV, XVI, in Miscell. di storia ital., s. 3, IX (1904), p. 394; P. Donazzolo, I viaggiatori veneti minori, Roma 1927, p. 58; Visconde de Lagoa, Grandes e humildes na Epopeja Portuguesado Oriente (seculos XV, XVI e XVII), Lisboa 1943, II, p. 218; J. Barros, Asia. Primeira década, Lisboa 1945, p. 312.