BONADURA (Bandura, Bondura, Bundura, Panodur, Panodura, Petradura, Penadura?), Cristoforo (Krzysztof), il Vecchio
Originario con molta probabilità della regione di Padova, nacque sicuramente nel nono decennio del XVI secolo. Architetto, giunse nella Grande Polonia prima del 1624; fu chiamato dal voivoda di Poznań Piotr Opaliński per la costruzione della chiesa dei francescani osservanti a Sieraków, iniziata nel 1627. Sempre a Sieraków il B. costruì anche un palazzo per la famiglia Opaliński (distrutto). Negli stessi anni lavorava probabilmente alla chiesa dei riformati a Łabiszyn, fondata da Jan Opaliński. Dal 1639 fu occupato alla chiesa dei francescani osservanti a Wschowa, fondata da M. Tarnowiecki, un gentiluomo di corte degli Opaliński. Nel 1641 il B. progettò per Crzysztof Opaliński, voivoda di Poznań, a Włoszakowice, un palazzo (distrutto). Dal quarto decennio il B., al servizio di Jan Opaliński, si dedicò alla trasformazione della parrocchiale gotica di Grodzisk - consacrata nel 1649 -, e in quella città ottenne il diritto di cittadinanza. Nello stesso periodo egli era occupato anche a Poznań, alla fabbrica della chiesa dei carmelitani scalzi, che era stata iniziata nell'anno 1635.
Nel 1653 il B. diresse i lavori di rifacimento della parrocchiale di Czacz (presso Kościan), dove probabilmente si occupò anche della costruzione di un palazzo per Wojciech Gajewski (distrutto). Nel 1658 si trasferì a Poznań, ottenendovi il diritto di cittadinanza. Qui intraprese in quegli anni la costruzione ex novo del coro della chiesa dei francescani osservanti e nello stesso tempo prosegui la costruzione della chiesa dei carmelitani. Negli anni seguenti attese anche alla costruzione della chiesa dei riformati e iniziò la trasformazione della cappella del cittadino Jan Dyll (distrutta), senza portarla a termine. Intorno al 1660 il B. fece il progetto della nuova parrocchiale di Złotów per Andrzej Karol Grudziński, voivoda di Kalisz. Nel 1667 fu eletto decano dei costruttori, ma morì poco dopo, nel 1668 o 1669.
Oltre alle opere ricordate, sono attribuibili al B., dubitativamente, la chiesa di Włoszakowice (prima del 1643) e la chiesa dei domenicani a Wronki (dopo la metà del secolo XVII).
Dopo gli architetti dell'Italia settentrionale che furono operosi in costruzioni profane nella Grande Polonia nel sec. XVI, il B. fu l'iniziatore dell'architettura sacra monumentale, aprendo quindi la strada al Barocco maturo. In proporzione, i suoi interni sono angusti, con pilastri possenti, che erompono con grande forza dinamica, spesso in forma di erme.
I suoi primi edifici sono sormontati da una cupola; in Sieraków è impostata sopra la crociera; a Grodzisk ha una singolare collocazione, al termine del coro, ed è accompagnata da quattro cupole più piccole per le cappelle. Nelle opere più tarde la cupola fu sostituita da una volta cupoliforme. Altra caratteristica dell'architettura manieristica del B. è la presenza, sia nelle facciate sia negli interni, di numerose nicchie strettamente affiancate.Suo figlio Cristoforo, nato a Grodzisk intorno al 1640, fu anche lui architetto: sotto Giorgio Catenaci, portò a termine, intorno al 1670, le opere di suo padre a Poznań: la chiesa dei riformati e quella dei carmelitani. Cittadino di Poznań dal 1673, solo dal 1679 figura come "maestro". Morì dopo il 1697.
Fonti e Bibl.: T. Łebiński, K. B., architekt wielkopolskiXVII wieku (C. B. architetto della Grande Polonia del XVII sec.), in Sprawozdania Poznańskiego Towarzystwa Przyjaciół Nauk (Resoconti dell'Associazione di Poznań degli Amici delle Scienze), XII (1938), Poznań 1939, pp. 171-174; K. Malinowski, Muratorzy wielkopolscy drugiej polowyXVII wieku (I maestri muratori della Grande Polonia della seconda metà del XVII secolo), Poznań 1948, pp. 78-89; S. Łoza, Architekci i budowniczowie w Polsce (Architetti e costruttori in Polonia), Warszawa 1954, p. 33; R. Pollak, Listy Krzysztofa Opalińskiego do brata Łukasza 1641-1653 (Lettere di Cristoforo Opaliński al fratello Luca), Wrocław 1957, pp. XXIX, 26; E. Kraglewska-Foksowicz - E. Linette - J. Powidzki - A. Sławska, Sztuka baroku w Wielkopolsce, (Arte barocca nella Grande Polonia), in Biuletyn Historii Sztuki (Bollettino di storia dell'arte), XX (1958), pp. 50, 53-56, 63 s., 100; J. Białostocki, Kościółśw. Jadwigi w Grodzisku Wielkopolskim (La chiesa di S. Edvige a Grodzisk Wielkopolski), ibid., pp. 124 s.; A. Miłobędzki, Zarys dziejów architektury w Polsce (Profilo di storia dell'architettura in Polonia), Warszawa 1963, pp. 144 s.; J. Białostocki, Mannerism and "vernacular" in Polish Art, in W. Friedländer zum 90,Geburtstag, Festgabe, Berlin 1965, pp. 48 s.