BONACOLSI
. Famiglia di Mantova, che tenne dal 1276 al 1328 la signoria della città, e venne completamente sterminata dalla sollevazione del 16 agosto 1328, che diede il potere ai Gonzaga. Il primo ricordato è un Otolino de Bonacosa nel 1168, il cui figlio Gandolfo è console nel 1200; il figlio di questi, Martino, è uno dei rettori della città nel 1233: da lui nasce Pinamonte, il fondatore della signoria. La famiglia aveva molti rami che con la loro opera concorde contribuirono al successo, mentre più tardi le loro discordie furono causa di debolezza. I signori si susseguono in questo ordine: Pinamonte che inizia la signoria nel 1276 col titolo modesto di Capitano del popolo o della parte: il 29 settembre 1291 egli deve rinunciare al potere in favore del figlio Bardellone che prende il titolo di Capitano generale e rettore perpetuo di Mantova. Questi il 2 luglio 1299 viene obbligato dal nipote Guido detto Botesella (figlio del fratello Giovanni o Zagnino), aiutato da milizie scaligere, a cedergli la signoria: egli muore l'anno dopo esule a Ferrara. Guido il 18 novembre 1308 si associava, come vicario successore, il fratello Rinaldo detto Passerino e moriva il 24 gennaio 1309. Rinaldo, vicario imperiale di Mantova dal 1311, signore di Modena (1312-1326) e di Carpi (1317-1326), viene spodestato e ucciso nel 1328. Altri personaggi notevoli di questa famiglia sono i tre figli di Pinamonte: Filippo, inquisitore della Marca Trevigiana e vescovo di Trento (m. nel 1303), Tagino, rivale dei Bardellone nel 1291 (m. nel 1302 a Ferrara) e Zagnino podestà a Verona nel 1274 e 1277, padre di Guido, Rinaldo e Bonaventura detto Butirrone che governò Modena (morto nel 1326).
Nella storia di questa famiglia sono da distinguere: il periodo di fondazione della signoria in cui emerge la figura di Pinamonte, abilissimo nell'eliminare le grandi famiglie e le fazioni che si contendevano la prevalenza in Mantova unendosi ora all'una ora all'altra: egli porta la città, rocca del guelfismo e degli Estensi e dei Sambonifacio, all'alleanza scaligera e al ghibellinismo, e a poco a poco assume funzioni e poteri sempre più ampî nel Comune, mentre con acquisti di case, palazzi e beni si assicura una specie di cittadella in città (l'attuale palazzo ducale) e forti posizioni nel territorio; il periodo di consolidamento con Bardellone, Guido e Rinaldo, sino al 1311 cioè all'acquisto legale della piena signoria e del titolo di vicario imperiale; infine il periodo di espansione oltre Po con il temporaneo acquisto di Modena e Carpi. Ai Bonacolsi in un primo tempo giovò l'amicizia dei Della Scala, ma poi nocque loro la pretesa scaligera di controllare le loro relazioni esterne: infatti, come già nel 1299, anche nel 1328 milizie scaligere appoggiarono la rivolta dei Gonzaga che li abbatté.
Bibl.: Litta, Famiglie italiane, I (molto errate le notizie sulle origini); S. Davari, Per la genealogia dei B., in Arch. St. lomb., 1901; Volta, Storia di Mantova, I; D'Arco, Studi intorno al municipio di Mantova, I e VI, Mantova 1871-74; E. Valzer, Über die Anfänge der Signorie in Oberitalien, Berlino 1900; C. Cipolla, Documenti per le relazioni tra Verona e Mantova, I, nel sec. XIII, Milano 1901; id., id., II, per il secolo XIV, Venezia 1907, in Miscellanea di storia veneta, s. 2ª, XII, p. 1. Sulla signoria, fondamentale P. Torelli, Capitanato del popolo e vicariato imperiale come elementi costitutivi della signoria Bonacolsiana, Mantova 1923, in Atti e mem. Accademia vergiliana, n. s., XIV-XVI.