BONA (Bône)
Hippo, detta più tardi Regius, forse per essere stata in qualche momento residenza dei re di Numidia, è da porre tra le più antiche colonie fondate nell'Africa dai Fenici ancor prima di Cartagine, all'inizio del primo millennio a. C.: la sua posizione, al fondo di un golfo, presso la foce di un fiume (antico Ubus, oggi Seybus), non proprio sul mare, ma a poca distanza da esso, e allo sbocco delle vie che venivano dal cuore della Numidia, la rendeva singolarmente favorevole per uno stabilimento commerciale e stazione di sosta alla navigazione lungo la costa. Fece parte successivamente dell'impero marittimo di Cartagine e del regno numida, passando dopo il 46 a. C. nella dominazione dei Romani. Fu la sede episcopale di S. Agostino che vi morì durante l'assedio dei Vandali nel 430. Le rovine della città appartengono tutte al periodo imperiale romano, pur non mancando, in iscrizioni libiche, in piccoli oggetti di porcellana egizia ecc., testimonianze dei periodi precedenti. Un singolare trofeo in bronzo, rinvenuto recentemente negli scavi del Foro, ricorda, a quanto è stato supposto, la vittoria di Cesare, che ebbe proprio a Bona il suo coronamento con la morte del capo dei Pompeiani, Scipione. Le rovine spettano a edifici diversi, che, per essere stati intrapresi gli scavi metodici solo di recente nella zona del Foro, non si compongono ancora in un quadro unitario, dal quale sia lecito trarre un'idea adeguata della topografia generale della città: l'estensione di questa può essere tuttavia calcolata approssimativamente in 6o ettari. Più presso al corso del Seybus sono i resti di un muro in opera quadrata, pertinente forse a magazzini portuali, altri di ville e di basiliche cristiane, e più a N quelli di un ampio edificio termale del sec. III d. C. Il quartiere del Foro, con strade intersecantisi ad angolo retto, si distende ai piedi della collina su cui oggi è la chiesa di S. Agostino e sulla quale in antico era un santuario di Saturno, testimoniatoci dal rinvenimento di numerose stele a lui dedicate; il lastricato della piazza, le cui dimensioni (m 76 × 43) sono notevoli, reca il nome di C. Paccio Africano, proconsole d'Africa nel 78 d. C.;. sui lati di E e di O sono ancora a posto le basi delle colonne dei portici. Appoggiato al fianco orientale della collina è il teatro (larghezza massima m 100), di cui è particolarmente da segnalare la decorazione scolpita della fronte del pulpito con figure e con pannelli a motivi geometrici; su un altro lato della collina stessa si trova un sistema di cisterne, datanti dal regno di Adriano. Un bel ritratto di Vespasiano, una maschera colossale di Gorgone, servita da bocca di fontana, sono stati rinvenuti, oltre al già citato trofeo, negli scavi della zona del Foro, insieme a molte iscrizioni; essi si sono aggiunti alle sculture già note della città, provenienti dalle terme e dalle ville urbane e suburbane, tra cui sono da ricordare una statua acefala di Minerva, con la menzione dell'officina dell'artista L. Plotius Clemens, e una bella testa di Venere: la loro fattura si innalza alquanto dalla banalità delle consuete sculture provinciali. Ma particolarmente notevoli sono i molti mosaici figurati provenienti dalle ville private: mosaico della caccia del IV sec.; mosaico della pesca; trionfo di Anfitrite ecc.; con mosaici erano decorati anche gli edifici cristiani e alcune tombe intorno a questi, secondo un tipo assai frequente nell'Africa e nella Spagna.
Bibl.: S. Gsell, Atlas arch. Algérie, f. , n. 59; E. Marec, Hippone la Royale, antique Hippo Regius, Algeri 1954, p. 363 ss.; id., Le Forum de Hippone, in Libyca, II, 1954, p. 363 ss.