Bolivia
Lo Stato attraversato dalle Ande e dalla instabilità politica
La Bolivia è il terzo Stato dell'America Meridionale per dimensione ed è il più elevato; qui si trova la città di Potosí, che è la più alta del continente. Ha anche la particolarità di avere due capitali: Sucre, capitale ufficiale, e La Paz, sede del governo. La Bolivia è un paese ricco di risorse, ma nonostante questo è uno dei più poveri dell'America.
Il territorio boliviano è attraversato dalle Ande, che si dividono formando la Cordigliera Occidentale, la cui cima più alta è il Nevado de Sajama (6.542 m), e la Cordigliera Orientale (con il Monte Illimani, 6.462 m). A est si aprono le yungas, vallate molto fertili, e i bassipiani amazzonici e del Chaco. Tra le due cordigliere, su un altopiano molto elevato (3.600 m in media) dove si trova anche il Lago Titicaca e il clima è più favorevole, vive la maggior parte della popolazione; sulle montagne il clima è arido, nelle yungas temperato e umido e nei bassipiani decisamente caldo.
Anche se gli Spagnoli assoggettarono le popolazioni Aymará e Quechua, che avevano dato vita all'impero inca, oltre metà della popolazione boliviana ha origine india. Le condizioni economiche non sono buone: il paese vive dei metalli esportati (argento, rame, piombo) e dei prodotti agricoli per il consumo locale (patate, mais) e per l'esportazione (caffè, zucchero). Soltanto pochi boliviani godono di questa ricchezza e i contrasti sociali sono molto forti. Nelle regioni più appartate si coltiva la coca, che è illegale ma è diventata una risorsa vitale per i contadini più poveri.
La Bolivia divenne una repubblica indipendente nel 1825, dopo tre secoli di dominazione spagnola, e prese il suo nome dall'eroe della guerra di liberazione, Simón Bolívar. Fin dalle origini, la sua vita politica fu scandita da frequenti rivolte popolari seguite da dure repressioni e da ripetuti colpi di Stato militari. Tale instabilità politica (la Bolivia ha avuto sino a oggi 16 costituzioni), insieme alla perdita, nel 1884, dell'unico sbocco sul mare a causa della guerra con il Cile, rese la Bolivia uno dei paesi più arretrati dell'America Latina.
Nella seconda metà del Novecento il paese fu teatro di un continuo conflitto. Dopo dodici anni di governi guidati dal Movimento nazionalista rivoluzionario, un partito d'ispirazione populista, si aprì una fase di governi militari che si scontrarono ripetutamente con i gruppi guerriglieri rivoluzionari (in uno di questi conflitti, nel 1967, perse la vita Ernesto Che Guevara).
All'inizio degli anni Ottanta la Bolivia era ormai stremata dal punto di vista economico, mentre il regime militare appariva completamente screditato. Nel 1982 i militari hanno restituito il potere al Parlamento e finalmente si è potuto costituire un governo civile, ma i drastici provvedimenti richiesti dalla crisi economica ‒ nel 1985 in Bolivia si è registrata la più alta inflazione mondiale, con un tasso superiore all'11.000% ‒ hanno sollevato fortissime proteste popolari. Nel 1989 l'inflazione è scesa al 15%, ma la situazione è rimasta difficilissima, anche perché nei decenni precedenti si era sviluppata un'economia parallela e illegale incentrata sulla produzione e sul commercio della cocaina.
In seguito a ciò, i governi della Bolivia hanno messo in atto una serie di riforme economiche ispirate ai principi del libero mercato e hanno combattuto l'economia della droga, ricorrendo sia alla repressione, sia agli incentivi ai contadini affinché abbandonassero la coltivazione della coca. Ma tali misure hanno sempre incontrato una forte resistenza popolare, che ha dato luogo a ripetuti disordini sociali.