BOEMONDO I d'Altavilla, principe d'Antiochia
Nacque dalle nozze di Roberto il Guiscardo con Alberada di Buonalbergo, poco dopo il 1050, ed ebbe al battesimo il nome di Marco. Fu soprannominato B. dal padre, in ricordo, pare, di un certo leggendario gigante. Anna Comnena lo descrive appunto come di statura oltre il normale, robusto e tarchiato, capigliatura bionda, occhi glauchi, accuratamente raso in volto: gli attribuisce il soprannome di Sanisco, d'ignota origine. Il padre lo tenne con sé anche dopo avere, nel 1058, divorziato da Alberada. Nulla sappiamo della giovinezza, fino al 1081, quando il padre, decisa l'invasione dell'Impero bizantino, lo inviò ad Aulona (Vallona) per occupare la baia e crearvi una base di operazione. Collaborò poi all'occupazione della regione albanese e alla presa di Durazzo e sostituì Roberto il Guiscardo nel comando della spedizione, quando la lotta fra il papa e l'imperatore costrinse il duca a rientrare in Italia. B. si avanzò nell'interno della Macedonia, occupò Castoria, Gianina e Ochrida, ma entrato in Tessaglia, fu sconfitto dall'imperatore Alessio I Comneno e costretto a venire a patti. Rientrò con l'esercito a Bari e tosto attese col duca Roberto a preparare una nuova spedizione. Sbarcato a Corfù, si ammalò e ritornò in Italia e non assistette quindi alla morte del padre nel luglio del 1085.
Roberto il Guiscardo, dominato dalla seconda moglie, Sikelgaita, era venuto nella decisione di diseredare B. a favore di Ruggero Borsa, natogli dalla nuova unione; ma B. si rifiutò di inchinarsi al fratello minore e ne nacque perciò una lunga e oscura guerra, che finì solo quando Ruggero acconsentì a cedere a B. la regione pugliese e Bari (1089). Scarse notizie abbiamo sull'attività di B. negli anni seguenti: nel 1089 e poi ancora nel 1092 ospitò a Bari ed a Taranto Urbano II. Nell'agosto del 1096, mentre attendeva col fratello all'assedio di Amalfi, quasi improvvisamente prese la croce e partì per le Puglie per preparare la spedizione. Quali motivi abbiano spinto B. a tale decisione, ignoriamo; Anna Comnena l'accusa di avere obbedito unicamente a cupidigie di conquista.
Nell'ottobre del 1096 i Normanni crociati sbarcavano a Vallona per raggiungere, lungo la via Egnazia, Tessalonica e Costantinopoli. Accompagnavano B. diecimila armati fra cavalieri e fanti, al comando di Tancredi nipote di B., di Oddone detto il buon Marchese, di Riccardo del Principato e varî altri congiunti del principe. Solo nell'aprile del 1097 i Normanni giunsero a Costantinopoli; B. cercò di dissipare le diffidenze dell'antico nemico, Alessio I, acconsentendo a giurargli fedeltà, come gli altri principi crociati, ma brigò per ottenere la carica di Grande domestico d'Oriente e così rappresentare nella crociata l'imperatore.
Iniziata la marcia attraverso l'Anatolia, i Normanni presero parte a diversi combattimenti, anzi sostennero nella battaglia di Dorilea il primo urto dei Turchi e diedero tempo a Goffredo di Buglione e Raimondo di Tolosa di arrivare coi rinforzi. Boemondo partecipò attivamente all'assedio di Antiochia, e trovando in Raimondo di Tolosa un pericoloso concorrente al possesso della città da lui agognata, con la minaccia di ritornarsene in Italia costrinse i capi della crociata a promettergli la consegna di Antiochia. Antiochia cadde nelle mani dei cristiani il 3 giugno 1098 e subito dopo fu difesa dall'offensiva del sultano Kerboga con la grande battaglia del 28 giugno: B. dirigeva le schiere cristiane. Provvisoriamente i principi crociati decisero che la città venisse occupata da Normanni e Provenzali, sperando di rinviare ulteriormente il conflitto fra B. e Raimondo; ma nel febbraio del 1099 B., violando i patti, ritornò ad Antiochia, ne espulse i Provenzali e rimase solo ed assoluto padrone della città, assumendo il titolo di principe d'Antiochia. I capi della crociata tacitamente riconobbero il fatto compiuto e Raimondo, isolato, dovette far pace col più abile avversario. Per assicurare il possesso d'Antiochia, il principe iniziò una serie di operazioni militari verso la Cilicia onde respingere i Bizantini, e verso Aleppo, per respingere i Turchi. Con l'appoggio della flotta pisana dell'arcivescovo Daiberto occupò Laodicea sul mare e poi, nell'interno, Apamea e progettò un attacco ad Aleppo. Nell'agosto del 1100 B., accorso a Malatia in aiuto di quel principe armeno Gabriel contro l'emiro di Sīwās, al-Malik al-Ghazi Muhammad ibn Danishmand (il Kumushtakin delle fonti latine), venne fatto prigioniero col cugino Riccardo del Principato e fu liberato dalla prigionia a Nixandria (Neocaesarea) solo nel 1103, col pagamento di 100.000 pezzi d'oro. Ritornò ad Antiochia e costrinse il nipote Tancredi a restituirgli il principato che aveva governato nei due anni di lontananza del principe. Dopo avere ripreso energicamente la lotta contro Greci e Turchi, si accorse dell'impossibilità di vivere, stretto fra i due nemici e decise di riprendere i progetti del padre contro Costantinopoli. Nel 1105 rientrò in Italia, visitò il papa Pasquale II, quindi si recò in Francia a sollecitare l'appoggio di quel re. Fu accolto in Francia con le maggiori dimostrazioni di riverenza, poiché le sue imprese erano diventate leggendarie. Si recò al concilio di Poitiers con il legato pontificio per svegliare l'entusiasmo popolare per la crociata. Quindi celebrò il suo matrimonio con la figlia del re di Francia, Costanza, già divorziata da Ugo di Troyes, ed ottenne pure dal re Filippo la mano dell'altra figlia Cecilia per il nipote Tancredi. Nell'estate del 1107 rientrò nelle Puglie e preparò la spedizione contro l'Impero bizantino. Sbarcò nell'ottobre a Vallona con 30.000 uomini e cercò d'impadronirsi di Durazzo, dopo aver bruciato le navi per rendere sicure le milizie. L'imperatore Alessio I era riuscito a preparare la difesa: nella primavera del 1108 bloccò B. che, esaurite le vettovaglie, dovette chieder pace. Recatosi a Deabolis presso Alessio, acconsentì a dichiararsi suo vassallo e ottenne l'investitura di Antiochia a gravi condizioni. Ritornato dopo la grave umiliazione a Bari, vi morì il 7 marzo 1111, mentre si preparava a partire per la Siria. Fu sepolto a S. Sabino di Canosa.
Bibl.: Lo studio più recente e completo su B. è quello R. Bailery Yewdale, Bohemond I, Prince of Antioch, Madison Wisconsin 1925. La politica bizantina di B. è studiata da F. Chalandon, Essai sur le règne d'Alexis I Comnène, Parigi 1900. La condotta di B. nella crociata è trattata da H. Röhricht, Geschichte des ersten Kreuzzuges, Innsbruck 1901.