BODH-GAYA (Buddh Gaya; A. T., 97-98)
Villaggio del distretto di Gaya nel Bengala, sette miglia a sud della capitale. Il nome significa "Gaya dell'illuminazione".
Nel sec. VI a. C., Gotama Buddha, nelle foreste presso Gaya (BodhGaya), ebbe sotto un albero di ficus religiosa la grande rivelazione sulla causa e sul rimedio del dolore. Ben presto l'albero della rivelazione divenne meta di pellegrinaggi dei seguaci della nuova religione, e un gran numero di costruzioni, di cui rimangono ancora le vestigia, sorsero intorno all'albero sacro. Nel sec. III a. C. Aśoka, l'imperatore Maurya di Magadha, che rese il buddhismo religione di stato, volle ricordare con monumenti perenni i luoghi dei quattro avvenimenti più importanti della vita di Buddha, cioè Lumbini, dove nacque, Bodh-Gaya, il posto della rivelazione, Sarnath, dove fece il primo grande discorso, e Kusinava dove morì: sorsero così le prime quattro stupa.
Della stupa di Aśoka rimangono ora solo i resti del recinto, decorato con sculture fra le più antiche e più interessanti dell'India, contemporanee a quelle di Bharhut. Al suo posto fu edificato l'attuale celebre monumento, il Mahabodhi, quasi sicuramente del sec. VI e certo anteriore al VII, perché descrittoci con esattezza dal pellegrino cinese Hiuen-Tsiang, che visitò in quell'epoca l'India. La costruzione fu rinnovata nel sec. XII e XIII dai re di Birmania.
Il tipo di questo tempio differisce da quello delle stupa buddhiste per riannodarsi piuttosto ai sikhara, tipici dell'architettura indo-arica. La parte superiore, costruita in mattoni, a forma di piramide, alta e slanciata, termina con un acuto pinnacolo, decorata tutta a ornati, senza figure. La base, a forma di dado, ha una grandiosa terrazza, circondata da piccole stupa votive, e ai quattro angoli una riproduzione ridotta del sikhara principale. Ora il tempio è mantenuto da sacerdoti indù, per i quali Buddha non è che la nona incarnazione di Vishnù; essi se ne sono impadroniti quando era completamente abbandonato e quasi cadente e lo hanno in questi ultimi tempi restaurato, forse un po' troppo.
L'influenza che questo monumento ha avuto su tutta l'architettura orientale è stata enorme a causa del grandissimo numero di pellegrini, appartenenti a tutto il mondo buddhista, che hanno sempre visitato il luogo. Fino nel Turkestan Orientale e a Pechino vi sono templi buddhisti somigliantissimi a quello di Bodh-Gaya. Il Mahabodhi di Pagan, in Birmania, ne è quasi una riproduzione.
Bibl.: O. Fischer, Die Kunst Indiens, Chinas und Japans, Berlino 1928; F. Benoit, L'architecture: L'Orient médiéval et moderne, Parigi 1912; Rajendrahal Mitra, Buddha Gaya, Calcutta 1878.