BOCHICA
. Eroe, semidio solare, che incivilì il popolo Chibcha (v.) o Muysca (altopiano di Bogotá); era detto pure Zuhé "giorno, o bianco (uomo)", dal colore della sua pelle; la sua barba era lunga e fluente e così i capelli: aveva quindi caratteri somatici differenti da quelli delle tribù fra cui visse. Egli appare a oriente e nella sua marcia verso occidente incivilisce le tribù, insegnando loro la costruzione di capanne e di strade, l'agricoltura, l'arte della ceramica, le norme del viver sociale e ancora l'adorazione del sole e il calendario. In questa sua opera di redenzione, era ostacolato dalla bellissima e perfida moglie sua, Chia o Huythaca, che ebbe a causare una devastatrice inondazione del fiume Fanghá, per odio verso gli uomini. Ma Bochica ne riparò i danni e cacciò la moglie in cielo ove divenne la luna (astro notturno e spesso malefico). Dopo lunghi anni d'opera benefica, lasciò il potere in mano di due successori e si ridusse ad abitare da asceta, nella valle d'Iraca, presso Tunja, ove visse 2000 anni; poi sparì. Bochica viene considerato come l'inviato del dio supremo creatore, Chiminigagua; talvolta egli assume la parte stessa del sole con cui s'identifica; quale spirito benefico vince il demone Chibchatcum (= sostegno dei Chibcha) e Fomoegata, il genio del mare che pure evira. Condanna il primo a sostenere sul dorso la terra e quando questi per la stanchezza vien meno, avviene il terremoto. Secondo qualche cronista, sarebbe stato lo stesso Chibchatcum a causare l'inondazione attribuita a Chia. A Bochica venivano sacrificate anche vittime umane, ma in minima quantità, in templi detti Ciun suna.
Egli appartiene a quegli esseri straordinarî, semidei e demiurghi, che passano nel Nuovo Mondo precolombiano sotto i nomi di Quetzalcóatl (Nahua), Cuculcán, Itzamna, Votan (Maya), Viracocha e Manco Capac (Quechúa).