BOCCIARDO, Clemente, detto il Clementone
Nato a Genova nel 1620, fu scolaro di Bernardo Strozzi, ma si allontanò molto giovane dalla sua città per completare la sua educazione, insieme col Castiglione, prima a Roma poi a Firenze. A Genova, dove avrebbe dipinto, secondo il Ratti, un'Ultima Cena per l'oratorio di S. Germano (poi in S. Maria della Pietà) e un CorpusDomini per la chiesa di S. Andrea, nulla rimane di lui. Lasciata Firenze, almeno dal 1639 soggiornò a Pisa, dove morì nel 1658.
Firmato e datato 1639 era un Battista già nella cappella Del Pozzo in Camposanto (Catalogo delle cose d'arte e d'antichità d'Italia, R. Papini, Pisa, II, 2, Roma s.d., p. 236). Una delle prime opere dipinte a Pisa è il S. Carlo Borromeo tuttora in S. Frediano, e ancora in loco è la Madonna e santi nella chiesa di S. Matteo. Dispersi sono due quadretti coi SS.Pietro e Paolo, che ancora nel 1912 si trovavano in duomo sopra le porticciole che conducono al terrazzino delle reliquie (ibid., II, 1, ibid. 1912, pp. 129, 130), una tela con S. Benedetto sull'altar maggiore della chiesa omonima (oggi sconsacrata), un S. Sebastiano nella certosa, una Immacolata Concezione in S. Croce in Fossabanda: per queste opere si vedano le antiche guide che citano altre tele in chiese non più esistenti.
Alcune opere, ora disperse, si trovavano in chiese di Brescia. In S. Maria delle Grazie, una pala con S. Ignazio è citata da G. A. Averoldi (Le scelte pitture di Brescia, Brescia 1700, p. 17), poi ancora, come collocata nella sacrestia, da F. Maccarinelli nel manoscritto del 1747 (Le glorie di Brescia..., a cura di C. Boselli, Brescia 1959, pp. J30, 130, J40); dopo questa data si perdono le tracce. Sempre l'Averoldi cita una pala con Madonna coi SS. Michele e Antonio, in SS. Faustino e Giovita, che P. Brognoli (Nuova guida..., Brescia 1826, p. 180) nomina ancora come situata sul primo altare della stessa chiesa. Altre opere del B., citate dal Carboni-Chizzola (Le pitture e scult. di Brescia..., Brescia 1760, pp. 27, 113 si trovavano nella chiesa di S. Afro fino alla seconda guerra mondiale. Nel deposito della Galleria Palatina di Firenze è conservato un Autoritratto (inv. Uffizi, 1742).
La scuola dello Strozzi ha un valore tutt'altro che determinante nella formazione pittorica del B., e forse appena indicativo. L'aver scelto, nel suo pellegrinaggio a Roma e Firenze, un itinerario così divergente dal maestro fa pensare piuttosto ad un suo interesse per le novità portate da Roma, dove era stato fra gli ammiratori del Caravaggio, dall'eclettico D. Fiasella. Del resto questo continuo espatriare in un pittore, certamente abile, ma meno personale fra quelli della ricca scuola genovese del Seicento, nonostante il Ratti scriva della sua insaziata brama d'apprendere, fa pensare piuttosto a un'esigenza di sistemarsi onorevolmente in un ambiente dove la concorrenza fosse stata meno insidiosa che nella città natale. Infatti sostò breve tempo a Firenze, dove la concorrenza era ancora forte, mentre finì con lo stabilirsi definitivamente a Pisa, dove acquistò fama e commissioni importanti. Il nome del Castiglione, poi, nella sua formazione, va accoppiato a una più diretta derivazione, rispetto allo Strozzi, dai modi del manierismo genovese.
Bibl.: R. Soprani, La vita de' pittori, scoltori et architetti genovesi..., Genova 1674, pp. 82 s.; P. A. Orlandi, Abecedario pittorico, Bologna 1704, p. 124 (riprende dal Soprani la notizia, errata, della morte avvenuta a Firenze senza nemmeno nominare il soggiorno a Pisa); R. Soprani-C. G. Ratti, Delle vite de' pittori…, II, Genova 1769, pp. 328-331; A. da Morrona, Pisa illustata…, Livorno 1812, I, pp. 120, 262; II, p. 234; III, pp. 101, 122, 182, 307, 376; L. Lanzi, Storia pittorica della Italia, Milano 1823, V, pp. 355 s.; R. Grassi, Descriz. stor. e artist. di Pisa..., parte artistica, I, Pisa 1837, pp. 64, 226; II, ibid. 1838, pp. 53, 120, 154, 186; A. Romualdi, La chiesa e il chiostro di S. Andrea in Genova, in Riv. ligure di scienze lett. e arti, XXV (1903), p. 132; U. Thieme-F. Becker, Künstler-Lexikon, IV, p. 154.